Il Buona Pasqua

L'autentico significato dell'augurio

12/04/1998

Buona Pasqua! Buona Pasqua!

Milioni e probabilmente miliardi di volte, questo saluto è risuonato in questi giorni ed è stato scritto con gli auguri da credenti e da non credenti; forse anche da non cristiani, da buddisti, da mussulmani, da animisti, ecc.; forse anche da qualcuno che è contro la religione e contro il Cristianesimo.

Eppure, quel saluto è diventato di consuetudine perché Gesù Cristo è risorto - "come aveva detto" - tre giorni dopo essere stato giustiziato su una croce. La Pasqua, infatti, lo sappiamo bene, è la festa cristiana che ricorda quella resurrezione.

Ma quanti di quelli che hanno detto o scritto quei "Buona Pasqua" pensavano di partecipare a quella solenne e tipica festa? Forse hanno detto o scritto "Buona Pasqua!" solo per consuetudine; forse volevano dire "buona giornata" o addirittura "buon pranzo" (con o senza l'agnello). In questi giorni, milioni di persone si sono messe in viaggio per una vacanza, nonostante il tempo bruttissimo e anche pericoloso per la circolazione.

Perché? E' ovvio: perché a Pasqua bisogna pur far festa: vacanze pasquali. Eppure, chissà quante di queste persone, proprio a causa del brutto tempo, non sono andate in chiesa per la Messa!

Proprio oggi pomeriggio, domenica di Pasqua, in un quiz televisivo in cui bisognava indovinare la parola "Pasqua", per aiutare i concorrenti il conduttore chiese: "Ma che giorno è oggi?" e a una voce quasi unanime si sentì rispondere "domenica" ; solo una vocina timida timida, quasi timorosa di offendere quell'ambiente così ostile a chi che possa ricordare le nostre radici cristiane, ha detto "Pasqua".

Eppure tutti, proprio tutti, da un tipo o dell'altro, anche senza volere, anche senza pensarci, hanno detto o scritto un saluto cristiano, hanno ricordato e celebrato in qualche maniera la circostanza della Pasqua, hanno fatto (o permesso di) ricordare il grande mistero, ne hanno asserito praticamente l'importanza: Cristo morto per noi e risorto, nell'indifferenza dei soldati romani che lo crocifissero e nell'aria di vittoria dei farisei che lo vollero morto; ma poi quella misteriosa resurrezione sconfisse la sconfitta.

Beh? Bel pensiero, ma poi? Forse anche qui c'è un pizzico di mistero. Come la resurrezione di Cristo, che a suo tempo, nella sua concreta realtà, è stata colta da poche persone che poi l'hanno testimoniata, ma poi estesa (e continuamente si sta estendendo) in tutto il mondo, così quel "Buona Pasqua", pur preso profanamente, forma una specie di vello sacro pieno di rugiada della misericordia, che copre tutta l'umanità, affinché si perpetui nel tempo e nel mondo intero il significato propiziatorio e l'azione salvifica PER TUTTI di quella lontana Resurrezione.

Non è che uno può dire: "faccio quel che voglio; già tanto c'è il vello rugiadoso della Pasqua che mi salva!". Non è questo che voglio dire.

Voglio dire invece che quel vello salvifico esiste ancora e sempre esisterà, nonostante tutto, a fare in modo che in qualche momento, anche chi è freddo od ostile, si volti indietro come il centurione romano del Vangelo a dire "Veramente costui era Figlio di Dio" o come il buon ladrone che disse: "Ricordati di me!" Mistero della giustizia e della misericordia divina!

Fa pensare. Con gli auguri di Buona Pasqua... vissuta ogni giorno con pensiero cristiano, cordialmente e sempre a disposizione!

Cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj