IMMACOLATA CONCEZIONE di Padre Mario Cattoretti o.p.

...quel casual interiore...

08/12/2011

 

La pur considerevole recente solenne proclamazione dogmatica di un singolare, particolare privilegio, conferito a Maria SS, tanto peculiare da configurarla diversamente, nella sua struttura  spirituale, aveva, di certo, l’intenzione di porre sempre più l’attenzione,  nel nostro ambito rigorosamente e strettamente spirituale, al triste, tenebroso, parzialmente criptico significato di un peccato d’origine.

Peccato che vede moralmente nascere ogni creatura umana, rivela una precisazione della catechesi cristiana,  con addosso all’anima una disarmonia, chiaramente disordinata, la quale ci pone in una sgradevole situazione conflittuale, con una invece soprannaturale, sospirata amicizia con Dio stesso, il Tuo Creatore.

Per questo Maria SS., del tutto senza macchia, immacolata viene, oggi, liturgicamente, a sollecitare una nostra superstite insopprimibile tensione. Guardando Maria Immacolata, a fare sì che, anche nella nostra esistenza il candido interiore si realizzi cristianamente.  Purtroppo, proprio nelle nostre attuali generazioni, l’abbandono progressivo di un ‘candido e immacolato’, persino nell’abbigliamento,  ci ha lasciato invadere da un “casual”, quotidiano e ordinario. Bravo a raggiungere persino la trascuratezza.  È, quasi di soppiatto, entrato nella nostra spiritualità giornaliera di cristiani, sì da rimanere progressivamente sempre più indifferenti ad un allontanamento dal peccato, pur avendo ormai costantemente dinnanzi la splendente ‘immacolatezza’, della B. Vergine Maria, nata, oltre che  nell’esente sottrazione al peccato ‘originale, anche  ad una ostinata resistenza a qualsiasi colpa morale quotidiana.

Qui mi viene a memoria, in questo momento quanto ricorda il celebre E.M. Cioran, nel suo volume: L’inconveniente di essere nati [Adelphi, pag. 68]: «A qualche chilometro dal mio paese natale si trovava, appollaiato sulle alture, un borgo abitato unicamente da zingari. Nel 1910 un etnologo dilettante vi si recò accompagnato da un fotografo. Riuscì a radunare gli abitanti, che accettarono di farsi fotografare, senza sapere che cosa significasse. Quando si chiese loro di rimanere immobili, una vecchia esclamò: “Attenti! Ci stanno rubando l’anima!” Allora tutti si precipitarono sui due visitatori, che penarono non poco a tarsi d’impaccio».

Quel casual interiore quanto ci tiene distanti da Maria SS. Immacolata, di cui oggi celebriamo, con liturgia solenne, la purezza, la nitidezza, la trasparenza spiritiuale! (P. Mario Cattoretti  o.p.)