San Paolo ecc. in TV

Il “San Paolo” – ed anche il “Padre Pio” – hanno avuto una buona audience in TV; ma “Il Grande Fratello” li ha stracciati tutti!

20/01/2001

La sig.ra M.P. mi chiede: "Che cosa pensa del San Paolo di Bernabei in tv?"

Rispondo: ne ho già parlato sul numero di dicembre 2000 sul mensile "Edav (educazione audiovisiva)" che dirigo; ma rispondo volentieri, perché vedo che quel San Paolo è stato accolto con perplessità anche da qualche altro non sprovveduto cattolico.

Va detto subito che la figura di S. Paolo è troppo complessa e poliedrica per essere messa in due puntate televisive.

S. Paolo è stato miracolosamente convertito direttamente da Gesù, quando come Saulo era in viaggio proprio per distruggere i cristiani di Damasco.

Già qui ci sarebbe da indagare i retroscena storici, che vanno dallo zelo per la religione ebraica alle dispute delle correnti in cui si dividevano quei fedeli come Saulo, per ragioni teologiche, che avevano poi dei riflessi sull'atteggiamento nei confronti dei seguaci di Cristo. Ma convertito, Paolo è stato un evangelizzatore-viaggiatore che si direbbe "un cane sciolto", anche prima e dopo l'incontro con Pietro; sempre però fedele a Cristo e alla Sua Chiesa. Irriso dagli ateniesi per il suo voler far conoscere il "Dio ignoto" di quel tempio; più in carcere che fuori, fino a quel suo viaggio a Roma, perché dichiaratosi "civis romanus". A Roma, verrà decapitato e, secondo la tradizione, la sua testa, rimbalzando tre volte, ha dato origine alle "Tre Fontane", che ancor oggi si possono vedere pur racchiuse in pregevoli marmi barocchi.

Paolo, poi, è l'autore delle 14 Lettere, che sono state - si può dire - il testo ante litteram della teologia cattolica.Parrebbe piuttosto ingenuo, quindi, aspettarsi un'opera filmica o televisiva di 3 ore che ne tratteggi la figura tutta intera.

L'opera scorre molto sommariamente sulla vita avventurosa di Paolo, né si preoccupa di dare un'idea del suo pensiero. Tuttavia, le sue frasi, riportate dagli "Atti", dette da lui in alcuni momenti della sua missione, ne danno una sorta di sommario, puramente indicativo, ma efficace.

Ho sentito varie persone, p.e., che si sono sentite animate a conoscere qualcosa di più di questo personaggio. E' da dire, allora, che gli autori di questo "San Paolo" televisivo hanno inteso semplicemente offrire per la gente svagata e secolarizzata di oggi, un'immagine popolare, ma veritiera e fedelmente ricostruita, di questo colosso della Chiesa, di cui la gente ormai non sa più nulla, se non forse che è quello delle statue con la spada in mano.

Il soggetto è stato scritto da Mons. Pagano, parroco a Roma, ispirato fedelmente agli "Atti degli Apostoli", ma con l'invenzione dei personaggi Ruben e la moglie Dina, che servono certamente a vivacizzare il racconto, senza cadere in un'eccessiva e fuorviante spettacolarità, ma soprattutto a inquadrare storicamente il vero personaggio di Saulo, poi Paolo, anche per qualche discussa sua frase sugli Ebrei nella Lettera ai Romani.

L'intento, quindi, mi pare attuale, proprio"televisivo" e il risultato pregevole, se lo si sa leggere, per fedeltà ai test originali (gli "Atti") e per ricostruzione storica e ambientale. Ma la domanda della sig.ra M. P. mi offre l'occasione di toccare un altro problema: chi sono i teleutenti che seguono trasmissioni di argomento religioso, come appunto San Paolo.Hanno stupito in queste ultime settimane i risultati di ascolto dei due film della LuxVide su S. Paolo e su P. Pio. P. Pio ha avuto, in 1ª serata, 12.158.000 teleutenti; in 2ª ,14.088.000. S. Paolo ha avuto, in 1ª serata, 8.702.000 teleutenti; in 2ª , 9.472.000. Da notare che queste cifre corrispondono alla media dei teleutenti di quella trasmissione; p.e. la trasmissione di P. Pio, già la prima sera, aveva raggiunto punte di 15 milioni.

Queste cifre sono da primi in classifica L'opera su P. Pio è stata, in ambedue le puntate, la prima in assoluto nella classifica delle trasmissioni di quel periodo (novembre 2000); sono seguite con 10.696.000 ascolti Striscia la notizia del 30 novembre; con 10.528.000 il Grande Fratello del 30 novembre; e con 9.562.000 Striscia la notizia del 27 novembre. Poi viene la 2ª puntata di San Paolo (9.472.000); e, dopo Carramba che fortuna del 2 dicembre (9.209.000), la 1ª puntata del San Paolo (8.702.000). Ambedue le nostre due opere, a differenza di altri film religiosi precedenti, hanno avuto un incremento nella seconda puntata: segno, mi pare indiscutibile, di gradimento.D

opo qualche giorno, l'ultima puntata del Grande Fratello ha battuto i due eventi religiosi: 16 milioni… Sono dati dell'Auditel… dati che non hanno valore assoluto (ma questo è un altro problema); prendiamoli pure come valore indicativo. Si potrebbe anche dire, per saggiare il valore di quei 16 milioni di teleutenti, che le persone, che poi hanno partecipato alla votazione, sono state qualcosa più di mille (circa 1300); cioè meno della decima parte. Ma l'aspetto che mi interessa in questa sede è il seguente: quegli 8-14 milioni di persone che hanno seguito le trasmissioni su P. Pio e S. Paolo sono più o meno le stesse dei 16 milioni del Grande Fratello o sono diverse? Difficile dare la risposta, penso. Ma per l'aspetto che interessa in questo momento, tutto fa pensare che, grosso modo, siano le stesse persone che hanno visto P. Pio, San Paolo e il Grande Fratello. Si può trarre qualche considerazione?Beh!

Certamente la curiosità di sapere come sarebbe finita l'avventura dei reclusi della "Casa" ha prevalso sull'interesse specifico per i suoi contenuti, che è stata una spazzatura televisiva ai limiti del reato di corruzione.

Altro che pedofilia! La curiosità non è certo condivisione, se solo meno di un decimo si sono preoccupati di telefonare la propria eventuale scelta del vincitore. Ma anche solo la curiosità giustifica quei 16 milioni o non piuttosto l'accorto ma disonesto battage pubblicitario? Restano gli usufruitori delle due opere religiose.

Certamente l'interesse (e non solo la curiosità, direi) per l'opera su P. Pio si può capire, per il complesso di circostanze e per la fama del santo frate.

Lo scarto di audience per San Paolo, pure si può capire, data la notorietà di P. Pio. Però si deve notare l'enorme interesse per un personaggio di chiesa, che ha scavalcato trasmissioni note come altre puntate di Striscia e di Grande Fratello, C'è posta per te, Ciao Darwin; e penso non ne sia stata causa solo l'ottima campagna pubblicitaria che San Paolo ha avuto.

E allora? Direi che, pur nel degrado di gusto circa trasmissioni perbeniste, che sono vera e propria spazzatura, la gente sente ancora bisogno della realtà religiosa, purché presentata con criteri di severità circa la verità e con toni adeguati alla nuova mentalità. E' tutto? No, direi che il vero discorso comincia ora.

Sempre a disposizione, cordialmente.
 
P. Nazareno Taddei sj