Il servo di tutti - di P. Giuseppe Pirola sj

Chi vuol essere primo sia l'ultimo

19/09/2009
Il racconto di Marco in 9,30-37 è veramente esemplare. Gesù attraversa la Galilea con i suoi apostoli; ma non vuole che alcuno lo sappia, perché voleva dare ai suoi e solo ai suoi l’annuncio della sua passione, morte e resurrezione, cioè come avrebbe compiuto la sua missione messianica e avrebbe dato inizio definitivo al regno di Dio. L’annuncio risulta incomprensibile agli apostoli che si aspettavano un messia trionfatore e vincitore dei suoi nemici, liberatore di Israele dal dominio romano, che inaugura il suo dominio universale su tutti gli uomini; non un messia umiliato e crocifisso dai suoi nemici; della resurrezione con cui Gesù conclude l’annuncio della sua passione e morte, gli apostoli non sembrano neppure accorgersene o prenderlo in considerazione, almeno per una possibile domanda di spiegazione da rivolgere a Gesù. La loro incapacità di comprendere li fa piombare nel timore di porre domande a Gesù; e tutto finisce in un silenzio imbarazzante. Il viaggio prosegue fino a Cafarnao: entrano nella casa di un qualche apostolo, e Gesù, al riparo da orecchie indiscrete, rompe il silenzio con una domanda rivelativa, che mette in chiaro il timore di fare domande a Gesù degli apostoli. Gesù chiede di che cosa discutevano tra loro nel viaggio: gli apostoli tacciono, stavolta per la vergogna. L’evangelista Marco informa che discutevano tra di loro chi sarebbe stato il più grande nel regno messianico. Gesù parlava del compimento della sua missione messianica e dell’inizio del regno attraverso l’umiliazione e la croce inferta dai suoi nemici; gli apostoli discutevano già di gradi, gerarchie di potere e di chi avrebbe occupato il grado più alto del potere; come se il regno messianico fosse il regno di un trionfatore politico. La distanza tra Gesù e la sua idea di missione messianica, e gli apostoli è estrema; non poteva accadere un equivoco peggiore.
Come risolse Gesù questa situazione degli apostoli, scoperti nel vivo della loro totale incomprensione della missione di Gesù? Gesù non li umilia. Riprende il discorso dalla loro discussione: chi è più grande nel Regno di Dio? Ma precisa rigorosamente che senso abbia essere primo nel Regno di Dio. Dice loro: chi vuol essere primo nel regno messianico sia l’ultimo e il servo di tutti. E, (giocando sul doppio senso ebraico e greco di una parola che significa bambino e servo), preso un bambino tra le braccia, glielo propone, a modello, come il più piccolo del Regno di Dio, quello che condivide profondamente senza nessuna difficoltà, di fare propria la scelta di Cristo, non comandare e dominare ma servire, fino a dare la propria vita per la liberazione di tutti gli uomini dal peccato del potere che tutto consente e permette di compiere arbitrariamente pessimi abusi sugli altri, invitandoli a riconoscere nella disposizione del bambino che non aspira ad alcun potere e accoglie il regno messianico come lo propone Gesù e il Padre che lo ha inviato, per fare cosa loro gradita. Gesù con il suo gesto addita agli apostoli la vera figura del capo o dei capi della futura comunità cristiana che dovrà continuare la missione del regno messianico di Gesù. E dunque: rigetto del potere e scelta dell’umile servizio per la liberazione degli uomini dal peccato del potere.
Capire Gesù, il suo modo di intendere e attuare il Regno messianico, è stato ed è ancora difficile; le incomprensioni non mancano nemmeno oggi; la tentazione del potere è una tentazione sempre incombente, da tenere sott’occhio e sempre da vincere. Ricordate l’ultima tentazione di “Assassinio nella Cattedrale” di Elliott? Non possiamo erigerci a giudici degli apostoli. Non riesce neppure a noi cristiani di oggi, di credere che Dio non è un sovrano che disponendo di un potere irresistibile, voglia sgominare e sottomettere a sé tutti i suoi nemici, lui che ha detto, amate i vostri nemici.. Non ci riesce di credere a un Dio bambino (Betlemme!), ultimo tra gli ultimi, a un Dio servitore di tutti, e di credervi con la serena e persino ingenua certezza del bambino, che nessun dubbio sfiora; un Dio ultimo tra gli ultimi, intangibile a ogni tentazione di potere sugli altri, perché intende essere il Dio che serve gli uomini nella loro ricerca di liberazione da ogni forma di potere, per portarli a libertà di figli di Dio e di fratelli tra loro.
Un brano come questo, letto oggi, è molto… pericoloso. Rischiamo di leggerlo come testo che giustifica accuse degli uni contro gli altri per aprire aspre polemiche tra noi, non sempre limpide e disinteressate. Il Vangelo serve solo per convertirci tutti, gli uni e gli altri. Ma non voglio neppure che vada persa la splendida lezione che Gesù Cristo ha dato ai suoi su questo tema, per migliorare la nostra vita comunitaria cristiana agli occhi del mondo. Perché non ascoltare il richiamo di Gesù che ci ricorda la nostra missione con tanta pacatezza e dolcezza? L’importante è appunto ascoltare tutti Gesù e correggerci: servire umilmente gli uomini, non dominare su di loro, per evitare equivoci dannosi e nocivi all’opere divina del Regno di Dio, agli occhi del mondo che ci guarda e attende da noi testimonianze precise.
P. Giuseppe Pirola sj