Il Giubileo

Cos'è il Giubileo, come nasce e come si è sviluppato nei secoli. E ora?

23/11/1997

B.N. mi internetta: "Ho visto la Sua predica sugli affari del Giubileo e sono ben d'accordo; ma per noi lontani da queste cose, vuol dire cos'è il Giubileo?"
Rispondo volentieri.

Nell'Antico Testamento, si parla di Giubileo. E' il Giubileo ebraico, detto jubhel (corno di montone, perché annunciato dai sacerdoti col suono di quel corno).

Si compiva ogni ciclo di 7 anni sabbatici (cioè 50 anni).

Al suo scadere, si attuava l'"atto di remissione"; cioè tutti rientravano in possesso dei loro antichi beni, anche se legittimamente acquistati da altri; ogni creditore faceva cadere il prestito al correligionario e gli schiavi ebrei venivano liberati.

Come dice il Levitico (25, 11 sg), non si doveva ne' seminare ne' mietere ne' raccogliere l'uva; i prodotti non potevano essere ammassati nei granai, bensì potevano essere raccolti alla spicciolata da ciascuno, sia il proprietario, sia chiunque altro e particolarmente gli indigenti.

Con ciò si dichiarava che la terra apparteneva al Signore e quindi a tutti. Tutto questo si compiva, perché il popolo doveva seguire l'esempio di Dio che aveva liberato dalla schiavitù il suo popolo.

Come si vede, era una manifestazione magnifica, tipicamente religiosa, con un influsso diretto sul comportamento nella vita di tutti i giorni.

Il Giubileo cristiano non e' legato al Giubileo ebraico, ma si ispira a esso, soprattutto per il carattere di devozione a Dio, con ancor più accentuato il senso della spiritualità.

Lo dice espressamente anche il Papa nella Lettera Apostolica "Tertio Millennio Adveniente" (10 novembre 1994): "L'usanza dei giubilei ha inizio nell'Antico Testamento e ritrova la sua continuazione nella storia della Chiesa"; e il rapporto e' nella persona di Cristo preconizzata nell'Antico e realizzata nel Nuovo: "Lo Spirito del Signore Dio e' su di me e mi ha mandato (·) a promulgare l'anno di misericordia del Signore" (Lc. 4, 16-30; 61, 1-2).

Nella sua essenza teologica, il Giubileo cristiano si definisce: "una solenne indulgenza plenaria concessa dal Romano Pontefice, con annesse facoltà speciali per i confessori a favore dei fedeli che li lucrano". Rispetto alla sua durata , viene detto "Anno santo", perché è compreso e svolto con riti sacri, ma soprattutto; perché è destinato a promuovere la santità dei costumi (Cost. apost. "Infinita Dei misericordia" (in AAS, 16 [1924], p. 209).

Il Giubileo cristiano e' iniziato solo qualche secolo fa. La sera del primo giorno del 1300, una grande folla si riversò in S. Pietro convinta d'ottenere una speciale indulgenza plenaria per un'antica tradizione. La Curia romana non trovò traccia di quella tradizione, ma Bonifacio VIII, il 23 febbraio successivo emanò una Bolla secondo la quale ogni 100 anni si doveva celebrare un Giubileo universale con liberazione da colpa e da pene "pro poenitentibus et confessis", cioè per quelli che, pentiti e confessati, avessero compiuto un certo numero di visite alle basiliche di Roma e di preghiere.

Si ricorderà che Bonifacio VIII divenne Papa all'abdicazione al papato di Celestino V. Personaggio energico e intransigente, ispirò la sua azione a quella di Innocenzo III ("Come la luna riceve la luce dal sole, così la dignità regale non e' che un riflesso dell'autorità pontificia!"), affermando la supremazia del papato sulle potenze temporali.

Così si inimicò soprattutto Filippo il Bello (contro di lui la Bolla "Unam sanctam"), il quale inviò il cancelliere francese Nogaret per farlo prigioniero, con l'aiuto dei Colonna avversari di quel Papa. In quella circostanza (7 settembre 1303), lo Sciarra Colonna arrivò a schiaffeggiare il Pontefice (e' il famoso "schiaffo di Anagni").

