ESALTAZIONE DELLA CROCE …. di don Gigi Di Libero sdb

… un serpente di bronzo e la croce…

14/09/2014

In questa domenica si celebra la festa della Esaltazione della Croce.

Le letture, assai significative, ci introducono sul significato profondo della Croce di Cristo.

Capire la Croce di Cristo è il cammino unico e prezioso per entrare nel valore insostituibile che Cristo stesso ha per ogni uomo, anche se non credente o non cristiano.

Mi permetto di sottolineare questa riflessione con il desiderio di dialogare davvero con tutti: noi esseri umani siamo radicalmente bisognosi di salvezza e di riscatto dalle sofferenze e dalle paure esistenziali che la vita prima o poi ci mette in conto.

Le letture fanno riferimento a due segni particolarissimi: il serpente di bronzo fatto da Mosè nel deserto per ordine del Dio e la croce su cui è inchiodato Gesù sul calvario.

Chi ha la fortuna di visitare, in Milano, la Basilica di Sant’Ambrogio (più fortunati i milanesi che in questa Basilica si radunano ogni domenica come comunità parrocchiale), entrando e ammirandola dal fondo della navata centrale con uno sguardo attento, si accorge che all’inizio della navata, ai lati, su due colonne sono issati questi due segni: a sinistra, guardando l’altar maggiore, un serpente di bronzo e a destra una croce.

Come dire: questi due simboli sono uniti e collegati strettamente e segnano l’inizio obbligato di un cammino di liberazione e di salvezza per tutto il popolo: mi sia permesso di affermare “per tutta l’umanità”.

Il serpente di bronzo, issato da Mosè su un palo al centro dell’accampamento per ordine di Dio, se “mirato” con occhi imploranti e abbandonati alla misericordia di Dio che il popolo aveva offeso e abbandonato, salvava dai morsi mortali dei serpenti che avevano invaso l’accampamento.

Dunque un popolo intero che si riconosce peccatore e infedele, un castigo drammatico e portatore di morte, la necessità di una fede che si abbandona totalmente fiduciosa alla misericordia di quel Dio che era stato abbandonato e buttato via; uno sguardo verso l’altro che esprima la fede profonda di affidarsi all’unico salvatore, la liberazione della morte!

Gesù, sapendo che si trovava in procinto di essere succiso, secondo il piano di infinita misericordia del Padre per liberare tutta l’umanità con il sangue e la morte di suo Figlio da ogni peccato e infedeltà, presenta ai suoi discepoli questa sua volontà obbediente che si sta realizzando.

Pietro si ribella all’idea che il salvatore dell’umanità faccia una fine così infame, ingiusta e vergognosa, ma viene richiamato con fermezza da Gesù ad un completo ravvedimento dalla sua mentalità trionfalistica e invitato a mettersi dietro i passi di Gesù con una fede, frutto di amore infinito, che riconosce nelle sua scelta il cammino del Padre, Dio misericordioso: 'Lungi da me, satana!  Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini' (Mc 8,31-33).

Ed ecco l’illuminate e per noi sorprendente riferimento di Gesù al “serpente di bronzo” come simbolo della misericordia infinita di Dio che salva tutti gli uomini purché riconoscano le loro miserie e si abbandonino con fede al suo Amore.

In questo riferimento ci sono alcuni punti fermi che dobbiamo fissare: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo” (Giovanni 3,14).

Il “bisogna” esprime il piano di amore del Padre che dona il suo Figlio totalmente e senza riserve fino ad accettare la sua morte, negativa risposta umana all’amore infinito di Dio e del Figlio.

Il verbo “innalzato” indica che Gesù è innalzato sulla croce come il serpente sul palo, ma per Giovanni essere innalzato vuol dire che Gesù sulla Croce è definitivamente e radicalmente glorificato come vero salvatore dell’umanità!

Il secondo punto fermo“attirerò tutti a me” (Giovanni 12,32) esprime con forza la volontà di Gesù di attirare ogni essere umano, tutta l’umanità, al suo cuore trafitto per amore sulla croce perché tutti ricevano quell’amore misericordioso che salva e ridona vita e gioia piena e abbondante.

Infine un terzo punto fermo che noi tutti, mi auguro, sappiamo accettare e realizzare con assoluta disponibilità nella nostra vita e in ogni occasione in cui sia più esigente accettarlo e viverlo: attirati da Gesù in croce, con un abbraccio amante decidere di imitarlo per sempre e radicalmente: “Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua” (Luca 9,23).

don gigi di libero sdb

gigidilibero@gmail.com