Il G8 è passato

Dopo le violenze di Genova è già cominciato il balletto delle responsabilità e del “hai cominciato tu”. E i cristiani?

25/07/2001
Sono stato fuori sede per lavoro tutta la settimana. Delle giornate di Genova, ho potuto vedere solo - e in parte - il "Porta a Porta" di Vespa del venerdì 20 luglio, senza possibilità di registrazione. Ne ho avuto una sinistra impressione: sotto un'apparente oggettività d'informazione, m'è parso di notare un evidente uso del linguaggio televisivo (quello che noi chiamiamo delle «comunicazioni inavvertite» e delle «bugie semiologiche») in favore di chi, anche con violenza verbale, cercava di attaccare direttamente o indirettamente il governo.
Rientrato, mentre cercavo di documentarmi sugli eventi, mi sono trovato in internet parecchie richieste di parere su quelle brutte giornate.
Tra gli altri, B.F., termina la sua lunga critica alle organizzazioni multinazionali col seguente «P.S.: la violenza di piazza non mi affascina, ma anche quella del WTO è prepotenza, solo che rispetto a quella di piazza vuole esserlo per un periodo illimitato. Mi corregga se vado errato.»
Da anni sto dicendo e scrivendo che occorre imparare a «leggere» i media, proprio per non essere vittime della confusione mentale che i padroni del vapore organizzano sistematicamente con i media per impossessarsi delle teste su piano planetario. Quindi non posso non condividere la sua critica.
Ma, dal momento che mi chiede di correggerlo se sbaglia, gli dico che non si può cedere alla tentazione di rispondere alla violenza con la violenza.
Ripeto quanto ho già detto nella mia ultima predica (alla quale rimando): la contestazione nasce dal concetto di lotta di classe, che non è cristiano. Ma che è anche inefficace, quando non positivamente dannosa (come s'è visto, in questa circostanza).
È l'errore che anche molti cattolici ingenuamente hanno commesso: credendo di servire Dio, si sono praticamente affiancati a movimenti che lungi dal rispettare il pensiero del Papa - non si preoccupano della verità e della giustizia, pur dichiarando di lottare per essa.
È significativo e non solo interessante che «La Nazione» di lunedì 23 luglio (v. fig. 1)

Titolo "Il cardinal pentito" sul quotidiano "La Nazione"

 ponga il titolo che riproduco all'intervista fatta al cardinale di Genova l'indomani di quelle giornate. Ma ancora più significativo che il giorno prima, domenica, il cattolico «Avvenire» esalti l'ingenua affermazione del dr. Agnoletto (v. fig. 2):  vinto, che cosa? «A caro prezzo» avete perso un'occasione per dimostrare il peso del pensiero cattolico, libero da influssi non cristiani nella società attuale.

Dichiarazione "A caro prezzo, ma abbiamo vinto" di Agnoletto sul quotidiano "Avvenire"

L'amico prof. Zaffagnini, giustamente irritato da una comunicazione di Pax Christi (una delle associazioni cattoliche di contestazione al G8) fa una nota per il mio mensile e, tra l'altro, si chiede: «Quanto è costato per tanta gente andare a Genova. Facciamo solo una cifra irrisoria 30.000 lire a testa. Totale x 250.000 persone = 7 miliardi e 500 milioni. Quanto è costato organizzare l'antiG8? Centinaia di milioni, come minimo. (Da dove vengono?) (…)Quanto costerà in termini psicologici e di immagine, alle associazioni di volontariato, il fatto che i manifestanti di Genova si siano arrogati la "difesa" dei poveri in questo modo? Quanti pozzi si sarebbero potuti scavare nel terzo mondo? Quanti aiuti sanitari? Quante scuole? Quante adozioni a distanza?»

La domanda è molto seria.

Mi si chiede come valuto i fatti di Genova.

Rispondo che non si può valutare ciò che non si conosce; e quell'evento è troppo vasto e complesso per poter dire di conoscerlo. Occorre l'umiltà per ammettere questa incapacità per chi non è addentro nelle cose e si deve accontentare dell'informazione dei mass media, i quali sono tutt'altro che la bocca della verità.

Se ci si chiede perché è successo tutto quel tragico pandemonio, la tentazione è quella di dire che «causa causae est causa causati (la responsabilità di un effetto è di chi ha procurato la causa di quell'effetto)».

Ma chi può dire con scienza e coscienza dov'è veramente la causa? Non certo negli 8 Capi di Stato che si riuniscono per discutere di problemi comuni (il bene o il male non si risolve con manifestazioni di piazza).

Tuttavia, qualcosa di veritiero si può dire facendo un po' di «lettura strutturale» di quanto hanno fatto vedere i media. Preciso: i media non sono la bocca della verità e anche la loro documentazione non è sempre attendibile; però con quel sistema (che ha base scientifica) a qualche parte della verità si può giungere.
Ho visto - come detto - il "Porta a Porta" di Vespa il venerdì, la conferenza stampa di Berlusconi del TG4 di domenica 22; il Tg delle 20 e successivo Dossier di TG2, "Primo Piano" di TG3, sempre di domenica.
La cosa che immediatamente balza agli occhi è che il comunista Bertinotti, Casarini della Disobbedienza Civile, un regista invitato e anche Agnoletto, per affermare quello che dicono impediscono all'altro di parlare: vera violenza verbale. Certamente, quindi,da quella parte c'è violenza; e - guarda caso - sono quelli che difendono la violenza dei «pacifici» contestatori e accusano di assassinio le forze dell'ordine.

L'altra cosa che balza agli occhi è la strumentalizzazione contro Berlusconi che le sinistre cercano di fare dei fatti di Genova. Eppure erano stati loro a predisporre il tutto e a difendere (e forse a finanziare, come ho saputo) i «pacifici» contestatori; tanto pacifici da proporsi di disobbedire alle norme stabilite dal loro governo, ma oggi affidate al governo successivo.

Si vede proprio che la parola d'ordine è quelladi perseguire quella strada come se fossimo ancora in campagna elettorale.

Rutelli ha approfittato perfino della morte di Indro Montanelli per metterrla in atto.

Checché si dica, io non difendo Berlusconi - come ho già detto altre volte - perché permette che le sue televisioni vengano gestite in maniera praticamente secolaristica quindi anticristiana; ma il raffronto di dignità umana e anche culturale con Rutelli è evidente.

Nella «Stanza di Montanelli» del «Corriere della Sera» (23 luglio), Berlusconi scrive: «Piango l'amico con cui ho condiviso molte battaglie e al quale sono rimasto legato anche quando ha espresso dissenso dalle mie posizioni, con lo spirito di libertà che ha sempre animato il suo lavoro e che io ho sempre rispettato.» E Rutelli: «La mia prima reazione è stata di sorpresa. Era riuscito a restare sempre uno spirito libero, non ha mai seguito la corrente. Alle ultime elezioni, Montanelli scelse nettamente l'Ulivo, e lo disse: "gli italiani meritano di provare Berlusconi, così si vaccinano". » Si può osservare anche che Rutelli si dà la zappa sui piedi: si «sorprende» che Montanelli, «sempre spirito libero», abbia «scelto l'Ulivo»: scegliendo l'Ulivo ha smesso di essere spirito libero e quindi la sua affermazione è settaria, oppure Rutelli si sorprende che uno spirito libero voti l'Ulivo perchè questo è contro ogni libertà?

Proprio vero che le bugie hanno le gambe corte!

In conclusione: il cristiano si contraddistingue solo se segue "verità, giustizia e carità nella libertà".

Sempre a disposizione. Cordialmente
P. Nazareno Taddei sj