31 Luglio: Sant'Ignazio - di P. Giuseppe Pirola sj

Una preghiera per i Gesuiti nel terzo millennio

31/07/2008
Ignazio di Loyola, è il fondatore, con altri nove compagni, di un ordine religioso, la Compagnia di Gesù, più conosciuto come ordine dei gesuiti. Chi era costui? Un nobiluccio basco di nome Inigo, nato nel 1491, che aveva scelto la carriera militare. Combattè a Pamplona in una guerretta locale, fu ferito alla gamba, e ricoverato nella casa paterna, subì due operazioni, la seconda per ragioni estetiche. Nella convalescenza avvenne la sua conversione (1521). Cambiò il suo nome in quello di Ignazio. Egli raccontò la sua conversione in un opuscolo, Il racconto di un pellegrino. (Città nuova editrice, Roma 1988).  
Per passare il tempo, aveva chiesto libri o romanzi cavallereschi, che era solito leggere; in casa non ce n’erano e gli diedero gli unici due libri che avevano scovato, una Vita di santi e una Vita di Cristo.
Leggendo si abbandonava ai suoi sogni di come conquistare una gran dama del tempo, oppure di compiere grandi opere al servizio di Dio, come san Francesco o san Domenico, pensieri su cui si tratteneva a lungo, ora questi ora quelli. Scoprì alla fine una diversità: i sogni di carriera e successo gli davano gran piacere ma alla fine lo lasciavano arido e scontento; i sogni di vita santa lo consolavano e lo lasciavano soddisfatto e allegro. “ Finchè una volta gli si aprirono un poco gli occhi; cominciò a meravigliarsi di quella diversità e a rifletterci su, ricavando dall’esperienza come a causa di alcuni pensieri rimaneva triste, e, per altri, allegro. A poco a poco riuscì a conoscere la diversità dei spiriti che lo agitavano: quello proveniente dal demonio e l’altro da Dio”. (p.64)
Fu la scoperta decisiva di tutta la sua vita. La sua vita interiore era un campo in cui Dio o il demonio spingevano la sua affettività a scelte di stili di vita opposte, e i due spiriti era riconoscibili in base a stati affettivi iniziali e terminali opposti, dal piacere all’aridità sterile, o dalla consolazione alla letizia attivante. La scoperta ebbe ed ha il nome di metodo di discernimento spirituale, per trovare la volontà di Dio nella propria vita, senza lasciarsi dirigere da movimenti affettivi disordinati, nella scelta dello stato di vita (sposarsi, essere prete, religioso ecc.) sia per ogni decisione importante da prendere nel corso della vita. Il metodo mise in evidenza nella vita della Chiesa il peso dell’affettività nella vita spirituale, per conoscere e fare amorosamente la volontà di Dio, affettività da non reprimere, ma da ordinare, riconosciuta e guidata nella sua fonte, lo Spirito Santo o il diavolo che tenta l’uomo alla disobbedienza a Dio. L’altra scoperta è ancora più grande: la doppia dimensione dell’obbedienza del singolo e della comunità allo Spirito Santo, attraverso il metodo che consente di riconoscere a quale scelta lo Spirito santo dirige affettivamente chi sa riconoscere, e l’obbedienza canonica alla gerarchia.
Lo sviluppo di questo metodo ricavato da riflessioni su esperienze spirituali personali, proseguì dopo la conversione nel periodo in cui Ignazio rimase in Spagna a Manresa, e visse solo, povero e dedito a una vita di preghiera sempre più profonda, e in altri momenti successivi decisivi della sua vita, a Parigi e a Roma. Da qui nascerà il libretto degli Esercizi spirituali, diviso per tappe definite, fondate nel Vangelo o annuncio di Cristo del Regno di Dio, che preparano e dispongono alla libertà da affetti disordinati, per conoscere la volontà di Dio individuale e/o comunitaria e decidersi a compierla per amore, assecondando la spinta affettiva dello Spirito Santo.
Le scelte di vita di Ignazio furono fatte sempre in base a questo metodo. Prima fu un povero pellegrino itinerante, che visse una vita solitaria di povertà e di preghiera, in Spagna prima e poi in pellegrinaggio a Gerusalemme. Poi decise di darsi agli studi, necessari per operare apostolicamente nel mondo, e dalla Spagna passò quindi all’Università di Parigi. Lì conseguì il suo M.A. e conobbe i nove compagni che conquistò attraverso gli Esercizi Spirituali che diede loro, per conoscere e fare insieme la volontà di Dio. la prima decisione fu di vivere l’itineranza apostolica in estrema povertà in Palestina, imitando alla lettera la vita pubblica di Gesù Cristo, come Ignazio; impediti per fatti contingenti di andare in Palestina, finalmente capirono che la volontà di Dio era per loro di andare a Roma e mettersi a disposizione del Vicario di Cristo per la missione del regno di Dio nel mondo. A Roma, con l’approvazione della Santa Sede nel 1540, nacque l’ordine della Compagnia di Gesù, di cui Ignazio, eletto generale scrisse le Costituzioni. Le prime decisioni apostoliche di Ignazio provano ancora una volta la validità del metodo decisionale ignaziano. Ignazio seppe leggere i segni dei tempi e cioè i due avvenimenti principali della sua epoca, e la conseguente vocazione del Signore: la Riforma luterana e la scoperta del nuovo Mondo. Alla Riforma provvide con l’invio del suo compagno Pietro Favre in Germania per trattare con i consiglieri dell’Imperatore e con i luterani per una soluzione spirituale della questione, e con l’istituzione dei collegi per l’educazione cristiana della gioventù; al nuovo mondo inviò Francesco Saverio nelle Indie cui seguì lo sviluppo delle missioni in Cina e Giappone, e in seguito delle missioni in America latina, la cui novità radicale di impostazione fu bloccata due secoli dopo anche dall’autorità ecclesiastica del tempo.
Morì a Roma nel 1556.   
La santità di Ignazio e dei gesuiti coincide perfettamente con la capacità spirituale di discernere con il metodo decisionale di Ignazio, o discernimento degli spiriti, la volontà di Dio per la propria vita e per le scelte apostoliche dell’Ordine, in ogni epoca storica, e di compierla assecondando la spinta affettiva dello Spirito Santo, per il venire del regno di Dio in questo mondo, e cioé la liberazione degli uomini da ogni ingiustizia e dalla morte come finire in niente. Mentre celebriamo la festa di sant’Ignazio preghiamo perché i gesuiti siano all’altezza di questa loro vocazione.