Natale a Ferragosto: consumismo

Cosa unisce Natale a Ferragosto? Semplice, lo sfrenato consumismo che impera in entrambe le circostanze

22/08/1999

Il sig. P.L. mi internetta; " Ma Padre Taddei, sa io non trovo che ai giorni nostri lo spirito del natale si sia completamente perso nel consumismo materialista; le dico questo perché dietro a questo apparentemente folcloristico 25 dic. ci sono uno spirito ed una simbologia molto importanti."Il msg del sig. L. è più articolato e quindi gli ho risposto privatamente. Ma quel msg mi arriva proprio nei giorni del Ferragosto, altra data di kermesse consumistica, e quindi mi offre un buono spunto per una predica.

A causa di questo comune aspetto di consumismo, mi pare valga la pena di mettere insieme Natale e Ferragosto.

Ricordo: ai tempi di Roma, il Cristianesimo ha preso le basiliche pagane e le ha trasformate in templi cristiani.

Oggi, viceversa, il paganesimo consumista - come già quello comunista, dopo la guerra, fece con le nostre processioni, dichiarandole superstizione, ma poi copiandole nei movimenti di massa con la bandiera rossa - prende le feste cristiane e le trasforma in manifestazioni paganeggianti.

Lo spirito consumistico è materialista, quindi opposto a una sana mentalità cristiana e addirittura in qualche caso ci si può intravedere lo zampino del diavolo.

Ma voglio ben precisare:

a) non dico "tutti" i cristiani, però una buona parte, sì, quasi una generalità;

b) dico che non è certo contro la mentalità cristiana, anzi vi è perfettamente conforme, il vivere nella gioia, il godere delle feste, il cercare a tempo debito un po' di riposo e di svago.

Quello che è contrario, invece, è il cercare queste cose come fine e non come mezzo, per vivere più serenamente la vita nel sorriso di Dio. In altre parole, il punto discriminante non è la materialità delle cose, cioè il cercare gioia, festa, svago, riposo, bensì è lo spirito col quale si cercano e si affrontano.

È come una lama di rasoio che taglia via le cellule malate da quelle sane o come una vernice trasparente e colorata che si mette sopra un fregio per avvivarlo.

Venendo a noi, quindi, è verissimo che dietro un 25 dicembre, "apparentemente folcloristico, ci sono uno spirito e una simbologia molto importanti".

Ed è proprio qui il punto: di fatto, quella generalità non bada a quello spirito e a quella simbologia. Lo spirito consumistico, di cui ho detto, generalmente prevale e quindi si pensa solo alla festa, ai regali, ai vestiti, attorno a un Gesù Bambino che, se c'è, è sommerso dal Babbo Natale e dall'Albero al posto del Presepe. Se il Bambino c'è, è messo in un angolino o quasi nascosto sotto l'Albero.Chi pensa, p.e., che anche l'Albero (che al Nord si incendiava e qui si riempie di piccole luci e di nastri colorati) è nato per ricordare quella "luce" che è venuta la notte di Betlemme; e chi pensa che perfino il Babbo Natale, diventato quasi paganeggiante al posto di Gesù, è simbolo del buon Dio che elargisce doni all'umanità, tra i quali emerge proprio il Bambino del Natale cristiano?

"In fondo - scrive sempre P.L. nel suo msg - lo spirito del natale dov'è che trova la sua forza ? ...ma naturalmente dagli affetti famigliari, dal cercare di andare d'accordo con tutti, per quello che si può naturalmente."

Oh, sì! Ma dov'è - non dico in tutti, ma in quella generalità dei casi - il motivo di quegli "affetti famigliari" e di quell'"andare d'accordo con tutti (per quello che si può naturalmente)"? Il Natale al massimo suscita qualche istante di solidarietà umana ch'è più sentimentalismo che sentimento.

Per vedere se quel senso di solidarietà umana è valido o non è piuttosto un piccolo sbuffo di sentimentalismo, basta vedere quanto dura, se c'è ancora il giorno di S. Stefano; ma soprattutto se porta quel frutto di vittoria sul proprio egoismo e di rispetto per la legge di Dio. Oh, se fosse vero sentimento, sarebbe certo molto cristiano e potrebbe essere anche un tocco della grazia divina.

Ma in quanti, oggi, esso si produce? Come ha detto Gesù: l'albero buono lo si riconosce dai frutti, ma se "passata la festa, gabbato lo santo", dov'è la validità di quel pizzico di solidarietà umana?Che sia chiaro: io non me la prendo con nessuno, ma dico che l'aura consumistica si sta diffondendo e radicando sempre più anche a Natale. Purtroppo! Anche il Natale diventa un po' come ferragosto. Non è un rimprovero per chi ne è vittima; ma è un richiamo. Che il ferragosto sia diventato ormai tutto un consumismo, non c'è bisogno di dimostrarlo.

Chi mai più pensa che è il giorno della Madonna, vestita di sole, assunta in cielo? Sì, al mare o ai laghi e forse anche in montagna, ci si veste di sole, cioè ci si sveste, ma non pensando al cielo, cioè a vivere come figli di Dio…

Ma occorre proprio andare alla Messa? Addirittura si pensa e si scrive che a ferragosto tutto è lecito, anche il tradimento coniugale (che si chiama scappatella, quindi roba da poco), anche il voler apparire quello che non si è, anche la pazza gioia, che è pazza più che gioia, anche il perdere la libertà di pensiero di fronte alle mode, il che vuol dire: rinunciare a essere persone, per essere schiavetti con la catenella al naso, delle mode.

Ma la natura, che è figlia di Dio, si vendica: vuoi essere irrazionale? toh, prendi: cose assurde, code in automobile, sotto la canicola, o resse in ferrovia e in piedi per ore; poi ammassati sulla spiaggia, dove devi stare attento a dove metti i piedi per non pestare qualcuno: e i bagni in acque sporche.

Ma è ferragosto, non si può stare a casa; vuoi proprio fare la figura del poveretto? Quanta insensatezza! Ma chi te lo fa fare? La moda, lo fanno tutti, il consumismo.

Proprio in questi giorni è apparsa una statistica ("Avvenire", mercoledì 18 agosto) secondo cui, tra i teen-ager, guida spericolata e abuso di alcolici sono inversamente proporzionali alla frequenza liturgica; e chi va a Messa ogni domenica tende a evitare azioni fuori dalle regole. C'entra?

E, proprio oggi, "Il Corriere della Sera" (19 agosto) ha riportato una frase del Papa: "La presenza di Satana nella storia dell'umanità si acuisce man mano che l'uomo e la società si allontanano da Dio." C'entra? Sono due affermazioni di rapporti proporzionali contrari che dicono la stessa cosa e fanno veramente pensare che dietro l'ossessione consumistica (schiavi delle mode) ci sia lo zampino del diavolo che vuole degradare l'uomo.

Quindi, facciamo pur festa a Natale e vacanze a ferragosto; ma attenti a non… lasciarci fare fessi dal diavolo. Cerchiamo d'essere un pochino più intelligenti!

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj