Il battesimo del Signore - di P. Giuseppe Pirola sj

Un invito a fare la volontà del Padre

10/01/2010
Il racconto del battesimo di Gesù nel racconto degli evangelisti Matteo, Marco, Luca si compone di due parti. Nella prima parte è Giovanni Battista che annuncia la venuta del Messia, invita il popolo ebraico a prepararsi ad accoglierlo dando segni di pentimento e conversione dai propri peccati tra i quali c’è il battesimo; nella seconda Gesù è proclamato e consacrato Messia dallo Spirito santo che scende su di lui in forma di colomba, e dalla voce di Dio Padre che testimonia che Gesù, il Messia, è il suo Figlio prediletto, e invita tutti gli uomini ad ascoltarlo. Nel racconto del battesimo, ci sono differenze tra i tre evangelisti. Mentre Matteo racconta per esteso entrambe le due parti dello stesso racconto, Marco e Luca raccontano in una riga il battesimo di Giovanni conferito a Gesù, e si soffermano e danno grande rilievo invece alla seconda parte. Luca poi modifica il filo cronologico degli avvenimenti narrando il battesimo di Gesù, dopo avere ricordato che Giovanni Battista era già stato incarcerato da Erode. In altre parole: quando il Battista ha finita la sua missione, Gesù Messia da inizio alla sua divina missione. 
Questa spiegazione è necessaria per capire il senso del battesimo di Gesù. Gesù si fa battezzare dal Battista, quasi avesse anch’egli bisogno di penitenza e conversione per prepararsi all’avvento del messia, e dunque sembra non presentarsi come il Messia, ma come un uomo peccatore al pari di tutti quelli che accorrevano da Giovanni. A rovescio: il Messia annunciato dal Battista è Gesù stesso, come consta dalla seconda parte del racconto, e in forza della consacrazione messianica ad opera dello Spirito santo e la testimonianza di Dio Padre circa la sia identità di Figlio prediletto. Come si congiungono queste due parti del racconto, in cui Gesù prima sembra far parte della folla dei peccatori, nella seconda è dichiarato Messia o Cristo dallo Spirito santo e proclamato Figlio suo prediletto da Dio Padre, il che allontana da lui ogni ombra di peccato? Come si conciliano l’invito a penitenza del Battista che Gesù stesso accoglie e l’invito del Padre a tutti gli uomini ad ascoltare il suo Figlio prediletto? Gesù è un uomo peccatore o è il Messia, il Cristo, il Figlio prediletto del Padre, e Dio egli stesso? Vediamo.  
Quando Gesù chiese al Battista di battezzarlo, Giovanni si meravigliò e non voleva battezzarlo; Giovanni annunciava la venuta del Messia e conferiva il battesimo come segno di conversione e penitenza dei propri peccati che preparava alla venuta del Messia. Giovanni lo aveva riconosciuto come Messia: la preparazione alla venuta del Messia e il battesimo di pentimento e conversione dei propri peccati non riguardava Gesù. All’obbiezione di Giovanni Gesù rispose però insistendo per essere battezzato, giustificando la sua richiesta: dobbiamo adempiere ogni giustizia, fare quanto è richiesto dalla volontà di Dio Padre. Questo rinvio alla volontà del Padre,è l’anello di congiunzione tra le due parti.
Gesù da inizio alla sua missione messianica, presentandosi come un peccatore qualsiasi, confuso nella folla dei peccatori; come spiegherà Paolo, facendosi in tutto simile a noi peccatori, pur non avendo alcun peccato. Gesù cioè assume su di sé la nostra condizione umana peccatrice da cui ci vuole liberare. Questa sua decisione di mettersi insieme con i peccatori, di condividere la loro condizione peccatrice, diverrà motivo di scandalo e di accuse contro di Lui (“mangia e beve con i peccatori”), perché gli scribi e i farisei ritenevano sé stessi giusti e disprezzavano i peccatori, ritenendo che Iahveh li condannasse. E invece Gesù fin dall’inizio della sua missione, manifesta il suo amore per i peccatori. Con la sua scelta di stare con i peccatori Gesù comincia a tracciare il nuovo profilo del Messia che respinge chi pretende di essere giusto davanti a Dio perché osserva tutti i comandamenti della legge, e invece perdona tutti i peccatori pentiti, e li libera con il perdono dai loro peccati e li riconcilia con Dio. Non è il Messia secondo la legge, è il Messia secondo la grazia o il perdono divino. E così, dicendo la propria identità messianica, dice anche qual’è la sua missione. Gesù ribadirà questa sua scelta: non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.. Non sono venuto per i giusti ma per i peccatori..
Questa prima parte del racconto del Battesimo di Gesù, non è affatto in opposizione alla seconda parte. Che cosa ci dice infatti la seconda parte? Non fa che prolungare il discorso sull’identità del Messia e della sua missione di amore per i peccatori. In primo luogo ci dice che Gesù è il Messia, per la consacrazione messianica ad opera dello Spirito Santo che scende su di Lui, e che è il Figlio prediletto del Padre: facciamo attenzione a comprendere bene questo grande messaggio evangelico. Nella venuta del Messia tra gli uomini e nella sua missione, “i cieli si aprirono” cioè il divino mistero si schiude agli uomini; e ci è svelato chi è Dio, Padre, Figlio e Spirito santo; così per iniziativa divina abbiamo trovato o troveremo chi è Dio, se lo cerchiamo nel suo farsi uomo e nell’esercizio della sua missione, non per altre vie piùo meno intellettualistiche riservate ad alcuni uomini e non aperte a tutti. Non noi abbiamo cercato Dio, o lo abbiamo cercato al buio, a tentoni, come disse Paolo agli ateniesi; Dio facendosi uomo nel Figlio suo, si è presentato e fatto conoscere agli uomini, e soprattutto agli uomini peccatori rivelando che l’amore per i peccatori è condiviso perfettamente dal Padre dal Figlio e dallo Spirito santo.
Non ci resta che accogliere l’invito del Padre ad ascoltare il Figlio suo prediletto e assecondare l’opera dello Spirito santo dentro di noi e nella comunità, che lo ha consacrato Messia perché aumenti il numero degli uomini di buona volontà, o dei veri seguaci di Cristo; perché tutti gli uomini trovino Dio in Cristo, che è l’unica via al Padre sotto la guida dello Spirito, e il processo di liberazione messianica degli uomini dal peccato e dal destino inesorabile di morte, prosegua nel nuovo anno che è appena incominciato per la gioia e la pace di tutti gli uomini.   
P. Giuseppe Pirola sj