Il buon samaritano - di Don Gigi Di Libero sdb

Riflessioni su una generazione di ragazzi senza empatia

10/07/2010
La pagina di Luca che i cristiani ancora una volta proclamano e meditano nella celebrazione eucaristica della XV domenica dell’anno liturgico, non diminuisce mai il suo effetto provocatorio sulla mia vita e sul mio dovere di annunciare il vangelo nella sua freschezza ed anche nel suo rompere ogni nostra pigrizia e comodo egoismo. Anzi direi che nasce sempre più forte in me il desiderio di non rovinarla con commenti ormai scontati e talmente prevedibili da far diventare il vangelo stesso uno dei tanti messaggi della nostra vita che, a dispetto di tutto, non cambia in nulla e ci lascia come prima.  Qualche giovane, e non solo, direbbe la noia della ripetizione e delle solite tiritere tipiche dei preti e dei genitori!
Mentre questi pensieri attraversavano la mia mente intenta a ricercare qualche spunto o pensiero che davvero vi potessi proporre per meditare e accogliere con generosa disponibilità il vangelo del Buon Samaritano, sono stato conquistato dalla seguente intuizione.
Per capire il vangelo del buon samaritano bisogno ritornare al e partire dal cuore, dal nostro “cuore di carne” che Dio ha posto dentro di noi, anche per opera della salvezza di Cristo, sostituendolo al cuore di pietra che, purtroppo, spesso ci inchioda e ci disumanizza.
 
Per leggere sul serio questo vangelo dobbiamo comprendere, senza se e senza ma, che saremo davvero uomini e donne nuove, secondo il cuore di Cristo e quindi del Padre, se ci convertiremo alla “com-passione” (patire insieme a …) come stile di vita e come metro unico e definitivo, ma sempre da conquistarsi con fatica e creatività, delle nostre relazioni interpersonali: di tutte e con tutti
Ed ecco una notizia di agenzia che mi colpisce:
Una generazione di ragazzi senza empatia ... (http://www.genitorichannel.it/il-tg-di-genitori-channel/269-una-generazione-di-ragazzi-senza-empatia)
Arriva dai ricercatori dell’Università del Michigan una ricerca che conclude che i giovani d’oggi sono molto meno empatici rispetto alle precedenti generazioni.
Dai dati raccolti su circa 14.000 studenti universitari negli ultimi 30 anni emerge che oggi gli studenti universitari, rispetto agli studenti universitari degli anni '80 e '90, sono molto meno inclini a concordare con affermazioni come: "Io a volte cerco di capire meglio i miei amici immaginando come stanno le cose dal loro punto di vista" o "Ho spesso sentimenti di tenerezza e preoccupazione per le persone meno fortunate di me "…..
Se non stiamo passando ai nostri figli il senso di empatia e l’importanza di questo sentimento, che crea un legame con l’altro, che tipo di società stiamo costruendo?
Se i ragazzi non crescono imparando che è importante curarsi e prendersi cura di altri esseri umani, il successo materiale o finanziario che dovessero raggiungere che senso avrà?
E ancora:
L'empatia: molto più importante del QI per avere successo nella vita (http://www.genitorichannel.it/il-tg-di-genitori-channel/270-lempatia-molto-piu-importante-del-qi-per-avere-successo-nella-vita)
L'empatia è la capacità di essere in grado di mettersi nei panni degli altri e capire le emozioni e i sentimenti dell’altra persona.
Perché l’intelligenza emotiva e l’empatia sono importanti?
Gli studi hanno dimostrato che l'empatia è un’abilità fondamentale nella vita. Intelligenza emotiva o quoziente emotivo, (EQ in inglese: emotional intelligence), cioè essere in grado di capire i propri sentimenti e i sentimenti degli altri, oltre ad essere in grado di controllare le proprie emozioni e di esercitare il controllo di sé, è emerso essere un fattore più importante, per il successo nella vita, del QI , o quoziente d'intelligenza.
 
Allora Gesù la sapeva davvero lunga quando, con sicurezza e sapienza grande, si fa confermare la sua visione della vita dal dottore della Legge di turno: “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così»”.
E dentro a questa visione della vita di Gesù c’è tanta saggezza umana (perché siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio!):
lo psicologo ci spiega: “empatia è l’interesse autentico verso l’altro è la capacità di mettersi nei panni dell’altro per comprendere i suoi stati d’animo, è sintonia con l’altro, autenticità, fa bene al rapporto se c’è una reciprocità nell’essere l’uno per l’altro empatici. Sviluppare la capacità empatica ci aiuta a comprendere fino in fondo l’altro, i suoi sentimenti, le sue idee, le sue esperienze, senza che il nostro io sovrasti l’io altrui”.
L’ideogramma cinese della compassione è così concepito: sotto l'ideogramma di cuore, sopra legacci che si sciolgono: la compassione è la virtù che permette al cuore la massima espansione.
Il Dalai Lama raccomanda insistentemente: Se vuoi che gli altri siano felici, pratica la compassione. Se vuoi essere felice, pratica la compassione"
Ma soprattutto Gesù vuole che tutto questo si realizzi nella nostra vita per essere perfetti come il Padre nostro che è nei cieli, che ha viscere di misericordia infinita, ci ha donato un cuore di carne strappandoci quello di pietra e ci ha dato un modello infinito di compassione nel Cuore trafitto di Cristo sulla croce.
Qui sta la sua abissale differenza in qualità ed in quantità!
 
don gigi di libero sdb