Della Madonna

La devozione alla Madonna è oggi un culto ritenuto importante?

10/08/1997

Il dr. S.G. mi internetta: "Ho visto la Sua predica "Alla Madonna". Nella mia diocesi, in occasione di una Giornata regionale mariana, con partecipazione di vari vescovi, è stata notata la grande assenza di parroci e l'attuale indifferenza di molta parte del clero per la devozione alla Madonna. Si adducono come motivi che l'Eucaristia, lo Spirito Santo, la Parola di Dio sono molto piú importanti e che questa devozione è stata alimentata dalla Chiesa anche per difendere il mondo dal comunismo. Cosa ne dice Lei?"

Cosa posso dirLe? Mi auguro che la situazione del clero nei confronti della devozione alla Madonna sia meno drastica di quella che Lei mi riferisce; tuttavia è certo che dopo il Vaticano II s'è riaperto un qualcosa che, anche in sede di studi teologici, viene chiamato "crisi mariana".

Già prima del Concilio s'era diffuso il disagio per un eccessivo sentimentalismo, senza sufficienti basi teologiche, della devozione alla Madonna; ma il Concilio, soprattutto con la "Lumen gentium", ne dava una "soluzione equilibrata: promozione attiva del culto mariano nella chiesa, come risposta ai dati di fede circa la Madre del Signore (LG 66), inserimento nella liturgia, orientamento cristocentrico, trinitario, ecclesiale ed ecumenico (LG 60-67), esortazione a evitare le contraffazioni di uno "sterile e passeggero sentimentalismo" e di una certa "credulità" (LG 67)" (Dizionario di Spiritualita', Ediz. Paoline 1979, voce Maria).

Ciononostante la crisi si aggravava col "regresso e talvolta la scomparsa di pratiche tradizionali in onore di Maria, come il rosario, il mese mariano, un silenzio di arresto nella predicazione, un timore che la devozione a Maria complichi l'itinerario cristiano o costituisca un ambiente securizzante che mantiene nell'infantilismo." (ivi)

Le cause? Certamente l'insufficiente diffusione, conoscenza e comprensione delle ragioni teologiche - quelle espresse autorevolmente dal Concilio - e probabilmente anche un certo tono conservatore dei testi del Concilio stesso ("il sacrosanto concilio esorta tutti i figli della Chiesa, perché abbiano in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà verso al Beata Vergine, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa"), che con l'attuale aura di fronda anche in campo ecclesiastico e cattolico sembra qualcosa di assolutamente inaccettabile, mentre si tratterebbe solo di chiarire bene i termini del problema.

I sacerdoti di cui Lei parla fanno evidentemente parte - e ammettiamo pure: in buona fede - di quelli che continuano la cosiddetta crisi mariana, dimostrando spesso un'insufficiente riflessione teologica e pastorale (quindi scientifica) del problema; in tutto o in parte vittime, come probabilmente sono, della mentalità quantitativistica indotta dai mass media, infiltratasi anche oltre le soglie delle case sacerdotali e religiose.

Perfino "i movimenti di liberazione dell'America Latina scoprono in Maria la figura che incarna gli atteggiamenti fondamentali di gioia per la presenza di Dio nella storia, di speranza nel cambiamento dell'ingiusta situazione di sfruttamento, di solidarietà con i poveri e gli oppressi." (ivi) Ma, ahimè...

Sotto il profilo teologico, il punto e': Maria, Madre di Gesùe Madre della Chiesa ("serva del Signore" [Lc 1,38], "discepola" [Lc 8, 19-20; 11, 28]; "madre dei discepoli" [Gv 19, 25-27]; e, sotto il profilo pastorale, il punto è quello di non buttar via anche il pupo per buttar via l'acqua sporca. Non ha parlato anche il Concilio di "sterile e passeggero sentimentalismo" e di "vana credulità"?

Tuttavia, il problema è un po' più grosso di quanto io non abbia espresso con le due frasi nelle quali ho compresso i profili teologico e pastorale.

Dopo il Concilio c'è stato tutto un fervore di studi e di adattamenti, soprattutto da parte degli istituti o degli enti consacrati a Maria (chi ne desidera sapere di più, può consultare, p.e., il citato Dizionario di Spiritualita').

Ma se è giustificato - anzi doveroso - un approfondimento delle conoscenze teologiche, pastorali, storiche circa la devozione alla Madonna, mi pare assolutamente ingiustificato quel volerla mettere in crisi. Il culto mariano è l'"iperdulia", per distinguerla sia dal culto che si deve a Dio e a Cristo ("latria"), sia quella che si deve ai santi ("dulia").

Concetti che dovrebbe conoscere bene chi si mette a discutere del problema. Infatti, le grandi prerogative di Maria sono:

1° la maternità divina (Theotokos), riconosciuta probabilmente fin dal III secolo e certamente dal IV;

2° la verginità perpetua (Aeiparthenos), riconosciuta già dal IV secolo;

3° la "tutta santa" (Panargia), nome apparso all'epoca bizantina quasi pseudonimo. Di qui, il dogma dell'Immacolata Concezione, definito da Pio IX l'8 dicembre 1854, che attesta Maria essere stata concepita senza la colpa di peccato originale; e l'Assunzione, definita da Pio XII nel 1950, a testimonianza che la Provvidenza divina veglia sulla Chiesa.

In attesa, pare prossima, della promulgazione del dogma di Maria, Madre della Chiesa e Mediatrice universale di grazie. Chi poi, con tanta sicumera, dice che la devozione alla Madonna e' stata alimentata dalla Chiesa anche per difendere il mondo dal comunismo, dovrebbe informarsi un po' meglio storicamente.

Certamente Leone XIII, con le sue varie encicliche mariane, e anche Pio XII con la propria, avevano presente il pericolo del comunismo; ma Leone XIII è un Papa di questo secolo, mentre i secoli del Cristianesimo sono ormai 20. La devozione mariana ha origini per lo meno medievali (lo Scapolare, il Rosario) e vale la pena di ricordare le vittorie contro i Turchi, attribuite all'intercessione del Rosario nella battaglia di Lepanto (1571), nella cacciata da Vienna (1683) e dall'Ungheria (1716). Ricordiamo poi Lourdes, Fatima, Medjougorie e innumerevoli altri santuari, con le migliaia dei loro "per grazia ricevuta", stampelle, tronchi, gambe, braccia ecc.

Che sia sempre sterile sentimentalismo? Ma non è da sottovalutare nemmeno la caduta del comunismo, come potenza politica. Resta da distruggere la ancora permanente mentalità ateistica, totalitaristica e materialistica. è proprio di questa mentalità il restringere gli sguardi e fissarli su punti particolari, come il bruco che non vede l'immensità del cielo che lo avvolge quando arriva in cima alla foglia.

Da quanto Lei dice, la "crisi mariana" continua; è una crisi di idee, di visioni ampie, di conoscenze un po' più profonde di quelle permesse dalla mentalità massmediale. Preghiamo la Madonna, senza sentimentalismi, ma con sentimenti e fede autentici, che intervenga (con tutto il rispetto per i turchi di stirpe e di nazionalità!) contro i... turchi odierni. Sempre a disposizione.

Cordialmente.

P. Nazareno Taddei sj