Chi ringrazia, chiede - di Don Adelio Cola

Costruire il rapporto con Dio nella vita quotidiana

19/01/2008
Questa specie di proverbio vale anche per impostare bene il nostro rapporto con Dio attraverso la preghiera. Succede come di solito accade nella vita ordinaria.
Quando, dopo aver ricevuto un piacere, io ringrazio la persona che è stata gentile con me, questa di solito pensa: «Mi ha ringraziato, si è accorto che gli ho fatto un piacere. Se posso, un’altra volta che mi chiede qualche cosa, lo accontento di nuovo!»
Il Signore è contento, se io lo ringrazio di quanto mi ha dato (cfr. Luca 17, 12-19) e riceve il mio ringraziamento come una domanda indiretta di continuare ad assistermi.
È molto facile pregare ringraziando. Ecco qualche esempio.
Di buon mattino mi sveglio dal sonno: «Signore, ti ringrazio»; faccio colazione: ripeto il ringraziamento; vado a scuola, al lavoro; torno in famiglia per il pranzo; faccio i compiti o ritorno in ufficio, nei campi, in fabbrica e ripeto il solito ritornello.
«Ma questa antifona l’ho già sentita!»
- Se non l’hai ancora messa in pratica, è come se fosse nuova -
«E quante volte al giorno devo ringraziare?»
- Ti conviene ripeterlo spesso, perché ogni volta lodi così il Signore e insieme, anche senza pensarci, Gli chiedi di continuare a darti l’occasione di ringraziarlo ancora -
«Proprio sempre? Anche quando le cose non vanno come vorrei io?»
- Sì, sempre, perché in quei casi tu non sai quello che davvero va bene per te. Tu dici: “Io lo so quello che mi conviene ed è per questo che vorrei che il Signore mi ascoltasse, quando le cose vanno storte!” Il fatto è che tu vedi la tua vita “dal tetto in giù”, e cioè stimi cose buone soltanto quelle che ti fanno star bene, che ti procurano soddisfazione e successo. Il Signore vede le cose anche “dal tetto in su!”: conosce il tuo vero bene, quello che ti farà raggiungere un paradiso eterno e felice, anche se a te sembra che sarebbe meglio che Egli ti accontentasse in questa vita nei momenti difficili. -
A parte il fatto che talvolta non otteniamo quanto gli domandiamo perché glielo chiediamo «male», cioè senza autentica fede-umiltà-perseveranza, i veri motivi del Suo modo di trattarci quaggiù li conosceremo soltanto quando saremo di là eternamente con Lui.
Qui entra in campo, insieme con la Carità e la Fede, anche la Speranza.
«Signore aumenta in noi le tre virtù teologali»
 
Cordialmente
Don Adelio Cola