L’ANGELO di mons. Giovanni Battista Chiaradia

… dopo l'Assunta parliamo di Angeli...

24/08/2014

Dopo l’«Assunta in cielo» dobbiamo parlare degli Angeli.

Il termine 'Angelo' deriva a noi direttamente dal greco 'angelos': inviato, messaggero, nunzio. Nell'A.T. si applica sia a esseri umani inviati da uomini, sia a esseri sovrumani inviati da Dio.

Talvolta svolgono compiti specifici non legati all'annunzio, come quello di guidare il popolo nell'Esodo dall'Egitto, o annientare l'esercito nemico di Israele. Il termine, poi, passa gradatamente ad indicare qualunque creatura celeste superiore agli uomini, ma inferiore a Dio.

Particolarmente significativa risulta l'angeologia presente nei libri di Tobia e Daniele. Nel primo l'Angelo che accompagna, protegge, e porta a buon esito tutte le imprese del protagonista, non solo si comporta da vero angelo custode, ma al termine della sua missione rivela: 'Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono al servizio di Dio ed hanno accesso alla maestà del Signore' (Tobia 12,15). Nel secondo, oltre all'accenno alle 'miriadi di esseri celesti che sono attorno al trono di Dio per servirlo' (Dn. 7,10), si riconoscono pure gli Angeli che presiedono al destino delle Nazioni (Dn. 10,13).

Gli Angeli che vegliano sugli uomini (Tb 3,17 - Dn. 3,49), presentano a Dio le loro preghiere e in pratica fanno loro da custodi (Salmo 9,11), li rivediamo anche nel N.T. Gli apocrifi dell'A.T. ne avevano individuato i nomi principali, ma solo Gabriele viene ricordato anche nel N.T. (Lc. 1,19).

Gli Angeli con la loro presenza segnano i momenti più salienti della vita e del destino di Gesù: un angelo appare in sogno a Giuseppe, la nascita di Giovanni Battista è rilevata dall'Angelo Gabriele, che poi sarà inviato alla Vergine Maria. L'angelo compare ancora ai pastori per annunciare la nascita del Salvatore, seguito da una moltidudine dell'esercito celeste che loda e canta: 'Gloria a Dio nel più alto dei cieli…'

Gli Angeli assistono il Messia nella solitudine del deserto, lo confortano nell'agonia del Getzemani, ne proclamano la Resurrezione, vegliano sul destino degli uomini.

La Chiesa eredita da Israele la fede sull'esistenza degli Angeli e la mantiene con semplicità, donando agli Angeli la stessa stima e venerazione, senza indulgere alle fantastiche speculazioni, come purtroppo è avvenuto nell'antichità in cui si pensava che gli Angeli fossero i supremi reggitori del mondo. S. Paolo, nella lettera ai Colossesi (2,18), condannava vigorosamente questo culto.

Secondo l'Apocalisse, poi, gli Angeli presentano a Dio le preghiere dei Santi, proteggono la Chiesa, combattono per la sua salvezza, sono accanto ai giusti  per introdurli nel Paradiso.