Sindone e Sacramento

I milioni di persone che visitano la Sindone fanno riflettere: è solo fanatismo o c'è qualcosa di più?

02/05/1998

Il sig. H.M. mi internetta: Nei pochi mesi che la Sindone si potrà vedere, sono previsti più visitatori di quelli che in un anno visiteranno tutti i musei italiani insieme. Non si può parlare di fanatismo, se non si sa ancora cos'e' quel lino?
Rispondo volentieri.

Anzitutto, non si può dire che non si sa cos'è quel lino.

Come minimo, è un misterioso fenomeno scientifico, ben più di qualsiasi altro fenomeno archeologico.

Esso infatti e' il negativo - quindi un'immagine fotografica, ottenuta non si sa come - di un corpo, avvolto nel sepolcro in un lungo lenzuolo che l'avvolgeva tutto longitudinalmente sopra e sotto, girando sopra la testa; corpo che, ai tempi di Ponzio Pilato, e' stato crocifisso dopo essere stato flagellato, coronato di spine, dopo aver portato la croce ed essere cascato per terra, trafitto al costato con una lancia romana e senza che gli fosse spezzato alcun osso; proprio come di Gesu' descrivono i Vangeli e come avevano previsto i profeti; e come non pare possa essere mai successo per nessun altro crocifisso.

Che quel corpo sia proprio quello di Gesu', la Chiesa attende ancora la risposta definitiva della scienza prima di pronunciarsi. Ma, per quel che già si sa, francamente è più facile ammetterlo che non ammetterlo. In secondo luogo, il fanatismo.

A costo di mancare di rispetto per quei milioni di pellegrini, direi: se si tollera il fanatismo - spesso insulso - per certo calcio, per certi cantanti o per un sacco di altre manifestazioni, perché non tollerare questo fanatismo - supposto che lo sia - per qualcosa che, come minimo, è un vero fenomeno storico e scientifico? Insisto nel dire supposto che sia fanatismo, proprio perché quell'accorrere di visitatori non e' un business come il calcio o i concerti di piazza; e' qualcosa che ha un grande valore d'interesse oggettivo, anche se quel crocifisso non fosse stato Gesu'.

Quindi non fanatismo, bensì, nella peggiore delle ipotesi, sana e giustificata curiosità: santa o non santa che sia.

Ma, al punto in cui siamo con le ricerche scientifiche, come sopra ho accennato, è ben difficile pensare che, di quei milioni di visitatori, la gran parte non sia fatta di gente che crede e affronta, per devozione, il sacrificio del viaggio e di una visita che dura due soli minuti.

Si pensi anche solo ai milioni di pellegrini della Mecca o ai bagnanti di purificazione nel Gange: tutti fanatici?

E lì vanno per ubbidire a qualche norma della loro religione; a Torino invece vanno per iniziativa personale e spontanea.

Non parliamo allora di fanatismo, anche se in qualche caso ci potrebbe essere. Nessuno - mi pare - ha diritto di condannare o di pensare male.

E non dico, come probabilmente potrei e dovrei: "vox populi vox Dei", cioè vedere in questo accorrere di masse una ulteriore prova dell'autenticità della Sindone.

Il discorso, piuttosto, può e deve essere un altro. Supponiamo che la Sindone sia autentica, cioè che il crocifisso che ha avvolto sia Gesù.

Come non dire che si tratta di una meravigliosa reliquia? E se fossero autentiche le spine e i chiodi e i pezzi di croce di Gesù che, secondo la tradizione, si trovano qua e là, come non dire che anche quelle sarebbero meravigliose reliquie?

Ma la Sindone è certo la più imponente, perché ci ridà il vero volto di Cristo, sia pure tumefatto dalla barbara tortura inflitta da Pilato per poter dire quell'"Ecce homo" che doveva commuovere e invece ha imbestialito gli accusatori. Meravigliosa reliquia, degna di ogni venerazione e rispetto! E vorrei dire: beati quelli che potranno vederla con i propri occhi e non solo in fotografia! Anch'io spero di essere tra quelli.

Tuttavia, il discorso non si può fermare qui. Riflettiamo un istante: il Corpo di Cristo, anche se non materialmente tangibile, ma vivo e vero, ce l'abbiamo a portata di mano, quando vogliamo, nei tabernacoli delle nostre chiese.

Lo possiamo visitare; lo possiamo addirittura mangiare . L'Eucarestia non entra in noi solo come immagine della nostra retina, sia pure commoventissima; ma Gesù entra in noi fisicamente col suo corpo fisico, vivo e completo, benché mistico, cioè inaccessibile al tatto materiale, anche perché quello che tocchiamo materialmente è il corpo delle Sacre Specie in cui esso è convertito (transubstanziato).

Un po' di differenza, comunque: da una parte, un lino che ha toccato materialmente quel corpo 2000 anni fa e ne conserva ancora, oltre la misteriosa immagine, le vere tracce del sangue; dall'altra, il vero corpo fisico, vivo e immortale, sia pure in forma mistica, cioè immateriale, che da quel lino è uscito risuscitato.

Quanti dei visitatori, di fatto o di desiderio, ci penseranno? Eppure è la semplice verità.

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj