La SS. Trinità: davvero così ordinaria? - di Don Adelio Cola

Alcune verità che finiamo per non vedere più

06/06/2009
1. Anche per la Trinità, che è il più grande mistero della nostra fede, si verifica il caso previsto dall’antico proverbio: – Delle cose ordinarie non si fa più caso! – Non intendo affermare che la verità teologica che oggi adoriamo sia tra le «cose ordinarie», ma soltanto che noi siamo talmente abituati a sentirla proclamare che quasi non ci impressiona più.
Questa è la nostra fede: Noi crediamo in Dio Uno e Trino, cioè Unico in Tre Persone, Padre Figlio Spirito Santo. Crediamo che con il sacramento del battesimo Dio ci partecipa la sua vita trinitaria: egli prende dimora in noi, come si esprime Gesù nella rivelazione del mistero. Il battesimo ci libera dal peccato originale e ci infonde la grazia santificante. Ogni battezzato diventa tempio vivo di Dio. La tradizione riferisce che il padre di Tertulliano s’inginocchiò davanti al figlio appena battezzato adorando la Santissima Trinità presente nel figlio. Il rispetto verso tutte le persone si fonda sul fatto che tutte sono creature fatte a somiglianza del Creatore; quella certa venerazione che meritano i battezzati deriva dalla dignità d’essere tabernacoli dell’Altissimo. Essi fanno parte del misterioso e reale corpo mistico di Cristo, sono membra della sua chiesa. La loro dignità comporta una missione: «Rigenerati dal battesimo per essere figli di Dio, i battezzati sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa e a partecipare all’attività apostolica e missionaria del popolo di Dio». (Catechismo d. C. C., 74,75)  
 
2. Il segno della croce, che fin da bambini abbiamo imparato a tracciare su noi stessi, ci ricorda la verità che siamo figli di Dio Padre che ci ha creati, fratelli di Gesù Cristo che ci ha redenti, tempio dello Spirito Santo che ci ha santificati. Mentre la mano destra si muove dalla fronte al petto e passa dalla spalla sinistra alla destra, con i gesti riconosciamo che la nostra salvezza dipende dal sacrificio di Gesù Crocifisso e risorto, e con le parole della formula Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo rinnoviamo la professione di fede nel mistero fondamentale della nostra santa religione. La ripetizione del segno di croce all’inizio ed alla conclusione della giornata di lavoro, ai pasti, nell’intraprendere azioni importanti, nei pericoli fisici e spirituali, non è rito scaramantico e magico, ma espressione di fede e richiesta di aiuto a Dio Padre Figlio Spirito Santo.
Don Adelio Cola