Le gemelle siamesi peruviane

Operare per correggere un errore della natura oppure lasciare le cose come stanno?

28/05/2000

Il sig. T.P. mi internetta: "Cosa pensare del caso delle gemelle siamesi: operare o non operare? e di Bruno Vespa che ne ha fatto parlare in quel modo?"

Rispondo: un caso veramente umano, soggetto alla morale e non solo alla cosiddetta etica (laica).

Delitto della natura, come ha detto Luciano Rispoli ? (Di Rispoli, peraltro, condivido pienamente le osservazioni soprattutto circa la parata dei media.)

No! un errore della natura, dovuto a chissà quali cause dirette e/o indirette. Di questo errore, tuttavia, permesso (non voluto, come ha insinuato qualcuno di "Porta a Porta") da Dio, Dio si è servito; e si servirà per il bene; p.e. il caso è stato fin da subito una impressionante occasione per il magnifico esempio cristiano offerto dalla madre che s'era preoccupata fin dai primi momenti di battezzare le gemelline e che si era affidata alla volontà di Dio prima, durante e dopo la drammatica vicenda.

Un esempio che ha sconfitto (per chi capisce e vuole capire) l'atteggiamento di mettere sullo stesso piano il dovere morale e il sentimento laicista, chiaramente emerso nelle due ultime puntate di quella trasmissione.

Operare o non operare? Per rispondere a questa domanda, occorre aver risposto a quest'altra: è lecito uccidere una gemellina per far vivere l'altra? Che sia la più debole non conta affatto, sotto il profilo morale, nemmeno se fosse moribonda.

Uccidere - come anche nel caso dell'aborto - è sempre uccidere e quindi sempre illecito. Tuttavia, si poteva invocare un altro principio morale: quello del duplice effetto. Esso afferma che quando un'azione implica necessariamente, e a parità, un effetto buono (la salvezza di una vita) e un effetto cattivo (una morte), si può compiere, ma con la precisa intenzione di raggiungere l'effetto buono.

Questo principio poteva valere nel caso di Marta e Milagro? Non sono in grado di dirlo, perché mi sfuggono alcuni elementi legati alla tecnica operatoria; ma da quello che ho potuto capire mi è sembrato che questi elementi non ci fossero o, quanto meno, che il prof. Marcellini non si preoccupasse di questo aspetto.

Lo si può ricavare anche dall'accusa di astensionismo rivolta al prof. Marino in detta trasmissione di Vespa. Ma, ripeto, non posso dire, né tanto meno posso criticare la posizione di chi ha accettato di compiere l'operazione.

Ma una conferma indiretta, che non ci fossero le condizioni per invocare il principio del duplice effetto, mi pare di poterla ricavare proprio dalla accennata posizione del prof. Marino che, in coscienza e nella sua competenza medica e chirurgica, non s'è sentito di partecipare all'operazione, pur offrendo ai colleghi tutti gli strumenti necessari in sua potere.

Se quindi non possiamo criticare chi ha operato, possiamo però apprezzare - e moltissimo - il comportamento del prof. Marino. Tuttavia, non so (ma io penso di sì) se si possa leggere un intervento della Provvidenza nel fatto che la piccola Milagro è giunta già cadavere in sala operatoria, cosicché il problema morale non si ponesse, quasi a premiare lo spirito di solidarietà verso le gemelline e i genitori, con il quale tutta l'équipe del prof. Marcellini si è prodigata.

Purtroppo però anche Marta non è sopravissuta, quasi ad avvertire i medici di non fidare troppo nella propria bravura e nei propri mezzi. Marcellini ha già affermato che s'è indugiato troppo nell'intervenire e che la prossima volta eviterà che si ripeta l'errore. Glielo auguro di cuore; ma non penso che l'errore, se questa volta c'è stato, giustifichi eventuali attacchi polemici a chi ha agito secondo una coscienza retta.

La natura non compie delitti e l'Autore della natura è lo stesso che ha dettato i criteri per la coscienza. Ho già accennato al clima delle due puntate di "Porta a Porta".

Alle motivazioni di coscienza portate dal prof. Marino, lo scrittore Zecchi ha ribattuto invocando il buon senso, forse dimenticando che il buon senso è quella cosa che ciascuno crede di averne a sufficienza, tanto - appunto - da poter criticare un esperto di trapianti, relegando la sua coscienza tra le cose ormai superate dall'attuale mondo scientifico e non avvertendo che, senza una vera morale, scientia inflat (la scienza gonfia).

Vespa ha cercato il grande scoop, cercando forse perfino di convincere il Marino a cambiare la sua posizione e insistendo nell'inseguire la madre e il padre col figlioletto in arrivo dal Perù; ma tutto questo, a mio avviso, non è andato a suo onore.

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj