IL NOSTRO QUOTIDIANO di Mons. Giovanni Battista Chiaradia

…il lavoro è vita, è pensiero, è serenità…

29/05/2011

 

Il nostro quotidiano è specificato dal lavoro. Ciascuno di noi da mattina e sera è impegnato in una attività. Il lavoro delle mani, del pensiero, della parola. Ogni società deve sconfiggere la disoccupazione. Il lavoro è vita, è pensiero, è serenità di giornata.

Gesù ha lavorato per trent'anni con le sue mani come fabbro, carpentiere, ma anche come insegnante nel Tempio, fin da bambino.

La liturgia della Messa, presenta una grande considerazione del lavoro: 'Noi ti lodiamo, Padre Santo, per la tua grandezza; Tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore, a tua immagine hai formato l'uomo, alle sue mani operose hai affidato l'universo, perché nell'obbedienza a Te, suo Creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato'.

Così la preghiera è entrata fortemente nel lavoro quotidiano.

Nella Santa Messa, quando il Sacerdote presenta il pane e il vino, sottolinea: 'Benedetto sei Tu Signore dell'universo, dalla tua bontà infinita abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo, lo presentiamo a te perché diventi per noi cibo di vita eterna…. L'acqua e il vino sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana'.

Così per il vino: 'Abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite e del lavoro dell'uomo perché diventi per noi bevanda di salvezza… Accetta, Signore, i doni della tua Chiesa che sotto i segni del pane e del vino consacra a te la fatica dell'uomo e concedi a tutti noi di cooperare, giorno per giorno, alla redenzione. O Dio nostro Padre che il lavoro quotidiano sia, per tutti noi, fonte di vita eterna'.

Nel tempo nasce la 'Liturgia', una forma di preghiera 'clericale', riservata solo ai Sacerdoti. Così la Liturgia si è trovata chiusa in una lingua, il latino, sempre più ignorata dal popolo, per cui sono sorte nuove forme ufficiali di culto: le cosiddette 'devozioni' che sono ispirate sempre al mistero del Cristo, ma fuori, o in parte, della liturgia ufficiale, ad un livello di comprensione più facile per i fedeli.

Così le centocinquanta 'Ave Maria' del Rosario sono la riproduzione dei centocinquanta Salmi del Salterio liturgico e la triplice preghiera giornaliera dell''Angelus Domini' ripete nella forma (sostituendo le Ave Maria ai Salmi) la preghiera del mattino, di mezzogiorno e della sera, che si recita nei Monasteri.

Sono le «devozioni» che si sono trovate affrancate ad un corpo liturgico già formato, ma non chiuso, specialmente per un popolo impreparato a pregare con i Salmi della Bibbia. Oggi,  i salmi biblici e il rosario stanno bene insieme. Non è giusto che la salmodia sia solo per i Sacerdoti, e i Rosari o altre devozioni per il popolo: si nota che già in alcune famiglie i Salmi biblici sono nel quotidiano e si alternano con la meraviglia del Rosario.

Mons. Giovanni Battista Chiaradia