ERANO COME PECORE CHE NON HANNO UN PASTORE di Don Adelio Cola

...vide tutta quella folla....

22/07/2012

“Erano come pecore che non hanno un pastore”. È un termine di paragone umiliante ma realistico. La gente senza una guida sicura che la istruisca circa la verità e la guidi con saggezza e prudenza per raggiungerla è come un gregge sbandato. Le pecore non hanno il senso dell’orientamento e non sanno autodifendersi dai pericoli. Senza un pastore possono diventare preda di ladri e vittime di lupi. Il vangelo di oggi riferisce che Gesù “vide tutta quella folla [che l’aveva cercato e seguito]  ed ebbe compassione di loro perché erano come pecore che non hanno un pastore”. Il divino Maestro non si ferma alla compassione; si rivolge alla folla come a discepoli e offre le sue lezioni. Obiettivo: comunicare a tutti la Verità. Pilato un giorno gli chiederà che cosa sia la verità, ma egli non risponderà perché l’interrogante non era disposto ad accettarla. Di fronte ai ‘poveri nello spirito’, umili e fiduciosi soltanto in Dio, egli parla. L’evangelista Luca scrive: “Parlava loro del regno di Dio e guariva quanti avevano bisogno di cura”  Ma non basta: la folla è affamata dopo giorni che lo segue e Gesù distribuisce a tutti pane e pesce in abbondanza.

Quanto sarebbe bello (e anche ‘comodo’!) risolvere con un miracolo i problemi attuali di milioni di persone che oggi nel mondo soffrono la fame e la sete! Ma il Signore si fida di chi li potrà soddisfare nelle loro necessità distribuendo il superfluo. Soltanto alla fine egli interverrà per premiare o punire chi ha o non ha capito che ‘donare ai poveri è prestare a Dio’. Ed egli restituirà quanto ha ricevuto nei poveri con generosità onnipotente. Gli altri avranno quanto si meritano.

In quanto alla ricerca d’un ‘pastore’, la folla oggi corre il rischio di fidarsi del primo che le si propone come maestro, di chi grida più forte, di chi promette mari e monti illudendo gli ingenui di raggiungerli accettando e mettendo in pratica le loro ‘lezioni’ di vita. Ma per quanto riguarda la vera VITA, non bisogna dimenticare che “uno solo è il nostro maestro, il Cristo, e noi siamo tutti fratelli”. Ai suoi discepoli egli confermerà la sua missione di maestro, dopo aver loro lavato i piedi: “Voi mi chiamate ‘il Maestro’ e ‘il Signore’, e dite bene; perché lo sono. Se dunque vi ho lavato i piedi, io, il Signore e il Maestro, anche voi dovete lavarvi i piedi l’un l’altro. Infatti vi ho dato un esempio  affinché come io ho fatto a voi, anche voi facciate. Sapendo questo, beati voi se lo praticate”. Ecco la lezione ed ecco il premio per chi la mette in pratica.  Egli è fedele e mantiene la promessa della beatitudine  eterna. Non fa promesse al vento, che poi non potrà mantenere. Egli è l’Onnipotente.