Sull'Avvento

Attualizzazione del messaggio insito nell'Avvento, che culmina con la nascita di Gesu. Ma chi ci pensa, almeno nel senso giusto?

03/12/2004
Ancora una volta, siamo in Avvento!
Giovani o vecchi, chi c'ha pensato?
Chi, nel suo lavoro o nel gioco o nel sesso o nel dolore, c'ha pensato per un istante: siamo in Avvento! Cosa c'entriamo noi con questa vecchia storia, con questo Bambino che nasce in una stalla,  2000 anni fa, tra un bue e un asinello? E poi, a Natale, manca ancora quasi un mese!
Sì, ma i commercianti  c'hanno già pensato: ce ne siamo accorti dalle vetrine e da quelle luci che cominciano ad apparire nelle strade. Chi poi viaggia in autostrada, basta che si fermi per un caffè e il Natale dei dolciumi e dei regali gli viene incontro, quasi aggressivo: «Non comperi? Ma chi sei, tu? Un troglodita? Non hai un bambino o una bambina che t'aspettano con un regalino?» No!
«Ma allora, chi sei? Vergognati!»
 
Mi vergogno al pensare che Natale sia solo caramelle e cioccolatini o cianfrusaglie; e mi vergogno anch'io al dover pensare che, dopo tanti anni che sono prete, la gente dove vivo pensa al Natale solo per i regalini o i regaloni.
Certamente,  il Natale è tempo che fa pensare ai regali, perché è il tempo dell'enorme regalo che Dio ha fatto all'umanità, mandando il Suo Figlio unigenito, mettendolo miracolosamente nella pancia d'una verginella che aveva detto di sì all'angelo che le aveva chiesto se accettava, ma  che una spada le  avrebbe trapassato il cuore. E aveva detto di sì.
Noi, oggi, sappiamo cosa ha voluto dire quel sì. Abbiamo visto l'orrore che Mel Gibson ci ha fatto vedere col suo film LA PASSIONE, come fosse un documentario, anche se non lo era.
 
Ed ecco il primo mistero che ci tocca. No! non diciamo «mistero»; diciamo «pensiero»: ogni «sì» che diciamo a Dio che vuole fare con noi qualcosa di grande (con noi che siamo così piccini!: salvare un bambino o una vita, aprire una strada sana nella famiglia o nella società o qualsiasi altra cosa) costa una pena; a ogni gioia è legata una sofferenza adeguata; e questo, sì, può essere il nostro piccolo o grande mistero, segreto, nel profondo del cuore. Perché? Non lo so: chiediamolo al buon Dio, che risponde sempre. a modo suo, naturalmente!
Pensate a quella notte di cui parla il film di Mel Gibson, quando Giovanni va dalla Madonna e le dice crudo che «L'hanno preso!»: aveva sentito, che non sarebbe stata una notte come tutte le altre!
Quanto cominciava a pesare quel suo «sì»; e lei non si ferma lì a piangere! Si alza e corre a cercarlo, pur sapendo di non poter far nulla se non soffrire; ma anche di dover dare un conforto: «Sono qui vicino, anche se non posso farti alzare,  come quando cascavi quand'eri bambino!» e Lui, dalla croce: «Mamma, ecco tuo figlio!» e a Giovanni: «Ecco, tua Madre».
Abisso, più che mistero, di bontà e di fede. Anche ciascuno di noi è in quel mistero abissale di giustizia e di pace: basta che diciamo: «Credo, Signore! Ma aiuta la mia mancanza di fede!»
E questo è il nostro Avvento. Fidiamoci, con un pizzico di umiltà, di Lui che verrà!
 
Con tutta cordialità e sempre a disposizione.

 

P. Nazareno Taddei sj