Poco dopo (11 ottobre 1303), Bonifacio VIII moriva, giusto in tempo per non finire deportato ad Avignone dove invece andrà il suo successore, Clemente VI, prigioniero dei potentati laici.

Il Papa Clemente, su istanza dei fedeli stabilì che il Giubileo si augurasse ogni 50 anni, ma nel 1350 egli non scese a Roma per celebrarlo.

Con la nascita del Giubileo cristiano, siamo ai tempi di Dante (che metterà Bonifacio VIII all'Inferno) e di Giotto; siamo ai tempi di una Chiesa ricca e potente per salvare la quale sorgono S. Francesco d'Assisi e S. Domenico che predicano la povertà; ma siamo anche alle lotte tra Guelfi (famiglia dei Welfen) e Ghibellini (famiglia degli Hohenstaufen, che ingaggiarono lotta anche contro il papato), alle lotte tra potere papale e temporale; ai tempi quando si proclamavano le Crociate, per liberare i Luoghi Santi (Bonifacio VIII istituirà particolari indulgenze per i Crociati).

Con l'andare dei secoli, cambiarono i riti e anche le scadenze dei Giubilei. Cominciarono i grandi pellegrinaggi verso Roma, "alle tombe degli apostoli". I pellegrini, detti "romei" seguivano itinerari precisi, a piedi, dalle varie parti d'Europa, forniti tipicamente della "pellegrina" (mantello), del "bordone" (bastone), della "scarsella" (bisaccia).

Li muoveva la pietà e la devozione, con vero e grande sacrificio.

Nel frattempo (com'è anche oggi), l'acquisto delle indulgenze plenarie è stato reso assai più accessibile, senza bisogno di correre a Roma per acquistarle.
E, allora, perché un Giubileo, per di più "grande"? Il Papa attuale , nella cit. Lett. Apost., ne da' le ragioni: tra l'altro, come nella famiglie e nelle comunità civili si celebrano i giubilei di battesimi, di matrimoni, di compleanni, ecc., così la Chiesa celebra solennemente il bimillenario di Cristo.

Papa Wojtyla lo annuncia ben sei anni prima, perché ci si possa preparare degnamente sul fondamento della vita cristiana, la Ss.ma Trinita': "L'incarnazione del Figlio di Dio, il suo concepimento, la sua nascita sono il presupposto dell'invio dello Spirito Santo. (·) Questo Grande Giubileo sarà in certo senso uguale a ogni altro, ma al tempo stesso, diverso (·) Tra le suppliche più ardenti di questa ora eccezionale, all'avvicinarsi del nuovo Millennio, la Chiesa implora dal Signore che cresca l'unita' tra tutti i cristiani delle diverse confessioni fino al raggiungimento della piena comunione. (·) Non si vuole indulgere ad un nuovo millenarismo; si vuole invece suscitare una particolare sensibilità per tutto ciò che lo Spirito dice alla Chiesa e alle Chiese."

Grande manifestazione, quindi, di fede, di pietà e di carità (unione) in un mondo sempre più dissacrato e distratto. Ci sarà un'enorme afflusso di pellegrini da tutto il mondo e non solo dall'Europa.

Ma non e' il viaggio a Roma quello che conta; ciò che veramente importa e' entrare nello spirito del Giubileo e viverlo: sentire la gioia (il "giubilo") di essere cristiani e saperla proclamare a tutti, vivendola però non solo e non tanto a parole.

Ciò non toglie il valore del pellegrinaggio alle tombe degli apostoli: anche per quei (molti?) che ci vanno per curiosità, si tratta di affermazione di un interesse mondiale per la Chiesa cattolica e la sua sede centrale; ma è da credere che ben maggiore sia il numero di quelli che vi andranno con lo spirito dei "romei"; quindi grande manifestazione di fede, di pietà, di carità, così come deve essere ed è.

Sempre a disposizione.

Cordialmente

 

P. Nazareno Taddei sj