Rallegratevi! - di Don Adelio Cola

Una strana esortazione in un tempo di guerre, terrorismo, povertà...

12/12/2009
Oggi arriva dall’altare un consiglio strano e quasi incredibile: «Rallegratevi, ve lo ripeto ancora, rallegratevi!»
Esortazione strana, perché oggi c’è poco da stare allegri!, pericolo di perdere il lavoro, preoccupazione per i figli disoccupati e cose simili hanno cancellato la voglia di rallegrarsi!
Ma poi: se quella specie di comando arrivasse da uno pieno di salute e di "valute", da una persona di successo che si rivolge a persone come lui in piena salute e forniti di tutto, che hanno coronato i loro sogni migliori e godono la vita senza problemi, allora capirei! Ma è l’apostolo Paolo, schiavo, lo dice lui, di Gesù Cristo non soltanto ma anche dei suoi persecutori, pieno di preoccupazioni per le questioni che riguardano tute le chiese da lui fondate, uomo colpito da malattia non ben specificata ma ad ogni modo umiliante come tutte le minoranze fisiche, imprigionato e flagellato più volte e via di questo passo! Ma come si fa a dire agli altri «Rallegratevi», quando anche lui non può certo stare allegro in quelle condizioni? Eppure ha il coraggio di scrivere: «Sovrabbondo di gioia nelle mie tribolazioni!» E insiste: «Ve lo ripeto, rallegratevi!»
Il suo pensiero, però, non termina con quell’imperativo. Egli aggiunge il motivo per cui esorta tutti a rallegrarsi: «Perché il Signore è vicino».
Come "vicino"? Ma non è «morto e risorto e tornato al Padre»? Senza dubbio. Questa la nostra fede. E della fede fa parte anche la realtà in cui crediamo: Gesù «resta con noi sempre, fine alla fine del tempo». L’ha promesso ed Egli è fedele e mantiene la parola data.
La sua vicinanza ci sostiene nelle difficoltà e nelle debolezze della nostra vita cristiana. È opportuno ricordarlo specialmente in questo breve tempo che ormai ci separa dalla festa del Natale.
Non conviene lamentarci, perdere la pazienza, sprecare energie nella ricerca affannosa di soddisfazioni che sappiamo per esperienza che non ci servono per "riempire" il nostro cuore agitato.
Conviene riflettere sul motivo che spinse l’apostolo Paolo ad esortare i cristiani del suo tempo a "rallegrarsi" per un motivo apparentemente insignificante e che, invece, consola chi ha fede: «Il Signore è vicino».
Don Adelio Cola