Chi è senza peccato scagli la prima pietra - di Gigi Di Libero

...comportamenti e stili di vita...

12/02/2011
Il pagina del Vangelo di Matteo che viene proclamata in questa domenica nelle nostre Eucarestie ci obbliga a prendere posizione nei confronti di comportamenti e stili di vita in riferimento alla Legge.
Per un ebreo “Legge” non vuole solo dire comandamenti, prescrizioni e tradizioni in uso nella vita dei singoli e del popolo, ma esprime soprattutto la volontà di Dio che deve essere incarnata con amore e fedeltà nella vita del Popolo di Dio e nella vita di ogni buon ebreo credente e osservante.  Dunque, sia il comportamento privato che quello sociale devono essere rispecchiati nella Volontà di Colui che davvero è sommo amore e fine di ogni azione umana.
Gesù non giudica le persone che agiscono nel rispetto della Legge o contro o al di fuori di essa. Neppure mostra l’intenzione di scandalizzarsi e pertanto reagire agli scandali con reprimende più o meno moralistiche. Si pone anche al di fuori del coro di coloro che invocano giudizi, condanne e castighi; sa bene di aver evidenziato con parole illuminanti nel suo porsi di fronte agli scandali e al male: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.  Lui certo questa prima pietra la potrebbe scagliare in ogni modo e senza paura alcuna!
Gesù assume però una posizione precisa e ineludibile: ogni realtà che viviamo in noi o che viene vissuta accanto a noi con comportamenti o manifestazioni “che vengono alla luce” e quindi risulta “conosciuta”, deve essere letta dal credente con occhi coraggiosamente fedeli alla volontà di Dio che tutti dovremmo accettare, fare nostra e incarnare in coerenti comportamenti, decisioni e stili di vita.
Ecco allora che diventa davvero impossibile passare sotto silenzio, facendo credere con il nostro silenzio che venga considerato “normale” o per lo meno insindacabile e possibile per chi lo voglia, l’assioma-convinzione che nel privato ciascuno fa quello che vuole e “si può permettere” (sperperando magari ricchezze che stridono con milioni di gente che muoiono di fame!) e nessuno deve permettersi di giudicare tali comportamenti e stili di vita per rispetto della sacralità della privacy.
Sarà necessario che venga detto con coraggio che non ci si deve abituare a scaricare i problemi di stile di vita che vengono esibiti dai singoli e dai gruppi, semplicisticamente, con rabbia, invidie, giudizi e carcere; piuttosto si deve parlare con franchezza perché non si ha né vergogna, né timore alcuno di dire che simili comportamenti non incarnano lo stile di Dio: noi li riteniamo negativi e distruttivi di valori umani e divini!
Dovremo trovare in ogni occasione, opportuna e meno opportuna, il coraggio di confrontarci con il giudizio tagliente e liberante di Gesù: “Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna”, di fronte allo stile di gridarsi in faccia qualsiasi offesa e villania pur di prevalere e dominare, convinti che chi urla di più ha sempre ragione perché sopprime l’altro, il nemico! E questo pare che sia lo stile dominante di ogni “dialogo televisivo” o “dibattito civile e democratico “ che caratterizza la nostra cultura massmediale e anche la vita di ogni giorno … la cronaca!
Così come, senza pruderie o facili ipocrisie, dovremo trovare il modo chiaro di schierarci, per noi e nell’impegno educativo dei giovani, tra l’illuminante e provocatoria affermazione di Gesù (“Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”) e lo spettacolo della mercificazione dei sessi e dei corpi sempre più venduto da televisioni, spettacoli, giornali, riviste, pubblicità e falsi maestri, per di più valorizzato con lustrini di ogni tipo e icone di successo, aggressive e seducenti (che fanno notizia e riempiono le cronache dei nostri tempi).
Insomma risulta evidente che vivere il Vangelo, il cammino di fede del “seguace di Cristo”, non ci comanda in prima battuta le scelte pratiche da fare, il come votare, o il come decidere e valutare le scelte politiche o i partiti da scegliere: ciò che la fede richiede è di valutare con coraggio che le scelte e i comportamenti che assumiamo anche come “onesti cittadini” incarnino il Vangelo nelle scelte politiche, nelle decisioni importanti, nello stile di vita, nel voto con cui scelgo un leader o un partito … con fedeltà e forza interiore (Gesù parla di “violenti” che conquista il Regno di Dio). E non sembri cosa da poco … si pensi che nelle nostre democrazie il voto rimane, a volte, l’unico momento in cui assumiamo la responsabilità personale di una scelta e delle conseguenze che ne derivano!
Forse Don Bosco voleva proprio intendere tutto questo, quando con la caratteristica semplicità che lo rendeva comprensibile ai suoi giovani, sintetizzava così il suo programma educativo: contribuire a far maturare in ogni giovane e per tutta la vita un “onesto cittadino e un buon cristiano”.
don gigi di libero sdb
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