Vogliamo vedere Gesù - di P. Lorenzo Giordano sj

È il grido inconsapevole del giovane drogato … è il grido della ragazzina …. del disoccupato … del prete… del Vescovo e del Papa ….

28/03/2009
Carissimi amici, la richiesta espressa con tanta speranza dal gruppo dei Greci traduce un’aspirazione che percorre i secoli.
La figura di Gesù domina l’orizzonte della storia ed esercita un fascino indiscutibile. Anche chi vorrebbe cancellarne la memoria, ne confessa implicitamente la grandezza. Ma il mistero di Gesù sfugge a chi vuol accostarlo per curiosità, da interesse storico, etico. Per Giovanni «vedere Gesù» significa credere a Gesù, aprire il cuore: condizioni indespensabili per cogliere l’identità di Gesù ed entrare in comunione con Lui.
 
Chicco di grano che muore…!
Con una metafora, Gesù spiega il contenuto e il significato dell’«ORA» che ormai incombe sulla sua vita: come il chicco di grano Egli deve morire perché tutti abbiano la possibilità di entrare in comunione di vita con il Padre e lo Spirito Santo.
È la logica che permea l’esistenza cristiana: incontrare Gesù implica seguirlo in una scelta di vita che si fa dono agli altri.
C’è chi pensa che la fede sia una garanzia, una specie di polizza, di assicurazione contro gli infortuni della vita, una dottrina che insegna a «comportarsi bene e a non far male a nessuno». Gesù presenta un quadro radicalmente diverso e una legge molto più esigente: essere cristiani implica seguire Gesù…
Che significato hanno infatti quelle parole paradossali: Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna? Chi si aggrappa al proprio egoismo e alle illusioni umane (potere, possesso, sensualità, edonismo, relativismo… conoscerà una esistenza sterile, chiusa, triste. Chi invece sa dimenticare se stesso ed offrire con amore la propria vita, se la ritroverà in pienezza. Il valore di una persona è legato a ciò che «dona».
 
Pieno compimento dell’Alleanza.
La prospettiva della gloria e della pienezza della vita non toglie nulla alla drammaticità della croce. L’«ORA» segnata del Padre e liberamente accolta da Gesù è anche l’«ORA» della sofferenza che Gesù non vive in modo imperturbabile. Il progetto omicida del potere, che Gesù intravede con sempre maggior lucidità produce un profondo turbamento nel suo animo (Vangelo e 2° lettura) insieme alla tentazione di sottrarsi ad una morte disumana ed infamante. Tuttavia si affida senza riserve all’Amore del Padre, con un gesto di totale abbandono che è donazione libero e perciò feconda di vita. Il frutto che scaturisce dall’offerta incondizionata di Gesù è il pieno compimento della promessa divina espressa dal profeta Geremia (1° lettura): LA NUOVA ALLEANZA.
«Nuova» perché il rapporto che Dio stabilisce con l’uomo è senza precedenti, non è condizionato alla fedeltà dell’uomo, ma unicamente fondato sulla gratuita iniziativa di Dio. Il vincolo di amore che Dio da sempre aveva progettato si realizza perché in Gesù ha pronunciato il suo «sì», più pieno. Un vincolo così saldo che nulla potrà mai spezzare perché nel donarsi obbediente di Gesù si instaura una relazione di conoscenza e di amore così intima da togliere il peccato e da far coincidere volontà di Dio e volontà dell’uomo.
 
Scoprire il volto di Cristo.
Se ieri erano Filippo con Andrea che portavano a Cristo e questi al Padre e allo Spirito Santo oggi la missione di indicare agli uomini di buona volontà il volto di Cristo, tocca alla comunità dei redenti.
Tocca a noi che amando e credendo cresciamo nell’amore di Dio e del prossimo indicare dove Cristo è realmente presente: anzitutto tra noi e in noi nella misura in cui ci amiamo e viviamo nell’amore (ma gli increduli, incontrandoci, vedono in noi la testimonianza dell’amore?); nella Gerarchia che se di Gesù continua la missione docente di Lui deve sempre più scoprire l’inebriante fortezza della povertà reale; nell’Eucarestia dove il pane è il segno di una fraternità ritrovata davanti a un Corpo immolato per amore.
«Vogliamo vedere Gesù»: è il grido inconsapevole del giovane drogato che cerca una salvezza nelle illusioni della droga, è il grido della ragazzina troppo presto vendutasi per un pezzo di pane o per l’ebbrezza di un’avventura più grande di lei; del disoccupato che cerca lavoro, del licenziato vittima di un sistema fatto solo di consumismo e profitto dimenticando il bene comune; del prete che vorrebbe lavorare senza troppe formalità; del Vescovo e del Papa che vorrebbero sentire attorno a se il calore umano di un presbiterio che si riscopre luogo di comunione per un annunzio che non sia solo professionale, ma esistenziale.
La partecipazione all’Eucarestia è comunione al corpo e sangue di Cristo, è inserimento sempre più profondo in lui; il desiderio di «vedere il Signore» diventa così intima gioiosa esperienza che fa esclamare: «Abbiamo visto il Signore» Giov. 20,25.
Auguro una meditazione, con l’aiuto dell’intelligenza sapienziale, dono dello Spirito Santo, perché possiamo sempre più entrare nel Mistero e farlo vita della nostra vita: «la morte e risurrezione di Gesù», scoprendo il vero volto di Gesù?
P. Lorenzo Giordano sj