L'Ascensione/frottola

Gesù è salito al cielo. Ma di quale cielo si parla? Non certo di quello degli astronauti

18/05/1997

Il sig. M.Z. mi internetta: Domenica ho assistito alla predica dell'Ascensione. Ne sono rimasto turbato: Gesù sale al cielo; ma quale cielo? Lui è proprio salito al cielo; lo dice il Vangelo.
M'è venuto in mente quell'astronauta russo che, ai primi tempi delle imprese spaziali, ha affermato che nel cielo non aveva trovato nessun segno che lassù ci siano Dio, Gesù, santi e Madonne.
Ma, allora, dov'è andato Gesù? Oppure la storia dell'Ascensione è una storia simbolica o praticamente addirittura una frottola? È Egregio signore, Le faccio vedere un'immagine della celebre Ascensione, dipinta dal Mantegna nella seconda metà del 1400, probabilmente a Ferrara.

L'Ascensione del Mantegna
Quando l'artista la concepì non sapeva niente né di missili, né di astronauti; ma più o meno la pensava come Lei: ha messo una specie di piedestallo sotto i piedi del Cristo, perché altrimenti dove si appoggiava?
poi ha messo tutt'attorno alla persona una schiera di angioletti con le ali che lo portavano in alto; e sullo sfondo un grande cielo.
Dove lo portavano?
Ma in cielo ! Ma in quale cielo? in quello dove stanno gli angeli. Ma gli astronauti non l'hanno incontrato; quindi non c'è! Ma, allora, non sarà forse che gli astronauti non sono ancora arrivati in quella parte del cielo, dove si trovano gli angeli e tutto il resto? No, no! Ma allora com'è il problema?
Alla Messa, Lei ha sentito il brano degli Atti degli apostoli e il brano del Vangelo di Marco in cui si parla dell'Ascensione.
Marco scrive: "Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto al cielo e sedette alla destra di Dio." Ma anche Luca scrive e dice: Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo (il quadro del Mantegna non ne sembra la traduzione pittorica?).
Cos'è questo cielo?
Gli Atti degli A postoli scrivono, invece: Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. Non si parla di cielo e non si può pensare nemmeno al lancio di un missile, che si vede salire a occhio nudo fino a quando la lontananza lo permette; ma che con telescopi e altri moderni mezzi lo si può seguire sempre.
Sembra quindi che l'autore degli Atti degli Apostoli, a differenza del grande pittore Mantegna, avesse previsto la domanda e la difficoltà del sig. M. Z..: oltre a non parlare di cielo, ci mette di mezzo quella nube: è la nube che toglie Gesù ai loro sguardi, non è la lontananza per l'occhio nudo.
C'è pur sempre il problema della parola "cielo", che c'è nei Vangeli e ricorre non solo in questa circostanza. Allora, vediamo. Cominciamo pure dal vocabolario, che attribuisce alla parola cielo/cieli parecchi significati: la volta celeste (ch'è poi una volta apparente), il cielo di una stanza, il cielo distinto dalla terra, ecc.; poi significati simbolici o emblematici: un luogo di felicità, di sogno, toccare il cielo col dito (per dire gioia, soddisfazione, e simili), ecc..
Ma già la S. Scrittura ci fa capire di non confondere il concetto di "cielo" come sede di Dio e del suo Regno col cielo terrestre: il Libro della Sapienza (capp. 9, 10-16 e 18,15), tra gli altri, ci insegna che il cielo è il trono di Dio, ma che il contrasto tra cielo e terra non è cosmologico, bensì teologico. I cosmonauti e anche il sig. M.Z. sono nell'ambito cosmologico, non in quello teologico.
E che vuol dire?
Che l'uomo è dotato di un corpo fisico e materiale - meraviglioso! - animato da un principio della vita (l'anima) che è pure fisico, ma spirituale, cioè immateriale e immortale. Quando muore, muore nel suo corpo fisico, ma resta nella vita immateriale e immortale, fino a quando, alla fine dei tempi anche il suo corpo risorgerà, prendendo una fisicità cosiddetta "mistica"; cioè immateriale e immortale. Proprio come è successo a Gesù dopo la sua Risurrezione e quindi anche nella sua Ascensione.
Perdendo la materialità del corpo fisico, l'uomo esce dal mondo del tempo e dello spazio; entra in un altro mondo, dove non c'è tempo e non c'è spazio, che sono realtà materiali. Per questo, Dio è in terra, in cielo, dappertutto. Lassù, sta Dio, visibile direttamente e non attraverso la materia, come p.e. la bellezza dei fiori e dei corpi e del cosmo. Ma ne sono solo tanti spicchi finiti, mentre Dio è uno e semplice: un punto infinito.
Essendo un "altro" mondo, non è facile farsene un'immagine e quindi un'idea esatta; ma - non mi si intende male - direi che una qualche idea possiamo farcela pensando alla realtà virtuale: ci sembra di essere in una realtà materiale e sonora, di toccarla, di muoverla e di muovercisi dentro, di goderla, di ascoltarla; ma quella realtà di fatto non esiste se non nella nostra testa, mediante appositi strumenti elettronici e telematici.
La misteriosa realtà mistica (detta "gloriosa") , invece, esiste. Già ora sentiamo spesso che c'è (certi aiuti insperati, certe grazie); è quella dove sono con Dio anche i nostri morti; e dove ci immergeremo anche noi dopo la nostra morte.
Cordialmente.

 
P. Nazareno Taddei sj