Vergognarsi di essere Italiani?

È peccato vergognarsi d'essere italiani? Viste le nefandezze di molti uomini delle istituzioni, la tentazione può venire; ma lì non è tutto.

15/09/1996
L'ultima predica l'avevo preparata per il ferragosto e me la trovo pubblicata in settembre. Così anch'io mi sono un po' fermato. Non per vacanze. Riprendo ora con nuova lena.
La sig.ra B.N. mi internetta: "Parecchie volte, soprattutto in questo 1996, mi sono vergognata d'essere italiana. È peccato?" Rispondo. E' peccato? Mi pare che la risposta sia semplice: uno dovrebbe vergognarsi del male che fa lui; non di quello che fanno gli altri, anche se, in qualche modo, lo rappresentano.
Di questi tempi, non si può certo essere fieri del comportamento di alcuni (o molti) rappresentanti delle istituzioni (dalla politica alla magistratura, dall'imprenditoria ai prestatori d'opera, dalle tv alla stampa, ecc.); ma non vedo perché dovremmo vergognarci noi che ne siamo eventualmente vittime.
Che si vergognino loro, quando prendono la menzogna a sistema di potere, magari per i propri interessi personali o di gruppo; quando cedono a pressioni più forti, tradendo così un loro preciso impegno verso la nazione e i singoli cittadini; quando rubano o sollecitano o aiutano a rubare; ecc..
Ma, stiamo attenti a non confondere le singole persone con l'istituzione: di fronte a uno o mille magistrati o politici o altri che abusano della loro posizione (generalmente in mala fede, ma talvolta anche in buona fede, magari per ignoranza, per (dis)educazione, per presunta necessità, o altro) non dobbiamo dire "magistratura o politica corrotta". Non sarebbe giusto e sbaglieremmo noi.
Quindi, ragioni per vergognarsi ce ne sono a bizzeffe, per molti italiani (e forse anche per noi); e probabilmente non sempre ci si salva da qualche peccato anche grave. Ma che io mi vergogni d'essere italiano, perché quei piccoli o grandi delinquenti sono italiani, non è peccato: è semplicemente una sciocchezza.
Vorrei però approfittare dell'argomento per dire che la domanda della sig.ra B.N. fa piacere, non solo perché rivela una persona coscienziosa e attenta, bensì anche perché oggi la tendenza è quella di cancellare il concetto di peccato e il senso di colpa, col motivo che il cristiano dev'essere positivo, com'è positivo Dio, alla cui immagine e somiglianza siamo stati creati. Tutto vero; ma è anche vero che Dio gettò Adamo ed Eva fuori del Paradiso.
È vero, tuttavia, che spesso c'è stata una cosiddetta educazione cristiana troppo legata al concetto di peccato anziché a quello di amore verso Dio e verso il prossimo, che sono il primo e il secondo dei comandamenti. Ma si può esagerare dall'una e dall'altra parte; e l'esagerazione è frutto del cattivo uso della libertà e quindi del peccato e non di esatta concezione dell'amore.
Cordialmente,
P. Nazareno Taddei sj