Le parole di una lettrice

Un ringraziamento e alcune riflessioni su una predica recente

22/11/2008
A Diodopointernet, con riferimento alla predica "Dio: un papà imprenditore" di Don Gigi Di Libero
 
Nel vostro sito ci sono capitata per caso, ma sono stata subito "presa in ostaggio".
Mi consola leggere parole fresche riguardo una Parola che ancora oggi riserva delle sorprese. Sorprese che, comunque sia, richiedono coraggio per dirle. Quindi grazie!
Più che un Dio imprenditore a me pare più un Padre che si fida e si fida tanto.
Un Padre che consegna l'intero Suo patrimonio, ma senza indicazioni di sorta: lo consegna e basta. Un modo come un altro per dire: se mi ami, se hai nel cuore il mio stesso pensiero allora capirai cosa fare.
Una bella botta per noi che, nonostante tante parole affettuose su Dio, abbiamo sempre una certa tendenza a prenderlo come un Capo di Stato (celeste) e con deferenza, paura e timore ci limitiamo a "seguire i Suoi ordini". Di creatività non se ne parla proprio, troppo rischioso (motivo della prudenza ed un po' falso), troppo scomodo (motivo vero).
Eppure questo Padrone (che con una battuta si potrebbe tradurre come Padre Grande), si fida e - addirittura - si affida (Gli dovessero bruciare l'intero capitale farebbe una brutta fine no?).
Ma dove si affida? A chi si affida? A dei servi (sembra) ed invece sono "figli" che non possono fare altro che servire, figli utilissimi per il Padrone.
Detto questo, mi sono accorta che in totale i talenti consegnati sono 8. E il numero 8 è un numero sacro simbolo di pienezza e di nascita (meglio ri-nascita) come figli (battistero ottagonale ecc.).
Quindi? Beh! si potrebbe pensare che la "riuscita" del progetto di un Padre per i propri figli sta proprio nei doni più banali mai conosciuto, le nostre facoltà primarie, ma facoltà che possono arrivare ovunque e a chiunque (sono le facoltà che in ogni liturgia dovrebbero essere interpellate e coinvolte pienamente).
I nostri banalissimi 5 sensi + 3 doni che - a questo punto - potrebbero essere le Virtù teologali. Doni che - straordinariamente ed in aggiunta a quanto si pensa - ci vengono riversati addosso: il Padre Grande ha fede in noi, spera in noi, ha carità per noi. E siamo ad 8 facoltà. Capitale del Padre che - per ovvie ragioni - sono anche dei figli. Capitale che, grazie ai 3 doni speciali (ma per tutti), viene illuminato dalla co-scienza che è "scienza congiunta" oppure intelligenza umana illuminata dall'Onniscienza divina.
A questo punto la "paura" è un argomento che, di sicuro, si prova sempre, ma solo per timore di sbagliare, ma è una paura senza unghie e resa innoqua da un qualcosa che proprio non si riesce a fare. Non si può più stare alla finestra, non si può più trattare un Padrone da padrone.
Alla fine, con questa co-scienza siamo costretti (dolcemente) ad entrare nella pienezza ... umana. Eh già! pienezza umana ... l'unica cosa che interessa a Dio. L'unico Regno, autentico Regno di Dio: la persona umana nella sua vita reale e concreta, vita di tutti i giorni, vita quotidiana e "feriale" che in alcuni momenti diventa "eccezionale" e "festiva".
Quindi, davvero non è un imprenditore, ma solo un Padre che si fida ... E se se ne va in giro per il mondo e non ne vuole sapere di stare "nei cieli" è perchè ha un sacco di figli ed un sacco di capitale da affidare!
Garantisco che non volevo commentare nulla, ma mi è così piaciuto questo commento che dopo 12 ore mi sono decisa.
Mi scuso se ho detto cose sbagliate ... ma anche se fossero vanno ad aggiungere valore a questo Padre Grande anche se aggiunge "grattacapi" ai figli che non possono davvero "starsene in pace".
Grazie davvero
Una lettrice 21.11.2008
 

 
Risponde Don Gigi Di Libero sdb
 
"Tutto vero, ma…
Tutto verissimo, ma è troppo facile parlare di Chiesa a livello mondiale e di impegno a livello personale, quando ci sono parrocchie allo sbando, comunità che non sanno più con chi hanno a che fare, una pastorale che ha tutto il sapore di "concessione dall'alto", quando non c'è più ascolto dei preti per prima cosa, non più rispetto.
Le nostre comunità stanno vivendo una situazione di impoverimento progressivo. Non sanno dove andare e vengono caricate di gioghi spaventosi.
Non ci siamo e quando recitiamo il Credo, quel "Credo LA Chiesa" riporta immediatamente alla propria chiesa, la più vicina, la più immediata quella che dovrebbe essere rampa di lancio di ogni cristiano. Se la Chiesa fallisce nelle chiese e nelle comunità portando messaggi personale e non divini, allora tutta la Chiesa ne soffre come ne sta soffrendo ed ogni discorso si colloca in uno spazio di puro intelletualismo ... che nulla ha a che vedere con l'Unico che è Chiesa: Gesù.
Si inizia sempre dal basso a costruire e non dall'alto; si sogna in basso perchè dall'alto solo Dio può sognare.
Ricuriamo le chiese e la Chiesa rifiorirà e se la Chiesa rifiurirà anche il mondo diventerà più umano, molto più umano di adesso che si sente dio di se stessa!
Questo è Natale, null'altro ... curare e far nascere dal basso!
Grazie e scusate la foga." (3 Gennaio 2009)