La Parola di Dio e la Chiesa - di Don Adelio Cola

Siamo tutti chiesa: possiamo dunque tutti interpretare le Scritture?

31/03/2007
Perché, mi viene obiettato, la facoltà di interpretare la Parola di Dio è stata attribuita da Gesù, come dice Lei, soltanto alla Chiesa nella persona di Pietro e dei suoi successori? E’ vero o no che tutti siamo chiesa?”
Le risposte sono facili; meno facile è accettarle immediatamente. Questo avviene soltanto per fede.
Se ci mettiamo a ragionare su tutto quanto riguarda la Chiesa (con la C Maiuscola!) come se essa fosse soltanto una ‘invenzione’ umana o, peggio, politica, non caveremo un ragno dal buco.
Fede, dunque, anzitutto, perché entriamo nel campo della FEDE.
Prima domanda: perché Gesù ha affidato l’autorità di interpretare la Sua Parola soltanto alla Chiesa nella persona di Pietro? Perché è Gesù il fondatore della Chiesa ed ha lasciato la facoltà in questione a chi Lui ha voluto. Ha assicurato a Pietro e ai legittimi successori l’assistenza del Suo Spirito (è lo SPIRITO SANTO, terza persona della Santissima Trinità), affinché il Suo vicario in terra e i suoi successori non interpretassero male la Sua Parola e la manifestassero al mondo in modo autentico nelle verità della Fede e della Morale.
Alla seconda domanda si deve rispondere in modo affermativo. Sì, tutti noi siamo Chiesa. Costituiamo un solo corpo mistico, reale cioè ma non materiale e sensibile, del quale Gesù è il capo. Come nel corpo ci sono varie membra ed ognuna è deputata ad un particolare servizio e ad una speciale funzione per il benessere del corpo stesso, in modo analogo i battezzati hanno nella Chiesa un compito ed esercitano una funzione particolare, ognuno secondo la vocazione e i doni e carismi ricevuti da Dio. C’è, come insegnava san Paolo ai primi cristiani, chi compie l’ufficio di apostolo, chi di evangelizzatore, chi di profeta eccetera.
C’è chi, come in ogni ben ordinata famiglia, ha il compito di dirigere e chi il dovere di comportarsi con docilità alle direttive ricevute. Non c’è nella Chiesa la democrazia come viene praticata in campo politico: non si scelgono regole e leggi con suffragio universale dichiarandole obbligatorie per raggiunta maggioranza. Il motivo è il solito già detto prima: Gesù, il fondatore della Chiesa, non l’ha voluta organizzare democraticamente e quindi nella Sua Chiesa non c’è spazio per la democrazia.
Questo non significa che ognuno debba obbedire come un automa a quanto dice Gesù nel Vangelo e a quanto legittimamente interpreta Il successore di Pietro circa le Parole del Vangelo stesso. Tant’è vero che la nostra adesione alla fede, si tratta sempre di questione di fede!, non deve assomigliare a quella che potrebbe forse corrispondere al comportamento d’un robot, ma dev’essere ragionevole.
Non vuol dire che io obbedisco soltanto se il comando che ricevo corrisponde alla mia ragione e se lo condivido. Significa che accetto per fede l’autorità affidata da Gesù al Suo vicario in terra, il Papa, ed a coloro che con lui condividono l’incarico di insegnare e, come diceva Gesù stesso, di pascere il gregge in nome Suo, unico vero pastore.
C’è ancora un inciso che ha usato l’obiettore al quale ho sommariamente risposto: mi rivolge la domanda con quell’espressione “come dice lei”.
L’affermazione alla quale fa riferimento e che costituisce l’obiezione rivoltami, non è vera perché l’ho detta io, che non ho alcuna autorità in campo. E’ vera perché corrisponde alla volontà di Gesù fondatore della sua Chiesa. 
 
(Don Adelio Cola, Torino, 26 settembre 2006)