Lady Diana etc.

Nella stessa settimana due morti eccellenti: Lady Diana e Madre Teresa di Calcutta. Alcune considerazioni

07/09/1997

L'amico M.B. mi internetta: Che cosa pensa di tutta questa Lady Diana? Rispondo: Cosa ne sappiamo noi, se non quello che ce ne hanno detto i mass media?

Ma dovremmo saper bene che essi non sono la bocca della verità e, spesso, ben poco anche mezzi di vera informazione. Lasciamo quindi Lady Diana al giudizio di Dio, la cui Giustizia e' infinita come la Sua Verità e la Sua Misericordia; e viceversa.

Anche quel giorno, durante la Messa, avevo pregato il buon Dio di dare un momento di luce e di perdono a quelli che si sarebbero presentati al Suo tribunale, anche se con morte violenta. E sono convinto che preghiere come questa non sono vane.

Ma qualche giorno dopo e' morta anche Madre Teresa di Calcutta e anche di lei credo di dover dire le stesse cose, lasciando anche lei al giudizio di Dio, benché io l'abbia conosciuta personalmente, nel 1959, in uno di quei cameroni di Calcutta, nelle cui strade anche principali, la sera, passando, dovevi stare attento a non calpestare corpi umani sdraiati per terra, che non sapevi se addormentati o morti.

Ma allora M. Teresa non era ancora la Premio Nobel, onorata dal Papa e in tutto il mondo.
Era però, già, fin da allora, una povera madre dei poveri. Non posso quindi non confessare l'impressione quasi sinistra che ho avuto ieri sera (domenica 7 settembre) al TG1 delle 20, quando lo speaker, che parlava di M. Teresa, ha detto "questa grande donna" e si è subito corretto, riferendosi evidentemente a Diana: "una delle grandi donne".

Sempre ieri, "La Repubblica", oltre la copertina a colori, dedica a Lady Diana sei pagine intere e una sola (pag. 9) a M. Teresa; "La Nazione", oltre più di metà copertina a colori e parte del resto a M. Teresa, dedica a Lady Diana quattro pagine e una sola (pag. 6, quindi a sinistra) a M. Teresa; il "Corriere della Sera", oltre più di mezza prima pagina - però con un fondo chiaro e coraggioso, ma non eroico, di Montanelli - dedica sei pagine intere alla Lady e due pagine pure intere a M. Teresa. Solo "LâAvvenire" rispetta il pudore dell'equilibrio: della prima pagina, due terzi a M. Teresa e una finestrellina a Lady Diana, quattro delle successive prime pagine a M. Teresa e la pag. 9 all'evento funerali Diana.
E i contenuti?

Praticamente, escluso "L'Avvenire", costruire della Lady un mito popolare, forse contro la monarchia vittoriana. Perfino la regina Elisabetta deve chinare la testa e la monarchia - si dice e si scrive - dovrà cambiare. Cosa c'e', allora, dietro a quei milioni fiori davanti al palazzo, dietro a quei, diciamo pure, travisamenti esaltanti ed elogiativi di una condotta tutt'altro che esemplare, a quel parlare solo di Lady Diana e non degli altri due morti, senza un rigo per i due figli rimasti orfani? Ma prima, cosa c'era dietro tutto quel gran parlare di lei, che e' difficile dire quanto lei sfuggisse o cercasse di alimentare? Forse la risposta viene dal discorso tenuto dal conte Spencer, il fratello, nell'Abbazia di Westminster.

Lasciamo pure ai mass media fare il loro mestiere (talvolta indecente, ma necessario benché non necessariamente indecente) e pensiamo invece ai milioni di persone che si sono lasciati abbindolare - si', è la parola - da essi, senza chiedersi un perché, senza esigere una motivazione, una prova, una spiegazione.

Ero alla Mostra di Venezia, quand'è successo il tutto; qualche perché l'ho chiesto io, ma nessuno m'ha saputo rispondere.

Solo qualcuno, già avviato alla "lettura" dei media, s'e' come riscosso da un sogno e ha cominciato a pensare con la propria testa, pur ammettendo in teoria che già si sa che i mass media ci abbindolano. Ma nella concretezza del tuo pensiero e nella realta' della vita?

Quindici giorni prima c'era stato il milione di giovani a Parigi per il Papa. Anche lì, mass media accesi; ma non più di tanto, esclusi forse quelli di Francia.

Due eventi certamente diversi; ma col denominatore comune delle masse che si muovono. Qualcuno, colà, ha teorizzato che, forse, oggi, la parrocchia non serve più e occorre l'apostolato di massa.

Sì, il problema dei media che muovono le masse c'è e come!; c'è anche - e come! - il problema di una mentalità pastorale chiusa alla tradizione; c'e' anche quello che la gente oggi e' sensibile solo ai media.

Sì, è così; ma non si può prendere il dato di fatto per dato di diritto; non si può confondere l'effetto con la causa; occorre però affrontare decisamente, ma non empiricamente, tanto meno sentimentalisticamente, la causa (i mass media) che producono certi effetti.

Nell'enciclica Redemptoris Missio (art. 37), questo Papa lo ha detto chiaramente: "nuova evangelizzazione perché comunicazione con nuovi modi di comunicare". Il discorso e' lungo e non facile.

Chissà che non siano provvidenziali queste due morti così diverse, alla fine di due vite così diverse (il rosario di M. Teresa intrecciato alle mani del cadavere di Diana non basta a unificarle), così diversamente trattate - ma ambedue trattate - dai media, non aiutino a far aprire gli occhi e la mente di qualcuno, che e' responsabile, sullo spaventoso travolgimento di valori generato dal potere dei media, che di fatto - pur nelle loro diverse gradazioni - sono in mano a chi vuole asservire le masse ai propri interessi.

E sarebbe interesse di tutti e ciascuno aprire gli occhi, prima che sia troppo tardi.

Sempre a disposizione.
Cordialmente

P. Nazareno Taddei sj