LA SETTIMANA SANTA di don Adelio Cola

…giovedì, venerdì, sabato santi...

17/04/2014

 GIOVEDÍ SANTO

A Gesù, in quell’ultimo giovedì di vita terrena, rimangono soltanto una diecina dei suoi dodici discepoli, undici esattamente perché uno lo tradisce e lo consegna ai suoi nemici che lo vogliono morto in croce. Dove sono i molti malati da lui guariti, le migliaia di affamati saziati con la moltiplicazione del pane e del pesce? Forse molti sono passati dalla parte dei suoi nemici, sobillati dal lavaggio del cervello a cui sono stati sottoposti dai capi del popolo che lo vogliono crocifisso. Gesù prevede tutto: non rimprovera, non si lamenta, non invoca vendetta. Tace, anzi ai rimasti a tavola con lui confida: “Ho desiderato ardentemente mangiare questa pasqua con voi”. Poi fa una cosa incredibile. “Voi mi chiamate maestro e Signore, e fate bene perché lo sono”. Si cinge ai fianchi un asciugatoio e lava i piedi agli “amici”. “A me no!”, protesta Pietro …, poi cede, disposto a lasciarsi lavare anche la testa e le mani pur di rimanere con il Maestro.  Ai presenti poi impartisce l’ultima lezione, probabilmente la più importante di tutte quelle ascoltate in tre anni di famigliarità con lui. “Fate anche voi gli uni agli altri come ho fatto io!” Infine, dopo averli amati fino in fine, raccomanda, anzi ordina: “Amatevi l’un l’altro”, e aggiunge due termini di paragone “impossibili”: “Come io ho amato voi, come io e il Padre con lo Spirito ci amiamo”.  Anche soltanto fermandomi al primo, io dovrei, dunque, amare gli altri fino ad essere disposto a morire per loro! In quanto al secondo paragone, in paradiso capirò un briciolo dell’amore Trinitario. Mi consola la promessa del Maestro Gesù: “Io resterò sempre con voi”. E ce ne offre la prova istituendo i due sacramenti dell’AMORE.

VENERDÍ SANTO

Oggi comprendiamo il significato dell’affermazione di san Giovanni nel vangelo: “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.”. Chi sono quelli che amò fino a quel punto? Egli chiamava tutti fratelli e sorelle, anche quelli che erano contro di lui. Ciò che commuove è che in empatia con Gesù c’era sua Madre, la nostra Madonna.  Di solito la mamma è d’accordo con chi vuol bene e tratta bene suo figlio; qui la regola fa eccezione. Fin dall’annunciazione la “Piena di grazia” accetta tutto ciò che riguarda suo figlio, il bene, si direbbe, e il male, facendo suoi i sentimenti d’amore di lui. Ella non sa ancora come si svolgeranno i particolari della vita terrena di Gesù, ma fin da allora vuole che di lei sia fatto secondo la Parola dell’Angelo Gabriele messaggero del Padre. Unico cibo del quale si ciberà in ogni circostanza della sua vita di ‘Addolorata’ sarà il medesimo di suo figlio: “Padre si faccia di me secondo la tua Parola”. Non è frutto di fatalismo, d’indifferenza irragionevole. È scelta consapevole d’essere volontaria anche lei martire e testimone dell’amore di Dio per l’umanità peccatrice. Anche lei vuole, come Gesù i suoi fratelli e sorelle, tutti salvi i suoi figli e figlie. Da quando Gesù morente le affida come “figlio” il discepolo Giovanni, essi saranno amati tutti da lei fino alla fine come e con Gesù, suo figlio primogenito d’una innumerevole  famiglia. Gesù muore per amore del Padre e per la salvezza dei suoi fratelli e sorelle; lei è la regina dei martiri nel suo cuore, che abbraccia maternamente tutti i membri della sua grande famiglia.

Soltanto in paradiso vedremo qualcosa dell’intensità materna con cui la nostra Madonna ci ha amato, aiutato, soccorso nella vita terrena. Fin d’ora: Regina coeli, laetare, alleluia!

SABATO SANTO

È il giorno del “riposo” di Gesù nel sepolcro in attesa della Risurrezione. Anche noi ci “riposiamo” dopo le grandi meditazioni dei giorni scorsi, il triduo sacro che ci porta alla Pasqua.  È troppo breve il tempo del sabato santo per fermarci a riflettere e apprezzare come meritano i misteri meditati nei giorni scorsi. Oggi è giorno di profondi SILENZIO interiore, di CONTEMPLAZIONE silenziosa. Lasciamo parlare il cuore. Ascoltiamo quello che ci dicono Gesù e Maria sui fatti misteriosi e salvifici che li hanno visti protagonisti. Il ‘silenzio’ non ci deve distogliere dall’accorgerci di chi ci sta intorno, di chi condivide la nostra fede e di chi ci compatisce perché non crede o meglio dice di non credere. La constatazione di Gesù che “i poveri sono (saranno) sempre con voi” ci invita ad aprire occhi e cuore alle povertà che ci circondano. Esse ci sono, anche se non le avvertiamo. Gesù e Maria ci rendano sensibili e capaci di non pensare più soltanto a noi stessi, mettendoci al centro della nostra vita. Facciamo come loro: andiamo con cuore aperto verso i poveri senza far pesare la nostra presenza, ma ‘essendoci’. Papa Francesco ne dà umilmente l’esempio. Questa è la nostra preparazione cristiana alla Pasqua di risurrezione di Gesù, primizia dei risorti.