Cristo Re - di Don Gigi Di Libero sdb

''Quest'uomo era veramente figlio di Dio!''

20/11/2010
In questa ultima domenica dell’anno liturgico i credenti sono invitati a fissare il loro pensiero su Dio vivo e presente: dedicano infatti la giornata a contemplare la figura di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo.
Siamo cioè invitati di nuovo, lo abbiamo già fatto in occasione del giorno dei defunti, a parlare di Dio e della sua presenza nella vita di ciascuno di noi e nella Storia.
Potrà sembrare strano ma il nostro Re ha un trono del tutto particolare e la sala regia, in cui sostare per contemplarlo e avere relazioni con lui, lo rimarca ancor più fortemente.
Il trono è una croce su cui è dolorosissimamente crocifisso con il corpo e con il suo spirito, totalmente provato e dolorante per l’abbandono, la solitudine totale, il disprezzo e l’indifferenza, la provocazione e l’insulto, ma soprattutto l’esperienza straziante del silenzio di Dio, del Padre, a causa della disobbedienza dell’uomo che Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, “paga” donando la sua vita.

La sala regia è composta da presenze anch’esse strazianti e paurosamente intrise di deserto interiore e di angosciosa disperazione: due malfattori incalliti e totalmente disprezzati come rifiuti di umanità; guardie pagane (cioè senza fede!), violenti e volgarmente sfottenti; “nemici di fede” che, rabbiosi e avvelenati dall’invidia, non solo devono giustificare il loro violento rifiuto di un “peccatore pubblico”, ma soprattutto sfogare l’intimo disprezzo per uno che si era fatto superiore a tutti e li aveva messi in scacco in maniera umiliante e scarnificante ma che ora si trovava nella completa e impotente sconfitta; pochissimi amici distrutti dal dolore e per di più impotenti; e, infine, una folla di gente indifferente e superficiale che si gode lo spettacolo macabro ma pur sente emotivamente stimolante.
In questa composizione di luogo, in cui istintivamente mi smarrisco con terrore, risento come punture dolorosissime al cuore le urla, che vorrebbero essere sarcastiche e sfottenti, della maggioranza di queste figure presenti:E penso che queste, in fondo, sono urla di disperazione e di smarrimento totale e di sconsolata delusione e tristezza, di vuoto lacerante e di sofferenza acuta di chi è testimone di morti ingiuste e di catastrofi disumani; sono grida di chi è testimone di deserti dello spirito e della mente che portano all’alienazione e alla pazzia; testimoni, a volte coinvolti, delle violenze e delle uccisioni violente e disumane, degli amori traditi, degli innocenti violati, delle vittime torturate e brutalizzate da odi diabolici che frantumano ogni dignità e calpestano la libertà, la gioia di vivere anzi la vita stessa … Sono le mille situazioni inspiegabili di drammatica sofferenza che fanno uscire dal nostro profondo l’urlo: ma Dio dov’è? Perché tace? Ma se è infinitamente misericordioso perché permette tutto questo inferno, che lui sa e ha sempre saputo che sarebbe avvenuto? Ma la sua giustizia non lo obbliga ad intervenire? Ma che Dio è? … e sempre più aridi e soli tentiamo di rassegnarci dicendo: è che Dio non esiste!!!

Ma proprio in questo abisso di tenebre e di sofferenza mi raggiungono due raggi luminosi che si trovano proprio accanto al trono del mio “Re dell’Universo”, del mio “Dio della debolezza”, che si trasforma miracolosamente in amore eterno ed indistruttibile.
Quello scarto di umanità del ladrone che si riconosce come correttamente in situazione di realizzazione dell’umana giustizia che però non ama e solo gli ridà morte e violenza, con le stesse misure del suo cuore pervertito dall’odio, grida forte, in modo che tutti lo odano: Per noi due è giusto scontare il castigo per ciò che abbiamo fatto, lui invece non ha fatto nulla di male … Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno.
E l'ufficiale romano, pagano e senza nessuna finezza spirituale di fede e di religiosità come di solito erano i soldati romani, stando di fronte alla croce e vedendo come Gesù era morto, disse: Quest'uomo era davvero Figlio di Dio.
E mi è dolce, anche se per nulla facile e comodo, unirmi al ladrone e all’ufficiale romano, miei fratelli, strani ma emblematici rappresentanti di tutta la nostra umanità intrisa di peccato, riaffermando che il mio Dio c’è … se ha voluto rispettare la nostra libertà anche quando drammaticamente si rivolta contro l’amore e genera odio e ingiustizie disumane a abominevoli … se garantisce una possibilità finale e definitiva per ricostruire pienamente e per tutti giustizia vera e amore infinito, paterno e materno insieme … se non solo si ricorderà di me e di ogni uomo con tutto il suo carico di sofferenza e di ingiustizia subito, ma garantisce a me e a tutti gli uomini vissuti nella storia: Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso.
don gigi di libero sdb