La famiglia, Sacra Famiglia - di P. Giuseppe Pirola sj

La pienezza dell'amore di uomo e donna nel disegno divino

27/12/2008
Che cosa vuol dire parlare della famiglia, Bibbia e vangelo alla mano? Sappiamo che oggi non è in crisi solo la vita familiare, è in crisi e sottoposta a critiche pubbliche durissime lo stesso istituto della famiglia, cioè che cosa voglia dire la parola famiglia. Il giornale lo leggiamo tutti. Ma la sacra Scrittura, la parola di Dio che dice della famiglia?
Cominciamo con lo sgomberare il campo da un equivoco: la Scrittura non è il testo di una legge o di una norma. Essa ci racconta invece la storia della famiglia. Ricordate Adamo, solo? ricordate Dio che dice, “non è bene che l’uomo (il maschio), sia solo: gli farò un aiuto simile a lui”? Un modo per dire che la creazione dell’uomo non era ancora compiuta. Parole semplici che ci ricordano l’origine della famiglia, che l’uomo di cui parla la Scrittura è la coppia, non il solo maschio: “maschio e femmina Dio li creò”. In principio non era il maschio o la femmina; in principio era la coppia. E non solo né primariamente per la moltiplicazione della specie. Quando Dio presentò Eva ad Adamo, Adamo esclamò: Tu sei osso delle mie ossa; carne della mia carne; si chiamerà donna (Adamah) perché fu tratta da Adam”. E il senso è più chiaro di quanto non lo sia il gioco di parole tra Adam e Adamah, maschio e femmina, da non tradurre con uomo e “uoma”, ma donna. Vuol dire che Dio fece la coppia nella sua differenza, le due facce dell’unico essere umano, che non trae origine dal maschio ma da maschio e femmina, diversi e eterogenei, non omogenei, ma simili, partners l’uno dell’altra, che non esistono separati ma solo insieme. Basta leggere il seguito, quella specie di didascalia che segue: “perciò il maschio lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna, ed essi diventano una carne sola”. Non più figli, ma coppia libera e autonoma anche dai propri genitori, che non ha vergogna della propria nudità e differente identità corporea, e la mette in evidenza, offrendola in uno scambio di doni. La relazione ha perciò un solo nome, amore, libero e mutuo dono di sé.
 
Ma la storia dell’origine della coppia che la Bibbia racconta non finisce qui. Troppo bella per essere vera? Dove la troviamo una famiglia così? E infatti la storia è troppo bella; la famiglia non va né mitizzata né idealizzata; così non si tiene conto delle difficoltà che l’attraversano, degli ostacoli da superare quotidianamente; mitizzando e idealizzando la vita familiare, si rischia di non riuscire più né a capirla né a viverla dal di dentro, giorno dopo giorno.
Continuiamo a leggere la storia della famiglia e cioè il racconto del peccato originale.
Il peccato originale non è altro che l’origine e la radice di ogni peccato che facciamo ogni giorno. Consiste nel cedere alla tentazione del demonio, il quale prima insinua che Dio è un dio che comanda e detta legge perché è geloso e nemico della nostra libertà umana, e poi ci invita ad affermare la nostra libertà, liberandoci da Dio, per essere noi gli autori e forgiatori della nostra identità e della nostra vita familiare. È la coppia “fai da te” che non ascolta più la parola del Signore. Quale fu il risultato? La vita familiare diventa un dramma, il triste gioco tra desiderio sessuale e lotta per il comando e il dominio di questo su quella e viceversa; il fare figli diventa sfiorire e perdere la propria vita. La coppia si apre a tutte le avventure di cui sono protagonisti il sesso e la tentata schiavizzazione tra i due; il gioco tra il ciò che piace e chi la vince o comanda. La mutua trasparenza originaria, il mutuo riconoscimento dell’eguale libertà, l’amore e il libero dono, è finito. E i matrimoni si rompono…E i figli diventano un problema in più.
 
Che ci dice allora la Scrittura della famiglia? Ci dice che la vita familiare non è una vita da vivere manuale alla mano, elenco di leggi da applicare volta per volta al caso (questa sera tocca a te lavare i piatti, e a me tocca invece uscire a divertirmi..). La vita familiare quotidiana si estende tra due estremi che vanno dal lato bello, alla fruizione del frutto dell’amore liberamente donato e insieme goduto, gioia dei coniugi, gioia dei figli; all’altro estremo, il lato brutto dei problemi molti e differenti, sociali e individuali, che ostacolano la pratica quotidiana dell’amore coniugale, filiale, fraterno o sororale; la vita familiare è esposta a continui rischi, può sempre mutarsi in gioco triste di concupiscenza sessuale e dominio.
 
La parola di Dio non ricorre a norme la cui osservanza garantisca la riuscita della vita familiare. Richiama invece la coppia al suo compito quotidiano, l’avere cura cioè del proprio amore coniugale, per poter essere insieme più forti di tutte le situazioni, tentazioni, rischi, e l’inaridimento dell’amore in una routine abitudinaria. Un provetto autista sa muoversi in qualunque situazione di traffico caotico, perché sa guidare. Ricordate? Io scelgo te.. nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà.. scelgo te.. e sarà il nostro amore che deciderà delle situazioni, ignote nel momento della promessa nuziale, non le situazioni cui la vita familiare è esposta nelle vicende della vita quotidiana, a decidere e a porre fine al nostro amore. L’amore è come i semi: continuano a fiorire e a diventare pianta e frutto, se sono coltivati quotidianamente. E la Scrittura aggiunge: e quando si sbaglia, non c’è che ricorrere alla mutua amorevole correzione… al mutuo perdono tra coniugi e tra genitori e figli e al perdono di Dio. Dio dice a tutti dopo ogni caduta: alzati e cammina. Sempre. Non dimentichiamo la parola del Signore. Non cediamo al diavolo e alla sua menzogna che Dio è il nemico della nostra libertà, che la vita familiare si vive con il “fai da te”, mettendo da parte Dio e la sua parola. Amore libero non può significare vincolo che si può rompere a piacere, spezzando non solo la vita altrui ma anche la propria.
Con ciò non sono entrato in nessuno dei problemi che oggi si diffondono: libere convivenze, divorzi, convivenze tra omosessuali. Il vangelo non detta leggi: Anche l’indissolubilità del matrimonio prima di essere una norma religiosa, è il risultato di un amore di alta qualità, e della fonte cui attingerlo: l’amore con cui Dio ha amato per primo la coppia umana. Il vangelo offre una proposta di vita familiare cristiana alla libertà umana, il compito di avere cura del proprio amore coniugale perché l’amore non fallisca. Sono venuto, dice Gesù, per la vostra gioia affinché sia piena.              
P. Giuseppe Pirola sj