Pasqua 2001

C’è ancora qualcuno interessato alla Settimana Santa o alla Pasqua? Io dico che…

15/04/2001

T.G mi internetta: "Lei pensa che serva ancora parlare di Settimana Santa e di Pasqua? Chi se ne interessa più?"

Di primo colpo, volevo rispondere chiedendo se una simile domanda avesse significato o quanto meno se chi l'ha fatta fosse uno che crede o non crede.

Ma a pensarci bene ed entrando in quello che anch'io sento in questi giorni, la domanda di T.G. m'è sembrata azzeccata, perché apre un ventaglio di considerazioni.

Proprio di questi giorni, qualche giornale ha parlato di qualcuno che sta cercando - su base scientifica dei calendari - di trovar modo di unificare p.e. la data cattolica e quella ortodossa della Pasqua. Discorso interessante, che nasconde problematiche complesse.

Ma forse sarebbe fuori tema.

Cos'è la Settimana Santa e la stessa Pasqua? E' la commemorazione annuale, ufficiale e solenne, quindi esteriore, della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo: l'evento centrale della storia della Salvezza. "Commemorazione", però, che facciamo ogni giorno, anche senza solennità, nella Messa.

Ma occorre precisare: è "commemorazione" di quell'evento; non è quell'"evento". E, allora, la domanda diventa: serve o non serve una tale commemorazione annuale e solenne? Non è tutto e solo retorica o giù di lì?

Mi pare si debba dire che certamente serve: per il popolo cristiano, come popolo, il quale afferma di fronte al mondo le radici del suo essere.

Ogni nazione, ogni comunità, ogni famiglia, ogni persona ha una data che annualmente festeggia; è giusto quindi che anche la Chiesa festeggi ogni anno l'evento basilare della propria esistenza e della sua fede.

Certamente, però, serve anche per i singoli cristiani, che sono invitati a rinfocolare nella mente e nel cuore l'evento fondamentale della loro fede e, di conseguenza, del loro comportamento. Ed è proprio qui che la domanda di T.G. entra nel vivo: a cosa serve parlarne, se anche molti cristiani non se ne interessano più (o, almeno, così sembra)?

La risposta più ovvia parrebbe questa: proprio perché non se ne interessano più, è necessario cercare di richiamarne l'attenzione. Certamente non si richiameranno l'attenzione e l'interesse, se di quelle cerimonie non si parla in maniera adeguata e, soprattutto, se si fanno quelle cerimonie tanto per fare, senza una ricerca di giusta spettacolarità (spectaculum = aculmu ad spectandum [pungolo a stare a guardare]).

Sotto questo profilo, ben vengano le spettacolari processioni o manifestazioni del Venerdì Santo (ricordo, p.e. quella di Sorrento; ma è tutt'altro che unica), le quali convocano intere folle e le richiamano più o meno profondamente (speriamo non solo sentimentalmente) ai misteri di quei giorni. E ben vengano, anche se talvolta ci sono dietro giochi di gelosie o d'altro, che col mio mistero cristiano hanno ben poco da fare.

Quello che conta è la manifestazione fatta come si deve; l'eventuale retta o non retta intenzione di chi le fa è problema che tocca le loro coscienze. Ma la considerazione più grave e più triste è l'indifferenza effettiva che ormai si riscontra anche tra i cristiani per la Pasqua e la Settimana Santa che la precede.Io stesso, tra i miei amici - che sostanzialmente si dovrebbero considerare buoni cristiani -, quando parlano di Pasqua parlano solo di vacanza e quasi mai li ho sentiti preoccuparsi di come e dove potranno compiere almeno il dovere della Messa di Pasqua. Il triduo, poi, ... se ne parla se c'è di mezzo qualche processione spettacolare.

Come mai questa indifferenza sempre più invadente?Il giovedì santo, il TG5 delle ore 20, verso la fine, parlando d'un raduno della Ferrari lo ha esaltato con queste precise parole "una festa pagana e rossa, che piaccia o meno al vescovo di Imola" . Sappiamo che il responsabile della fiction è Maurizio Costanzo, l'apostolo del secolarismo più settario. Ma quella stessa sera, a "Raggio verde" di Rai2, Emma Bonino ha potuto predicare, con efficace convinzione, contro l'etica cristiana, dicendo che ognuno ha il diritto di seguire l'etica che vuole, perché l'etica della Chiesa è una delle tante. Invano l'on. Buttiglione e l'on. Rosy Bindi sono riusciti a contraddirla, pur dando buoni motivi, quasi titubanti (e il clima non era certo favorevole a loro).

Anche questi sono segni d'una campagna planetaria contro la religione, cui ho già accennato. I loro colpi sembrano rinvigoriti in occasione di queste feste.

Il Parlamento europeo ha fatto una denuncia contro il Vaticano , firmata anche dalle nostre sinistre; e il ministro Bordon ha preso posizioni elettorali talmente assurde (senza rispetto delle realtà) da essere stato fortunatamente isolato anche dai suoi.

Quasi sempre, giornali e settimanali parlano del Papa e della Chiesa e, apparentemente, in genere, con rispetto; ma è sempre un punto di vista laicista, quindi secolarista, che travolge la figura spirituale del Papa come Vicario di Cristo.La cosa va avanti da tempo. Ora è diventata palese. Ma chi dei cattolici se ne accorge o fa qualcosa?

Sempre a disposizione. Cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj