L'Avvento e le luminarie

L'Avvento come preparazione al Natale; e noi come lo prepariamo? Solo con le luminarie?

15/12/1996

Siamo in Avvento. Sono cominciate le luminarie in preparazione del Natale. Anche l'Avvento è preparazione al Natale.

Che siano quelle luminarie l'Avvento?

No; anzi, direi l'opposto. L'Avvento è di quattro settimane nel rito romano, di sei nel rito ambrosiano. Ma solo nella Chiesa d'Occidente; perché, nella Chiesa d'Oriente, si celebra solo pochi giorni prima del Natale.

Non si sa bene com'e' nato l'Avvento. Se ne ha notizia dal IV secolo, quello stesso secolo in cui si ha notizia della festa del Natale. Ma già da allora, l'Avvento si presenta con due significati: quello "natalizio" (l'Avvento e' preparazione alla festa del Natale) e quello escatologico (l'Avvento e' la preparazione alla venuta di Cristo alla fine dei tempi). La riforma liturgica del Concilio Vaticano II conserva ambedue i significati: la prima parte dell'Avvento (fino al 16 dicembre per il rito romano) e' rivolta maggiormente alla venuta escatologica; la seconda a quella natalizia. (v. I PERSONAGGI)
Come si vede, tutto il significato dell'Avvento trascende il fatto storico della venuta di Cristo, che e' nato, vissuto, ucciso e risorto 2000 anni fa e che oggi si può solo ricordare.

Ma, allora, a che serve l'Avvento; anzi la stessa festa del Natale?

L'Avvento e' un fatto reale: non e' la preparazione di una festa-ricordo; bensì è la preparazione a venute reali di Cristo. Cristo viene realmente:

1. tutti i giorni, in ciascuno di noi, come maestro e come amico, aiutandoci con la sua grazia e le sue ispirazioni a essere in pace con Dio; possiamo rifiutarci di riceverlo e, ahimè!, quante volte lo facciamo col nostro egoismo e con la nostra superbia, ma lui non ci abbandona;

2. ogni giorno nell'Eucaristia, a tutte le ore del giorno e della notte in migliaia e migliaia di luoghi aperti o clandestini per le persecuzioni (quanto eroismo in tante parti della terra!) e noi possiamo riceverne fisicamente la presenza, accostandoci al Sacramento;

3. come giudice e amico per ciascuno di noi quando moriremo;

4. come giudice terribile e glorioso alla fine dei tempi, quando "sorgeranno nuovi cieli e nuove terre".

L'Avvento e' fatto per prepararci a tutto questo; quindi e' qualcosa di squisitamente spirituale, che sollecita anche tutti noi a una visione spirituale della vita e delle feste natalizie.

Ma quanti cristiani ci pensano?

Eppure tutte queste quattro forme di venuta di Cristo ci toccano d'avvicino, proprio nella vita di tutti i giorni, perché tutti siamo destinati all'abbraccio paterno di Dio e non possiamo sottrarci all'essere presenti un bel momento a quel tribunale.

E non sappiamo quando quel momento sarà.

Proprio questa settimana, su "Epoca" (n. 50/'96), il famoso vignettista Forattini dice: "Sono completamente ateo. Sono stato a scuola dai preti. Forse per questo. Dopo la morte non c'e' niente. L'altro giorno ho portato al cimitero dei fiori a mia mamma che e' morta da poco. Ma è come se li avessi gettati in mare. Là sotto c'è il nulla." Dispiace che un uomo così sagace dica cose che - con tutto il rispetto - sono sciocchezze. P.e. come fa a dire che dopo la morte non c'è niente? C'è forse stato a vedere? Almeno si chieda se e come c'è stato qualcuno che ci crede. E se "là sotto non c'e' niente", perché è andato a portare fiori alla tomba della mamma, anziché gettarli in mare o, se proprio voleva ricordarla, ricordarla standosene a casa?

C'è però una frase che fa pensare: dice che forse è ateo proprio perché è stato a scuola dai preti. Bella scuola!, verrebbe da dire. Ma "Bella scuola" forse per colpa sua che l'ha frequentata male, sotto il profilo religioso o forse anche non senza colpa di quei "preti" che non hanno saputo dargli i fondamenti veri della religione, attenti magari a formalismi, a divieti e simili cose, insomma a una visione quantitativistica e chiusa, anziché qualitativa e aperta, della religione.

Un'analoga concezione quantitativistica c'è sotto le luminarie in attesa della grande festa: albero di Natale, anziché presepio; Babbo Natale, anziché Gesu' Bambino! Regali e regali... tutto "quantum" e nessun "quale": materia anziché spirito.

E magari si va anche alla Messa di mezzanotte, perché nasce Gesu'.

No! Gesu' è già nato 2000 anni fa. Il ricordo di quella sua venuta - commovente e patetica, certo - è ricordo; ma quell'antica venuta, oggi, e' finzione.

Essa però, proprio perché bellissima ed efficace sentimentalmente, deve aiutare a uscire dalla finzione e a immergersi nella realtà della vera e reale venuta di Gesu' di tutti i giorni, ma anche di quel giorno che sarà splendido o tremendo a seconda di come l'avremo accettato giorno per giorno.

I PERSONAGGI che dominano la liturgia dell'Avvento sono:

a) Isaia, il profeta della grande speranza del popolo d'Israele per la venuta del Messia, ma con testi che sono annuncio di speranza perenne per tutti gli uomini;
b) Giovanni evangelista, l'ultimo dei profeti, testimone che la storia precedente ha avuto il suo compimento e quindi: per Israele, che il Messia è già venuto; per tutti, che quella venuta deve realizzarsi in tutti gli uomini e nella storia;
c) Maria, madre di Gesu', la quale fa parte del mistero in quanto ha generato il Messia e quindi è madre anche del suo Corpo Mistico, cioè la Chiesa.

A risentirci.

P. Nazareno Taddei sj