Il male esiste?

A domanda di un lettore, si fa una succinta lezione sull'esistenza del male e sul come si può o si deve difendersi

18/05/1996

Il sig. CF di Ancona mi internetta: "Il male esiste? E se esiste come possiamo difenderci, anche chi si e' allontanato dalla religione cattolica, ma conduce una vita nel rispetto di quella degli altri e delle loro convinzioni e convenzioni?"

Cerco di rispondere, perché la domanda è grossa come un palazzo e richiederebbe ben altro spazio e capacità.

Anzitutto: IL MALE ESISTE, SI', MA COME UN BUCO NEL MURO. Cioè: esiste il muro, che in quel punto non c'è. Quindi il buco esiste non come entità fisica, positiva; ma come assenza di qualcosa. In questo senso, allora, si può anche dire che il male non esiste, di per se'; bensì esiste qualcosa che in un certo punto e' mancante.

In secondo luogo, dobbiamo distinguere tra male fisico e male morale. Il criterio del buco nel muro vale tanto per l'uno quanto per l'altro.

Il MALE FISICO, p.e. il deserto, se lo consideriamo come male, non è che un'enorme distesa di sabbia (ecco ci˜ che esiste) senza vegetazione (ed ecco ciò che non c'è, il male sotto quel profilo). I denti esistono, ma qualcosa in essi non funziona: ecco il mal di denti.
Il male fisico può essere anche IL DOLORE FISICO: è una sensazione provvidenziale, prevista dalla natura mediante apposite cellule organizzate, per avvertirci che c'è qualcosa che non va nel nostro organismo (p.e. nello stomaco mancano enzimi) o che c'è qualcosa di pericoloso (p.e. per non scottarci o il sapore di sostanze andate a male o nocive).

C'è poi un male fisico più imponente, p.e. LA MORTE, sia degli esseri inferiori sia di quelli superiori, compresa la morte dell'uomo.
Ma qui il discorso va visto allargando di parecchio l'orizzonte nella nostra mente. Questo "male" produce certo una mancanza; cioè è qualcosa che tronca e che quindi toglie la vita; ma toglie quella vita che si trova in quello stato, cioè la vita terrena.

Devo dire qualcosa di più: nella visione meravigliosa del Creatore, ogni morte non e' una perdita, bensì una TRASFORMAZIONE, quindi un guadagno.

Come mai? E' un passaggio a una forma superiore: la pianta che succhia i sali del terreno certamente li distrugge nel loro stato minerale, ma, di fatto, li trasforma portandoli allo stato vitale, che è superiore a quello semplicemente minerale; l'animale che mangia l'erba o la pianta certamente la uccide come vegetale, ma di fatto la trasforma in un grado di vita superiore, cioè la vita animale, sensitiva; l'uomo che distrugge sali e piante e animali, in certo senso, fa loro male perché li distrugge, ma di fatto li trasforma in succo e sangue d'un essere intelligente.

L'uomo può pensare, agire coscientemente e amare, proprio anche grazie a quegli esseri che ha distrutto per nutrirsi e che quindi sono diventati corpo di un essere pensante.

Così la morte dell'uomo è trasformazione in un genere di vita superiore che, alla fine dei tempi, diventerà corpo "glorioso", dove la materia non peserà più come materia, non sarà più impenetrabile, pesante, corruttibile, legata allo spazio fisico, ecc.. Finalmente IL MALE MORALE. Anch'esso e' "buco nel muro", ovviamente nell'ordine spirituale e morale, cioè dei comportamenti umani. Le azioni cattive sono azioni (quindi entità positive) cui manca la qualità morale dovuta (e in ciò consiste il "male" morale).

P.e. nei confronti del prossimo, si deve rispetto. Cosa vuol dire "rispetto"? Vuol dire: anzitutto, considerazione di base, interiore, che il prossimo e' figlio di Dio come me e quindi - come persona umana - ha gli stessi diritti e doveri che ho io; in secondo luogo, il mio comportamento esteriore nei suoi riguardi deve attuare quella mia considerazione, secondo verità, giustizia e carità nella libertà. L'azione che realizza questo criterio è buona; l'azione che non lo realizza, o lo realizza in parte, è cattiva in tutto o in parte, perché manca di quella qualità che dovrebbe avere; manca cioè nell'intenzione di chi agisce e nel suo modo concreto di comportarsi.

Ma il discorso è più complesso in vari sensi. Ne cito qualcuno. P.e.: uno si comporta molto gentilmente con un suo prossimo che invece dentro di sè disprezza, ingiustamente. La sua azione esteriore e' certamente piena di rispetto, ma manca della necessaria considerazione interiore secondo verità, giustizia, ecc.. Quindi in parte e' cattiva e quindi riprovevole: ha male morale.

Oppure: una persona si e' dimostrata falsa e ingannatrice in varie circostanze. Una mia considerazione negativa nei suoi confronti per questo aspetto è secondo verità e quindi io sono tenuto a non fidarmi di lui e quindi non manco di verità o di giustizia, sapendo che mi devo difendere dai suoi cattivi comportamenti. Tuttavia, ciò non toglie che anch'egli sia figlio di Dio come me e quindi, in caso di vera necessità sua, io sono tenuto ad aiutarlo anche materialmente, nei limiti delle mie possibilità, anche psicologiche. Ma, per quanto mi e' possibile, sono tenuto anche a cercare di correggerlo moralmente e impedire che egli faccia del male agli altri.

E così via. E ora alla domanda come possiamo difenderci. Anzitutto, da quale male? Il dolore fisico spesso e' inevitabile; ma può offrire una buona occasione per accettarlo da buoni figli di Dio, offrendolo come purificazione dei nostri peccati e come aiuto mistico alle persone che hanno bisogno di aiuto fisico e/o morale. "Io sono la vite - ha detto Gesu' - e voi siete i tralci." Vuol dire che su quella vite, che è il cosiddetto Corpo mistico di Cristo, la linfa vitale passa da un punto all'atro. Quella linfa possono essere le nostre buone azioni e, tra queste, importantissima, la libera accettazione del dolore fisico e del male. Il che però non vuol dire che siamo obbligati a non curare la nostra salute e a non evitare, per quanto possibile, il dolore fisico e, in genere, il male. Anzi ne abbiamo il dovere, proprio perché non ci siano mancanze di bene.

Il dovere di evitare il male morale vale per tutti gli uomini a qualsiasi religione appartengano. Ma chi si e' allontanato dalla religione cattolica dovrebbe esaminare il perché di quell'allontanamento, perché spesso la ragione è pigrizia o inganno ideologico o anche confusione tra la religione vera e propria e il comportamento buono o meno buono o anche addirittura cattivo di chi la rappresenta. Verità e giustizia, anche in questi casi.

E' certo che affidarsi all'aiuto di Dio e' la maniera migliore per difendersi dal male. E' quello che Gesu' ci ha insegnato a chiedere ogni giorno col "Padre Nostro": "ma liberaci dal male". Sono piccoli e poveri accenni; la grazia del Signore può dare molta più luce. Non dimentichiamo però che Dio è onnipotente e misericordioso e che sa trarre il bene anche dal male.

Tutto infatti è provvidenziale!


P. Nazareno Taddei sj