Dio e la morte - di Don Gigi Di Libero sdb

L'urgenza di un incontro personale

02/11/2010
Vorrei dedicare questa predica nel giorno della commemorazione di tutti i fedeli defunti a Dio che nella vita di ogni credente è una presenza e un pensiero ricorrente.
In realtà l’occasione di questa predica ci dovrebbe far concentrare sul pensiero della morte: pensiero anch’esso ricorrente, anche se non sempre dolce e positivo, per ogni credente e per ogni persona, credente o no, di questa o di quella religione.
Ma oggi, nella prima lettura dell’Eucarestia propria del ricordo/preghiera per tutti i defunti, leggiamo le parole stupende di Giobbe, che personalmente trovo esaltanti e inebrianti:
«Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».
È per me, e credo non solo per me, un sogno che mi accompagna e diventa più stimolante e fascinoso man mano che gli anni passano e l’evento morte (la “mia” soprattutto) diventa più presente, a volte quasi amica invocata, a volte momento di rottura insopportabilmente doloroso e disperante.
La morte, secondo la fede che ho ricevuto con gioia e convinzione, non è la fine di tutto ma un passaggio radicale e definitivo verso l’Altro … che mi attende … che mi accoglie … che non ho mai potuto fissare e godere nel suo volto e nel suo aspetto … e allora lo vedrò! … io stesso lo vedrò! … con questi miei occhi lo contemplerò estasiato …
E mi immagino sempre, nel rileggere questa pagina di Giobbe, l’attimo di due innamorati che si contemplano in silenzio adorante o la dolcissima tenerezza, ricolma di fiducioso abbandono, del neonato che impara a vedere, come prima realtà, il volto della sua mamma!
Seguendo questi miei pensieri e sogni, in questi giorni, mi sono ritrovato a leggere sul Corriere della Sera un articolo di Armando Torno che ci informava sui risultati di una inchiesta, fatta negli Usa, sull’immagine di Dio che hanno gli americani.
Quattro immagini:
• per il 28% Dio è AUTORITARIO: Dio ama gli uomini, ma al tempo stesso li giudica e a volte agisce in base a quel giudizio
• per il 22% è BENEVOLENTE: Dio è visto principalmente come una forza che agisce sul mondo con un influsso positivo
• per il 21% è CRITICO: Dio giudica gli uomini ma di rado interviene nelle questioni terrene, riservandosi di intervenire sull'aldilà, con il Giudizio universale
• per il 24% è LONTANO: Dio è una forza cosmica che ha messo in moto le leggi della natura, ma non «agisce» sul mondo che conosciamo né ha opinioni specifiche sulle nostre azioni o sugli eventi.

In questi stessi giorni alcuni amici mi hanno inviato il seguente trafiletto de IL RESTO DEL CARLINO:
Sabato 9 ottobre. Nella sala d’aspetto della stazione di Fano, S., che per semplicità chiameremo Sara, perché lei non ama le luci della ribalta e vorrebbe rimanere nell’anonimato, scorge accanto a se un portafoglio, Sara, a ricordo di una ragazza anch’essa pugliese vittima della nostra fragile natura.
Il portafoglio che tiene tra le mani è straripante di soldi, circa 500 € e documenti. Alla vista di tutto quel denaro, cresce l’agitazione e con l’aiuto del barista rintraccia al telefono il legittimo proprietario, egli non può fare altro che trattenere lo stupore e la meraviglia, suscitata da un gesto così insolito e distante dalle nostre esperienze, si perché nella nostra realtà cinica e pragmatica il massimo che sarebbe potuto accadere al possessore del portafoglio sarebbe stato riavere i documenti tramite posta. Lo stupore dell’uomo aumenta ulteriormente quando, dopo averla raggiunta, Sara bisbiglia: “Mi deve scusare, le ho dovuto prendere un euro per pagare la telefonata.”. Lo stupore si trasforma in incredulità; Sara è nullatenente, vive a margine della società, o forse sarebbe più corretto dire che è la società che vivacchia a margine della sua esistenza.
Attualmente Sara è ospite di casa Betania, una casa di accoglienza presso la parrocchia della “Santa Famiglia” di Don Vincenzo a Fano. Il proprietario, ripresosi dalla meraviglia, ha insistito perché Sara accettasse una giusta ricompensa in denaro, ma ella ha pensato che vorrebbe guadagnarsi i soldi lavorando e che quindi se proprio voleva aiutarla, avrebbe potuto trovarle un lavoro.
 
Spontaneamente ho messo insieme i dati dei due articoli che, apparentemente parlavano di persone e situazioni diversissime, e mi sono detto:
• Ma Dio non potrebbe essere proprio come “Sara”?
• Ti chiede scusa di aver usato un tuo euro per chiamarti …
• Non vuole nulla di ricompensa per averti ritrovato dopo disavventure e trascuratezze varie…
• Ti restituisce il tuo tesoro perso, nelle mille sfaccettature della tua esistenza a volte disordinata, distratta e spesso dolorosa e drammatica …
• E alla fine solo ti chiede di farlo “lavorare”!!!!!!!   Cioè di farlo vivere in te e con te per dare corpo al suo infinito amore.

Allora si capisce l’urgenza e l’ansia di vederlo in volto e di incontrarlo di persona:
«Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».
E questo è quanto ci aspetta dopo la morte!
 
 don gigi di libero sdb