ASCOLTA! di don Gigi Di Libero sdb

...so ascoltare?...

04/11/2012

Quanti in questa domenica partecipano con la comunità cristiana all’Eucarestia si sentiranno proclamare una famosa pagine del Vangelo di Marco, nella quale Gesù risponde ad una precisa domanda postagli per sentirsi riconfermare con la sua autorevolezza e saggezza, da tutti riconosciuta anche se non stimata e amata, circa quale fosse il primo comandamento (e pertanto il più importante e comprensivo in pratica di tutta la Legge di Dio).
La risposta di Gesù inizia con una parola “Ascolta”: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Marco 12,29-30).
 “Ascolta” mi ha molto colpito, tanto da voler fare qui alcune riflessioni che mi auguro non stimolanti per me solo, ma anche per chi si è fermato a leggere queste righe.
 Oggi sentiamo di essere spesso e sempre più nella disattenzione o se si vuole nella abitudinaria rassegnazione di ridurci o essere ridotti a delle isole bersagliata da migliaia di grida, voci, suoni, notizie, messaggi urlati o suadenti ed ipnotici …
Tutti parlano, tutti urlano, tutti riempiono l’etere che ci circonda con i loro messaggi e i loro suoni e urla, ininterrottamente si inviano dati e informazioni ….
Ma prendiamo coscienza, sempre più fortemente, che nessuno è preoccupato di verificare se viene ascoltato … se io come soggetto autonomo e chiuso in me stesso decido o mi impegno ad aprirmi per ascoltare e … magari rispondere … iniziare un dialogo … iniziare una conversazione e, sarebbe il massimo, iniziare una conversazione circolare che ci unirebbe in una possibile comunione o per lo meno un umanissimo e gratificante confronto.
Quando vengo preso da questi pensieri, che mi deprimono non poco e sono sempre più sconsolanti, mi viene immediatamente alla memoria una frase (confesso che a volte l’ho dovuta registrare come un urlo dolorante e sconsolato … e rabbioso): “Sì … mio papà … mia mamma … i professori … mi lasciano parlare … ma non mi ascoltano!!!!”.
Forse è questo dolore misto a delusione interiore e indelebile che mi spinge oggi a meditare sull’invito forte e indiscutibile di Gesù: “Ascolta”!
Non desidero fare la predica a nessuno, né imporvi, sia pure con gentilezza e modestia, le mie elucubrazioni.
Secondo l’ormai irrinunciabile abitudine, mi sono permesso di andare a rileggere pagine e pagine di tanti esegeti e studiosi del Vangelo per sentire i loro commenti e spiegazioni sulla pagina di Marco in cui Gesù lancia questo invito-comando: Ascolta!
Riporto qui una raccolta di perle illuminanti e davvero incoraggianti e consolanti: penso che anche chi sta leggendomi sarà colpito da questi pensieri e inizierà a far risuonare nel proprio intimo, davvero con maggior speranza e voglia di vivere, questa parola di Gesù.
Magari senza esser né praticanti né credenti. Ecco:
1. Se Dio parla, Dio ascolta; se Dio ascolta, Dio ascolterà sempre la creatura che gli si rivolgerà con purezza di cuore e sentimenti di umiltà.
2. La fede in Dio, espressa dall’imperativo Shema’ nel nostro testo, più che «ascolta!» significa «riconosci e compenètrati di questa verità!» …
3. “Ascoltare” è sinonimo di “obbedire”: si tratta, quindi, di un’adesione intima e non di un mero sentire esterno, di un orecchio libero dalle “ortiche” delle chiacchiere (per usare l’espressione della poetessa ebrea Nelly Sachs).
4. «Ascolta» e «amerai» sono, infatti, nel nostro testo in parallelo tra loro.
5. Nel testo ebraico sono implicati «il cuore, l’anima e le forze» nella loro totalità.
Sappiamo che l’“anima” per la Bibbia è l’intero essere vivente, la persona nella sua capacità vitale e comunicativa, mentre il “cuore” è la coscienza e le “forze” rimandano a quell’energia che si esplica nell’agire.
6. Il Dio che ti chiama all’ascolto è colui che a sua volta ha ascoltato, che non è rimasto sordo al grido di dolore che sale dalla terra:
-        Ha ascoltato il grido della terra bagnata dal sangue di Abele,
-        Ha ascoltato il lamento di Israele schiavo in Egitto,
-        Ha ascoltato il grido di Rachele che piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più.
7. Il credente è”l‘ascoltante”.
Chi ascolta confessa la presenza di colui che parla e vuole coinvolgersi con lui; chi ascolta scava in sé uno spazio all’inabitazione dell’altro; chi ascolta si dispone con fiducia all’altro che parla.
Perciò gli evangeli chiedono discernimento su ciò che si ascolta (cf. Mc 4,24) e su come si ascolta (cfr. Lc 8,18): infatti noi siamo ciò che ascoltiamo!
La figura antropologica che la Bibbia vuole costruire è dunque quella di un uomo capace di ascoltare, abitato da un “cuore che ascolta” (1Re 3,9).
È il cuore, infatti, che ascolta, cioè la totalità dell’uomo: il nucleo più profondo dell’uomo è forgiato dall’ascolto.
Aggiungo questa simpatica ma profonda osservazione: “Ho conosciuto una persona senza l’udito, che era capace d’ascoltare … e tante altre persone con il perfetto funzionamento di questo senso … senza l’abilità d’ascoltare”: una autentica provocazione, senza mezzi termini!.
Dobbiamo avere il coraggio di riaffermare, nella nostra vita personale come anche nel tessuto famigliare e sociale in cui viviamo ed operiamo, che il comando di Gesù “ASCOLTA”, risentito oggi, deve convincerci che:
Saper ascoltare è una forma di grandezza dell’anima.
Ascoltare è un dono.
– Ascoltare è un atto di rispetto.
– Ascoltare è un segno d’umiltà.
– Ascoltare: è la fede nelle Parole Buone, non solo il superficiale sentire.
Per coloro che credono e sono davvero discepoli di Cristo tutto questo si chiama vera ed autentica testimonianza della sua Presenza in atteggiamento di amore e di accoglienza che salva, anche oggi: in mezzo a noi e al mondo intero!
don gigi di libero sdb
gigidilibero@gmail.com