QUALE IL RUOLO DELLA DONNA.... di don Gigi Di Libero sdb

....nell'evangelizzazione?...

16/06/2013

 

La Pagina di Vangelo di oggi, che a tutti cristiani verrà annunziata ancora una volta nell’Eucarestia è una delle più care al mio cuore e alla mia vita spirituale. Sono contento di condividere con tutti coloro che leggeranno queste povere righe almeno qualche pensiero su alcuni punti di una pagina che meriterebbe molte riflessioni e commenti. Gesù invitato a pranzo da un fariseo, immagino con un certo sfarzo che evidenzia la posizione di questo uomo illustre: proprio a tavola viene avvicinato da una prostituta che, vincendo ogni ritegno e ogni paura, entrata nella sala e ha voluto riempire Gesù di attenzioni personali, segni di un affetto e di una ammirazione ricca di amore, manifestate nel baciare e lavare i suoi piedi con lacrime di grande amore appassionato, asciugandoli poi con i suoi capelli. Gesù non solo accoglie con naturalezza questi gesti di amore, ma la difende davanti alle proteste del fariseo che lo ha ospitato. La difesa di Gesù trova il suo culmine nella espressione “sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato”: costantemente di fronte a questa espressione il mio cuore si carica di domande. Gesù sta dicendo che una “prostituta” (che poi perdonerà dicendole con dolcezza: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!») ha molto amato!!!

Come si può declinare questa affermazione di Gesù? Ha molto amato perché … accoglie come persona… sa trattare con delicatezza… con attenzioni alla individualità: corpo, gesti, occhi, affabilità, dolcezza …  sa generosamente abbandonarsi ai gesti dell’accoglienza … con la sincerità e la trasparenza della relazione umana autentica … … conoscere il mistero affascinante della dedizione, del dono di sé, del fidarsi …  creativamente e coraggiosamente si mette a disposizione per donarti quello che ti serve e che meriti … conosce la grazia della gratuità che deriva dal dono e dall’accoglienza … senza interessi nascosti o desideri da colmare e, soprattutto, senza nessun desiderio di possedere

Scrive il teologo Bruno Chenu, con acume e profonda sensibilità: «è il gesto del dono a mettere in accordo la parola intesa e lo sguardo portato. Per dirci una volta per tutte che la verità di un volto umano si coniuga all’oblativo, mai al possessivo». Per noi tutti è una scuola! Un secondo punto di riflessione sono gli ultimi versetti del Vangelo di questa domenica: “In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunciando la buona novella del regno di Dio. (Camminavano) con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Magdala, dalla quale erano usciti sette demoni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni” (Lc 8,1-3). Non mi è possibile non reagire a queste annotazioni evangeliche: è una vita che sento polemiche sulla presenza e ruolo delle donne nella Chiesa di Cristo; normalmente si dice che non vengono prese in considerazione e non vengono messe in condizioni di essere attive, responsabili e con una necessaria loro presenza nella vita della Chiesa, evangelizzazione compresa!

Nella mia umile posizione di credente prima di tutto, io ho sempre pensato il contrario e mi sono sempre più convinto che le donne devono essere presenti e responsabili ma in virtù del loro essere totalmente e integralmente donne, piuttosto che con particolari ruoli e connessi poteri. La potenza della donna è la sua femminilità che messa nell’interno della relazione della fede diventa essenziale per tutti. Le donne infatti sono le custodi per eccellenza del “molto ha amato” con tutto quel che ne consegue. Gesù lo ha voluto proprio così: nel suo impegno totale di evangelizzazione, camminando per villaggi e città, e incontrando persone di ogni condizione e di ogni spiritualità, come pure di ogni stato felice o sofferente … dolce e amabile come violento e traditore; ha voluto essere quotidianamente accompagnato da un piccolo gruppo di discepoli da lui scelti e chiamati e da un piccolo gruppo di “discepole itineranti” che, per loro libera iniziativa e trasformate da un amore invincibile, si sono messe nella condizione di “itineranti” con Lui e con i discepoli. Nella scelta libera di queste donne la dimensione dell’accoglienza e dunque dell’incontro con Dio è presentata come la dimensione che struttura l’esperienza di fede.  Esse vivono i due significati del verbo «ricevere tutto da qualcuno» e «fare di tutto per qualcuno». Qual'è la posizione e il ruolo delle donne in questa fervida attività? Come i Dodici, queste donne seguono Gesù. Lo seguono in tutti i sensi: materialmente, camminando sui suoi passi, e spiritualmente, condividendo il suo progetto. Se egli predica, loro che gli stanno accanto, lo ascoltano. Inoltre, camminando con lui, vedono quello che fa, come si comporta. Addirittura dopo la risurrezione le chiama ad essere le prime annunciatrici di questo evento di radicale salvezza per tutti gli uomini e le donne della storia.

Benedetto XVI ci illumina con la sua efficace e profonda parola: “La storia del cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne... L'elogio riguarda le donne nel corso della storia della Chiesa ed è espresso a nome dell'intera comunità ecclesiale. Anche noi ci uniamo a questo apprezzamento ringraziando il Signore, perché Egli conduce la sua Chiesa, generazione dopo generazione, avvalendosi indistintamente di uomini e donne, che sanno mettere a frutto la loro fede e il loro battesimo per il bene dell'intero Corpo ecclesiale, a maggior gloria di Dio”.(Udienza generale del mercoledì, 14.2.2007)

 don gigi di libero sdb

gigidilibero@gmail.com