Gesù, compagno di viaggio - di Don Gigi Di Libero

Alla ricerca dela felicità e del senso della vita

19/04/2008
La solitudine del sabato santo: il Signore nella tomba.
Silenzio e deserto fuori e dentro di noi.
Anche quest’anno ho rivissuto queste ore, terribili e meravigliose insieme, di fronte alla tomba di Cristo: in questa amarissima solitudine perché Lui è stato ucciso… è morto…
Lui è solo, abbandonato da me e da tutti, senza vita.
 
Questa esperienza interiore mi fa sentire unito, proprio in queste terribili ore, a tanti giovani, incontrati e non ancora incontrati, che sono o si sentono soli.
Il mio cuore mi dice che molti di loro, oggi, hanno trasformato la solitudine in una condizione “normale” e frustrante della loro condizione di vita.
Forse qualcuno di loro perfino la desidera… nella speranza di una superba realizzazione di sé e dei propri sogni.
È l’ebrezza della solitudine che promette gloria e dominio su tutto e che poi, non mantenendo nessuna delle sue illusioni, svuota la mente e il cuore e si trasforma in disperazione e noia.
Personalmente sono convinto che in questa falsa ebrezza si condensino due principi, falsati, che si inculcano spesso e volentieri nella mente dei giovani con una certa educazione, le mode, le ideologie e gli stili e modelli di vita trasmessi nella cultura di massa:
  1. Devi arrangiarti da solo! Devi fare tutto da solo.
    Non farti mai aiutare da nessuno e sarai un uomo forte.
    Devi riuscire a conquistare tutto con le tue energie.
    Non ti fidare di nessuno. 
  2. Sono libero, quando faccio quello che voglio.
    Sono libero, quando faccio di testa mia.
    Nessuno mi deve condizionare.
    Non devo dipendere da nessuno.
Ma i sentimenti e i pensieri del sabato santo, per me che sono credente, e prego ogni giorno di esserlo davvero e sempre di più nel cuore e nella mente, si trasformano in pensieri e sentimenti di vita nuova e gioiosa, per il dono della risurrezione del Signore Gesù.
Sì, perché Lui mi ha insegnato che il seme che si getta nella terra non marcisce ma si trasforma e dona la vita, la vita abbondante di una rigogliosa spiga, ricca di semi nuovi e capaci di rigenerarsi di nuovo.
È questo il mistero e la gioia della Pasqua: INCONTRARE UN COMPAGNO DI VIAGGIO che dona vita, trasformandoti in un coraggioso compagno di viaggio per tanti altri che incontrerai nella vita, capace di donare anche a loro l’ebrezza di vivere condividendo la vita stessa con le sue gioie e le sue lotte.
 
Vorrei dire, con tutto il mio cuore, ai giovani che mi leggessero e che stessero vivendo la dolorosa esperienza della solitudine: amico mio abbi il coraggio di fare Pasqua.
Lasciati conquistare dal Signore Risorto che rompe e sconvolge i due principi educativi che abbiamo evidenziato sopra, e ti dice:
  1. Abbi il coraggio di mettere tutte le tue energie, non nel fare tutto da solo, ma nell’ascoltare le mie parole che trasformano il cuore e lo aprono alla condivisione: «Noi sentivamo come un fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava e ci spiegava la Bibbia!» (LUCA 24,32).
    E troverai il coraggio di confidarti con un amico che sappia capirti, illuminarti e accompagnarti nel non facile cammino della vita!
     
  2. Amico mio diventa nuovo nel tuo desiderio di realizzazione e di libertà e apprendi dalla mia vita che «Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (MARCO 8, 34).
    Lì troverai la vera libertà! La libertà di chi la dona e la perde per amore.
Questa sarà davvero una bella Pasqua per me, povero prete che dona la sua vita ai giovani, e per tanti giovani che sono alla ricerca di felicità e di senso alla loro vita.
Auguri
Don Gigi Di Libero