L'Avvento - di Mons. G.B. Chiaradia


30/11/2008
Dal latino «adventus» (ad=vicino, davanti; ventus=arrivato): ma in questo caso oso tradurre semplicemente il «vento» «secundus et ferens», cioè un vento favorevole, che spazza via illusioni e fantasie, lasciando il posto alla pura verità.
La verità è un Bambino che nasce in una stalla, perseguitato già da piccino.
Cresce ed impara a lavorare in una officina da carpentiere.
Studia non si sa come, tanto che un giorno, ancora ragazzetto, si incontra con i sapienti del Tempio che si meravigliano di tanta sapienza.
A trent’anni esce di casa, vive per strada, qualcuno forse lo ospita.
Parla di un avvenire che non è fantasia ma realtà, salva da malattie col palmo della sua mano, con lo sguardo fa alzare da terra un paralitico, sfama con poco pane un centinaio di persone.
Da grande lo uccideranno in modo terribile: la Croce.
Mani pietose lo seppelliranno in una tomba di pietra.
Lui la spezzerà e si presenterà vivo, con i segni della Croce, alla Madre, ai suoi, alla storia.
Di Lui parla il primo libro della Bibbia (Genesi 3,5), chiamato precisamente Protovangelo, in maniera molto velata, ma chiara: un «figlio di donna» che porterà la salvezza.
Più avanti Davide parla di un dominatore il cui splendore è simile alla luce del sole (2 Sam. 1-7).
L’oracolo di Balaam, un veggente che viveva nelle montagne d’oriente, parla di «una stella che nascerà da Giacobbe» (Num. 24,15).
Il profeta Isaia, che incontreremo spesso nel periodo d’Avvento, dice: «Una Vergine concepirà e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuele (parola ebraica che significa “Dio con noi”) ».
Michea, contemporaneo di Isaia, vede uscire dalla piccola Betlemme il Salvatore: «la sua origine è dai tempi antichi» (5,1-4).
La lettura della Bibbia ci fa trovare di fronte al mistero e da quelle voci misteriose nascono gli interrogativi: «Chi sono quelle voci dell’antichità ancestrale che annunciano un Messia, voci che ti colpiscono e ti interrogano, soprattutto ti trasformano il tempo e te lo rendono da fuggevole folletto in un interrogativo sul tuo vivere ed operare?
Ti accorgi che non sei solo nel mondo, hai con te delle voci dell’antichità ancestrale che ti conducono in una strada in cui finalmente trovi il tuo sito e in cui ti senti importante e sicuro.
Ti accorgi pure che non bastano le luminarie nelle strade e il cenone nelle case.
È vero, donano meraviglia, commozione di cui abbiamo bisogno in un tempo di rischi e di paure.
Si, lo spettacolare ha il suopregio, per un momento ti senti appagato e commosso.
Ma se ogni sera, in questo periodo di Avvento pensi a quel Bimbo che nascerà ancora in una strada (come nascono milioni di bambini dell’oggi) e lo vedi crescere in bontà e sapienza, tra ragione e commozione, la tua giornata sarà una memoria costante di quello che sei e di quello che devi essere. (Mons. Giovanni Battista Chiaradia)