AMA E FA CIÒ CHE VUOI... di Mons. Giovanni Battista Chiaradia

La corruzione degli affetti non è mai....

20/11/2011

'Ama e fa ciò che vuoi', 'Beati i costruttori di pace', 'fate l'amore, non la guerra': una sorta di linguaggi che si ammanta di una logica spensierata, avvolta solo nel sentimento. È da tempo che anche il cristianesimo viene presentato in questo modo.

La cultura degli affetti, pur radicata nella creazione, non conduce di per sé a giustizia E neppure l'energia che sprigiona la vita del mondo ci porta automaticamente alla verità, alla purezza e al bene.

Per l'umanità i vincoli degli affetti sono anche disponibili agli egoismi più ottusi, alle complicità più tremende, alle distruzioni più terribili. Gli affetti, diciamo meglio 'gli amori', sono capaci di trasformare l'essenza della natura in umanità diversa.

La linea rossa del sangue attraversa implacabilmente la catena degli affetti più cari.

La corruzione degli affetti non è mai senza conseguenze. Il radicalismo del Cristianesimo riporta la qualità morale della coscienza alla sua radice: chi desidera un rapporto peccaminoso, chi ferisce l'onorabilità dell'altro o dell'altra, ha aperto la porta all'ingiustizia e ha corrottol'ordine degli affetti.

Il decadimento morale, anche se viene distratto dal suo riferimento immediato o reso inefficace in rapporto al suo obiettivo intenzionale, il suo danno lo farà. E, forse, in misura più grave.

Per tutto questo, non c'è bisogno di dottrina, la coscienza di ciascuno di noi lo sa.

Vale forse per il Cristianesimo post moderno l'osservazione che Marx faceva a proposito del cristianesimo borghese: quella cioè di essere rispecchiamento idealizzante di un ordine in declino? O è addirittura l'adempimento della profezia di Nietzsche che preconizzava per il nostro secolo un grande successo del Cristianesimo Wagneriano: sacralizzazione dell'Eros come dirottamento estetico dell'angoscia?

Viene in mente l'inquietante testo dell'Apocalisse: 'Vidi salire dalla terra una bestia che aveva due corna, simili a quella di un agnello, che però parlava come un drago…, e vidi scendere fuoco dal cielo'.

Nell'Apocalisse c'è pure un futuro inquietante: 'La voce degli arpisti, dei flautisti, dei suonatori di tromba, non si udrà più in te, la voce della mola non si udrà più in te, la luce della lampada non brillerà più in te, la voce di sposo e sposa non si udrà più in te'…

Finora questo non è ancora avvenuto. Il male c'è, ha talora la sua vittoria, ma per poco tempo: tale così è stata l'esperienza della storia.

È l'andirivieni del bene e del male che va sconfitto, iniziando dalla famiglia. Diversamente non saremo mai delle persone civili, sane nel corpo e nello spirito.

Ciascuno di noi sa che cosa significa essere 'sani' nel corpo e nello spirito. È una domanda che nasce dal proprio 'Io', basta fare un po’ di silenzio, ogni sera prima di dormire e dopo aver fatto un bel segno di Croce su se stessi e sui bambini che dormono. (Mons. Giovanni Battista Chiaradia)