Mille e non più mille

Dobbiamo credere che alla scadenza del 2000 finirà il mondo? Ma chi l'ha detto!?

20/10/1998

La sig.a P.R. mi internetta: "Si può credere al "Mille e non più mille" che qualcuno in giro sta predicando?"

Rispondo: se vuole, creda pure; ma sarebbe una sciocchezza.

Perché?

Perché Gesu' ha detto (Mc. 13, 33): "Riguardo a quel giorno o a quell'ora, nessuno sa niente, neppure gli angeli del cielo, ne' il Figlio, ma solo il Padre. State attenti e vegliate, perché non sapete quando verrà il momento."

Quindi credere che alla scadenza del 2000, proprio alla mezzanotte del 1999, finisca il mondo è credere a qualcosa che non possiamo sapere; peggio che sapere quando e come moriremo.

Piuttosto direi che fa pensare anche quell'altra cosa che Gesù ha detto (Lc 18,8) e che proprio oggi (Domenica 29ma) la Liturgia ci ricorda: "Vi dico che Dio renderà giustizia con prontezza. Tuttavia, il Figlio dell'uomo alla sua venuta (alla fine del mondo), troverà la fede sulla terra?"

Già, questo e' il problema: credere alle fole e' segno che la nostra fede in Dio comincia a venir meno o e' venuta meno. Questo non è il Suo caso, signora, perché Lei almeno cerca di sapere e quindi mette il dubbio su quelle sciocchezze e chiede spiegazioni. Ma il problema è quello.

Comunque, ho parlato di sciocchezza; ma il problema e' forse meno semplice e anche meno sciocco di quello che può sembrare. S. Paolo (1Tes. 1,2) scrive: "Il giorno del Signore verrà come un ladro di notte." e spiega, specificando la descrizione spaventosa di quel giorno, fatta da Gesu' in Mc cit., scrive (2Tes, 2,3): "Bisogna che prima venga l'apostasia e si manifesti l'uomo del peccato (...) colui che si chiama Dio o e' adorato come tale (...)."

Tuttavia, già al tempo dei primi Cristiani, S. Paolo se l'era presa con il diffondersi delle voci sulla prossima fine del mondo (2Tes 2,2): "Vi preghiamo, per quanto riguarda la venuta del Signore (alla fine dei tempi) di non lasciarvi turbare la mente, ne' allarmare, sia da rivelazioni di spirito, sia da discorsi, sia da lettere come se fossero messe in giro da noi, quasi che il giorno del Signore sia imminente."

Ma quelle voci avevano un certo fondamento, tuttavia con interpretazioni esasperate o erronee, nelle Settanta settimane di Daniele, in certe frasi dell'Apocalisse ; del resto, Gesu' stesso aveva detto (Mt. 23, 36): "In verità vi dico, tutto questo verrà su questa generazione!" Ma quel "tutto questo" non era la fine del mondo, e la "generazione" era quella dei farisei che Egli stava apostrofando.

Una concezione millenaristica era entrata nelle comunità cristiane anche sulla base di qualche passaggio dell'Apocalisse (Ap. 20, 4-5): "le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e a causa della parola di Dio e quanti non adorarono la bestia, ne' la sua immagine e non ricevettero il marchio sulla fronte e sulla mano; essi presero a vivere e a regnare con il Cristo per mille anni. Il resto dei morti non prese a vivere finché non si compirono i mille anni. Quella e' la prima resurrezione."

Quindi i morti anche spiritualmente (i peccatori) continuano nel castigo (l'assenza di Dio); ma fino alla fine dei mille anni, perché - continua l'Apocalisse (Ap 2,1): "Io vidi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il primo cielo e la prima terra erano passati e il mare non esiste più. S. Paolo scrive (1Cor. 15,22sg): "E come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.(...)"

La concezione è continuata nei secoli dal II secolo dopo Cristo con i Montanisti, al 1500 con gli Anabattisti fino al primo Ottocento con i protestanti nord-americani ( il battista William Miller che, rileggendo le Settimane di Daniele aveva previsto la fine del mondo nel 1844), a oggi p.e. con i seguaci degli Avventisti e i Testimoni di Geova.

Ma l'esperienza del "Mille e non più mille" è già tramontata e molto probabilmente non si ripeterà. Dico "probabilmente", proprio perché non conosciamo ne' il tempo ne' l'ora.

Ma ho parlato di "sciocchezza" a torto e a ragione: a torto perché il problema e' molto serio; a ragione perché attaccarsi a invenzioni, suggestioni, chiacchiere che di fatto distraggono dalla fede e' una vera sciocchezza, perché è darsi una grossa zappa sui piedi.

E scusatemi.
Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj