Internet è pericolo?

Internet ed il computer vengono paragonati al drago di S.Giorgio. Ma via...

20/07/1999

Il sig. P.F.T. mi scrive: "Ho costantemente rilevato un mutamento in peggio in persone (anche sacerdoti) dal momento che nella loro vita è entrato e il computer e Internet. Questi mezzi sono da paragonare al drago che la leggenda accosta alla figura del martire S. Giorgio.

" Non posso mettere in dubbio quanto il mio interlocutore ha "costantemente rilevato", sebbene egli non specifichi quante e quali siano quelle persone e in che cosa consista quel mutamento.

Ma non metto in dubbio, perché a ogni apparire di un nuovo mezzo di comunicazione, ho potuto anch'io osservare qualche mutamento in peggio in alcune persone vicine o lontane; ma soprattutto ho notato l'accendersi di voci catastrofiche contro il nuovo apparso dei media- radio, poi cinema, poi tv e ora internet - , nonostante che il Concilio li abbia collocati tra le "cose meravigliose (inter mirifica) che la Provvidenza ha offerto all'uomo".Io stesso ho vissuto di persona l'accanimento sollecitato in alcuni ambienti ecclesiastici contro il cinema e contro la tv; ho infatti dovuto sopportare l'esilio di qualche anno per aver tentato di far capire che gli strumenti possono servire tanto per il bene quanto per il male e che il subire il male, anziché cogliere il bene (quando c'è), dipende dalla preparazione specifica e dalla formazione intellettiva e morale di chi si accosta ad essi.

Che certo uso del computer e il navigare in internet possa essere (e sia di fatto) pericoloso è cosa che non si può ignorare; ma si deve sapere anche in che cosa consista quel pericolo e come lo si possa e lo si debba affrontare.

Occorre sapere che nella navigazione si può incontrare il canto delle sirene, ma novelli Ulisse dobbiamo o evitarlo o quanto meno attrezzarci per non lasciarci irretire.

Il fatto è che i media sono certamente cassa di risonanza, ma soprattutto sono formatori di mentalità; e la mentalità è all'origine di grandissima parte del comportamento di ciascuno, come dicevo la volta scorsa.

Se la mentalità influisce tanto sul comportamento, è facile capire quali ne siano le conseguenze in un mondo in cui la comunicazione massmediale diffonde quasi totalmente una mentalità secolaristica e materialistica. Ecco quindi perché - ripeto - non posso mettere in dubbio la denuncia del mio interlocutore.

Quello della mentalità prodotta dai media e delle cause per cui essi sono soprattutto formatori di mentalità è purtroppo l'aspetto troppo trascurato, nonostante la parola magistrale e trascurata di Pio XII su "Il film ideale" e quella magistrale anche sotto il profilo scientifico e non certo attesa come meriterebbe del Papa attuale, nella enciclica "Redemptoris Missio".

Scrive Papa Wojtyla: "Occorre integrare il messaggio cristiano in questa "nuova cultura" creata dalla comunicazione moderna [e questa è affermazione d'importanza rivoluzionaria, nda] È un problema complesso, poiché questa cultura nasce, prima ancora che dai contenuti, dal fatto stesso che esistono nuovi modi di comunicare con nuovi linguaggi, nuove tecniche e nuovi atteggiamenti psicologici." Il Papa parla di "cultura" perché considera il fenomeno risultante - la "cultura" appunto - dalla mentalità.

Tuttavia, per amore di verità e di giustizia, devo oppormi alla demonizzazione dei media, come pure devo ripetere che prendere il bene o lasciarsi vincere dal male dipende da ciascuno di noi e da chi ha la responsabilità culturale e morale dei giovani.

Chiedo infatti: "Con quale specifica attenzione e con quale adeguata preparazione ci siamo o abbiamo messo in mano un computer e soprattutto l'internet?"

E, prima ancora: "Che cosa sappiamo noi - con nozioni di scienza, non per impressioni soggettive o per frutto di emotività - di questi nuovi linguaggi, di queste nuove tecniche,di questi nuovi atteggiamenti psicologici? Caschiamo sempre sul solito punto, oggi così addirittura combattuto e non solo trascurato, quello del cristiano "vince te ipsum", cioè del dominio di sé, che può essere anche duro.

Non si può essere banderuole; bisogna sapere quello che si vuole e cercare di volerlo con forza anche contro le proprie emozioni e i sentimentalismi di moda (da non confondere con i sentimenti).

Oggi nessuno lo fa? Pregherò per loro, ma non mi metterò sulla loro strada, perché sono io personalmente che devo rispondere a Dio e ai miei fratelli delle mie azioni!Tanto più che - come dicevo nella Predica 102 - è in atto una campagna contro l'attività della Chiesa che si oppone a quella della denatalità, campagna che si combatte soprattutto attraverso i media, approfittando anche della nostra stolta assenza.

Non è lecito tirarsi fuori dal cammino della storia.Non si devono ripetere oggi gli enormi errori commessi col cinema e con la tv: si sono perse le battaglie e la guerra dei media, il che vuol dire aver collaborato - senza saperlo, ma ingenuamente - col vessillo di Satana, cioè aver aiutato proprio il drago, anziché combatterlo come S. Giorgio.

Come dice il Papa: "Non basta usarli per diffondere il messaggio cristiano, bensì occorre integrare il messaggio cristiano in questa nuova cultura."Non vi tremano i polsi?

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj