TV o Rosario?

Partendo da una lettera aperta di Barbara Alberti alla TV, se ne commentano favorevolmente le osservazioni in funzione della preghiera, in questo mondo dominato dalla televisione

08/01/1996

Sul numero 47 di "Sette/Corriere della Sera", Barbara Alberti scrive una "Lettera immaginaria della tivu' a una scrittrice: "Non è colpa mia se mi adorano. Gli uomini hanno scordato il divino. La soluzione? Cercatela a mani giunte" e titola il suo pezzo: "Posate il telecomando e prendete il Rosario: pregare è modernissimo.

E' una lettera molto bella e interessante. Ne cito qualche frase, con un breve commento. Dice la tivu' in quella lettera, p.e.: "Qualsiasi cosa succeda, è sempre colpa mia. Colpa mia? No. Io sono innocente. Io non sono il diavolo, il diavolo me lo avete messo dentro voi. Io sono neutra, sono solo un mezzo di comunicazione, e posso essere usata bene o male."

Verissimo: il mezzo è magnifico; l'uso è spesso infame, addirittura delinquenziale. Con la scusa del diritto alla libertà di informazione si violano altri diritti, ben più profondi ed essenziali. Non occorre ricordare che "il mio diritto finisce dove viola un diritto altrui". Ma certe ideologie materialistiche e consumistiche hanno inventato quella scusa per poter fare quello che si vuole. Ne abbiamo più colpa noi, spettatori, o la tv? La gente ha la tv che si merita.

La lettera continua: "Mi accusate della disgregazione della famiglia, però intanto mi state sempre inginocchiati davanti. (...) Ci sarebbe una grande alternativa: la preghiera.

La famiglia degli anni Cinquanta (anche molto prima!, dico io!) pregava la sera , quando c'era un'immagine sacra al mio posto. Ripetere le avemarie era un tormento, ti ricordi? Ma si stava con se stessi, si rifletteva all'essenziale. (...) Era bello dormire benedetti. Lo so, non siete più abituati."

Ancora una volta: verissimo, anzi magnifico. Ho sempre conosciuto, ma conosco ancora famiglie che tutte le sere dicono il Rosario e poi magari vedono anche la tivu', ma non a caso; scelgono e, caso mai, spengono. Magari qualche parroco - ho saputo - dice loro: "Non bisogna essere fanatici! Non è necessario dire sempre il Rosario e nemmeno confessarsi sempre!" Qualche parroco! Anche se è vero che non bisogna essere fanatici ecc. ecc.. Ma, intanto, quelle famiglie, anche con 7 o 8 figli, col solo babbo che lavora da operaio, riescono a tirare avanti sereni e a vivere dignitosamente, nonostante le strane esortazioni del parroco.

In quella lettera, la tivu' esagera quando dice che al posto suo c'era un'immagine sacra o che l'immagine sacra è stata sostituita dalla tv. Possono stare bene l'una e l'altra. E' questione di equilibrio e di fede in Dio. Scrive ottimamente quella lettera: "Il pregare non e' anacronistico, anzi e' modernissimo, proprio della nostra apocalisse. A chi rivolgersi, se non a Dio? All'uomo? Di voi, uomini, non c'e' da fidarsi, vi massacrate da quando avete messo piede sulla terra."

Brava tivu' di Barbara Alberti! Sì, è questione di equilibrio e di fede in Dio; ma prima ancora e' questione di intelligenza e di buon senso (quella dote che, purtroppo, ciascuno e' convinto d'averne abbastanza!)!
 
P. Nazareno Taddei sj