Cristiani e procreazione assistita

Alcuni commenti sulla nuova legge che autorizza la procreazione assistita

07/02/1999
Eccomi di nuovo, dopo una lunga indisposizione, a riprendere le nostre prediche. Me ne scuso.
Il sig. E.B. mi internetta: "Cosa si deve pensare della legge sulla procreazione assistita e sulla presa di posizione dei cattolici?"
Cerco di rispondere.
Dopo la vittoria dell'emendamento all'art.1, che garantisce i diritti in particolare del concepito e all'art. 4, 3 (E' vietato il ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo), noto la rabbia delle sinistre ufficiali e le dimissioni della presentatrice comunista (per idee) Marida Bolognesi, la quale dice: Questa legge non è più mia (!?!, verrebbe da dire: per fortuna!). Nasceremo democristiani ironizza "Il Manifesto" e continua: una maggioranza bigotta detta legge (poveretta quella maggioranza bigotta!!!). E giù una serqua di accuse (oscurantismo, ritorno al Medioevo, ecc.) e di lamentele (Come faranno le donne che vorranno un figlio? Quanta ignoranza!), pur con tutto il rispetto per chi la pensa in modo sbagliato, credendo magari d¹essere nel giusto.
Confusione e un po' nell'on Sgarbi nei suoi "sgarbi" del 6 febbraio us: come minimo, egli confonde la coscienza dei parlamentari con l'obbedienza al Papa, i principi della natura con quelli degli uomini, il matrimonio Sacramento e quello naturale e forse non capisce che la violenza la fa non già chi rispetta le leggi della natura ,bensì chi cerca di trasgredirle.
Ho letto anche: sconfitta delle donne (e perché?, forse che le donne - tutte le donne, non solo quelle come la relatrice - vogliono andare contro natura, assumendosene le conseguenze?), sconfitta delle sinistre (forse che le sinistre si caratterizzano per andare contro la morale?): Se mai, io direi: sconfitta di chi preferisce l'ideologia partitica alla coscienza.
Ma preferisco dire: vittoria delle coscienze, a destra e a sinistra: una grande vittoria trasversale di quei parlamentari che hanno sentito l'obbligo di votare secondo coscienza a qualsiasi parte ideologica o politica appartenessero. E non e' cosa da tutti i giorni. Ma mi hanno stupito anche le affermazioni di qualche ministro, che si dice cattolico, il quale trovava giusta la legge originaria, frutto di due anni di lavoro serio (?!?), anche se personalmente, in coscienza, gradisce l¹emendamento, però ha votato contro.
Sarei curioso di sapere di che coscienza si tratta! Almeno Prodi ha dichiarato che non poteva accettare quell'articolo, anche se - secondo lui - il problema non e' risolto con quel voto. Ma quell'altro dice: Siamo un paese laico; qui ha vinto la religione; non possiamo ammetterlo! Tuttavia: l'oltre 90% degli italiani ha voluto l¹insegnamento della religione cattolica; e come si fa a dire che il Paese e' laico? Altri hanno detto: passo indietro, rispetto ovviamente alla legge sul divorzio e sull'aborto; ma io mi chiedo se i passi indietro non siano stati proprio quelli e questo non sia stato un passo avanti di recupero.
Ho notato anche l'esultanza dei vescovi: Mons. Maggiolini di Como: oltre alla voce dei due genitori occorre tener conto anche delle esigenze del nascituro che ha diritto ad avere un padre e una madre certi; e Mons. Bommarito di Catania: ha dimostrato la capacità di tener conto della sensibilità culturale religiosa e morale delle nostre genti.
Non si potrà parlare di maggioranza bigotta o di Chiesa oppressiva, tanto meno di oscurantismo... Comunque, se mi si chiede il parere circa la legge nel suo complesso, devo dire due cose: la prima: il cammino legislativo non e' ancora finito e quindi per poter giudicare occorre attendere che finisca.
Tuttavia, se la coscienza continuerà a prevalere nei parlamentari, di qualsiasi parte partitica o ideologica essi siano, c'e' da sperare che ne risulti una legge, se non buona, almeno la meno peggio possibile; la seconda: il problema della fecondazione assistita, così come si presenta oggi, più che problema giuridico o legislativo, e' problema morale e di morale naturale oltre che cristiana; e quindi anche il giure e la politica non ne possono prescindere.
E' la natura che ha stabilito i limiti e le possibilità, secondo le leggi della natura, che sono poi, a un dato punto, le leggi del Decalogo. Insomma, si ripetono oggi i problemi che si presentarono al tempo delle leggi sul divorzio e sull'aborto: sono problemi che e' la coscienza individuale a dover decidere: non c'è modernità o pari livello con altre nazioni che tengano. Più che badare alla legge, i cristiani - e i ministri della Chiesa - dovrebbero preoccuparsi di formare le coscienze.
Ma e' anche vero che nella situazione attuale una qualche norma di legge è necessaria e anche urgente. Tuttavia, occorre che si stia ben attenti a non trascurare i criteri di fondo e ad essere coerenti con principi gia¹ stabiliti, dalla natura, dalla morale e dal codice. I cristiani non possono non sentire il dovere di avere idee chiare in proposito e di vigilare per la parte che loro spetta.
Come minimo, il comportamento dei parlamentari in questa (ma anche in altre circostanze) potrà essere un¹indicazione per sapere a chi dare il nostro prossimo voto.
Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj