Elezioni e Papa in Siria

Ma cosa c’entra la qualità dell’attuale mondo politico? Il significato dell'andare a votare è tutta un'altra cosa

08/05/2001

L'amico G.B. mi internetta: «Proprio oggi (7 maggio) che nel pomeriggio ho visto in tv il Papa esultare nel fervore per l'unità dei cristiani dissidenti da Roma, m'era toccato di ascoltare, sempre in tv dopo mezzogiorno, tre interventi di politici di sinistra che, in occasione delle elezioni, mirano a dividere gli italiani con la menzogna e con l'odio.
«Nell'incontro con l'on. Buttiglione, la ministro Melandri cercava di non lasciarlo parlare, tanto che a un dato momento questi le ha chiesto il favore di rispettare anche lei, come aveva fatto lui, chi sta parlando. Ma dopo qualche istante di silenzio, lei ha continuato a impedirgli di parlare quando l'on. Buttiglione stava per portare prove contro le sue accuse, quasi sempre menzognere. Su altra rete, l'on Boselli ha detto che Berlusconi non vuol dire il suo programma, quando ormai quasi tutti lo sanno a memoria; e, in altra ancora, l'on. Veltroni ha detto che la campagna elettorale s'è distinta quest'anno perché una parte ha parlato di programma e l'altra di insulti. Questo è verissimo, ma scambiando le parti che intendeva Veltroni.
«Cosa dice Lei? Le pare che valga la pena di andare a votare per un simile mondo politico?»

Rispondo: di quale mondo politico Lei parla? Lei cita i comportamenti (secondo la vecchia scuola di Mosca, che si può mentire per la vittoria della propria parte) di politici che sono tutti di quella parte: se vogliamo cambiare quel modo di far politica, c'è l'obbligo in coscienza di votare e di non votare per quella parte.
Giustamente la Chiesa italiana non vuole che i suoi sacerdoti spingano al voto per l'una o per l'altra parte (questa volta poi sono ben più di due!). Ma la Chiesa confida che i suoi fedeli non siano così sciocchi da votare qualcuno «perché è bello» o «ha una bella voce».
Come sacerdote, io devo e voglio fare un discorso religioso, non politico, tanto meno di parte. Il criterio che regola il voto è quello della «verità, giustizia e carità nella libertà». Questo non è un suggerimento politico: è un discorso di morale e di coscienza.
Gli ebrei si aspettavano da Gesù una presa di posizione, politica, contro i romani; ma egli ha preso una posizione secondo verità e giustizia (si ricordi il discorso con Pilato e il silenzio con Erode) pur sapendo che l'avrebbe portato sulla croce; ma, per i suoi (vedi Giuda), non ha fatto la scelta politica ch'essi volevano.

Detto questo, osservo che G.B. ha toccato due punti importanti; il primo è quello di cui s'è detto fin qui e sotto gli occhi di tutti: una parte politica ha impostato la sua campagna (con consultor americano, si noti bene; che pare aver ripetuto l'antico consiglio: "Calunniate, calunniate: qualcosa resterà") sulla demonizzazione del capo dell’opposizione; quando poi finalmente ha dovuto parlare di programmi, non ha mai spiegato perché non ha realizzato, quando lo poteva fare, le belle cose che oggi promette; in compenso qualche giornale estero l'ha sostenuta (e un pop' di puzza non si può non sentire); l’altro, la coincidenza dei politici in tv col viaggio del Papa, oggi in Siria, per l’unità, almeno tra i cattolici di diverse «confessioni».

Questa coincidenza suggerisce qualche riflessione.

• In Italia, la politica ha diviso anche i cattolici . Una parte di questi, in qualche modo, hanno fondato una specie di «confessione» fatta di coloro che – in buona o in mala fede – sostengono che unirsi ai comunisti (si chiamino pure come vogliono, ma lo sono decisamente come mentalità) è addirittura un gesto di solidarietà cristiana.
• La cooperazione anche solo materiale col male non so come possa essere solidarietà cristiana e il venir meno a una parola data, come per molti di quelli, non è certo agire secondo verità e giustizia.
• Una ragazza - tra le migliaia di giovani che a Damasco in nome di Cristo hanno invocato l'unità tra i cattolici - davanti al Papa e ai cinque Patriarchi (due greco-ortodossi e tre greco-cattolici), ha chiesto quasi spavaldamente: «Ma voi la volete l'unità?» (per tre volte l'ha chiesto!) ed è passata a dare la mano a tutti. Presa di posizione che potrebbe essere anche pericolosa per la sua incolumità, il giorno dopo che Saddan ha inveito contro Israele rifiutando, almeno nei fatti, l'esortazione del Papa. Ma è stata una presa di posizione veramente cristiana.

Analoga posizione è quella che dovrebbe prendere ogni cristiano, anche in Italia, in occasione delle votazioni. Gli italiani cristiani, oggi, si trovano infatti in una situazione, analoga a quella della ragazza di Damasco: «Capi delle Chiese volete l'unità?» Per noi: «cristiani, volete che dominino la menzogna e l'inganno?» Di fronte a questa realtà che vediamo ogni giorno da qualche mese, e ogni giorno più palese e arrogante, non dovrebbe essere difficile intuire quale è la scelta.

Sempre a disposizione, cordialmente
P. Nazareno Taddei sj