Pasqua e politica

Si torna a ribadire l'inutilità della partecipazione al teatrino della politica; e invece...

01/04/1999

Il sig. T.F. mi internetta: "In questo teatrino della politica mi pare che andare a votare sia appoggiarlo e prendervi parte. Non è d'accordo?"

Rispondo subito: no; non sono affatto d'accordo!

Ma rispondo a questa domanda proprio nel la predica del giorno di Pasqua, perché intendo un discorso cristiano e non politico.

"Volete che liberi Gesù o Barabba?" abbiamo sentito in questi giorni che ha chiesto Pilato, l'autorità di quel posto a quell'epoca. La maggioranza di quella massa popolare grida "Barabba!". "E Gesù?" "Crocifiggilo!"

I capi di quella massa aizzata crocifiggono Gesù, tronfi e festanti di non avergli voluto credere quando parlava.Gesù però - con loro meraviglia e spavento - risorge; e loro faranno dire ai soldati la menzogna che "l'hanno portato via".

Quella maggioranza non era tutto il popolo; infatti, c'era lì anche una minoranza, che non doveva poi essere molto scarsa, se accanto alla Madonna e alle pie donne e agli apostoli c'erano anche tutti quelli che Gesù aveva miracolato o sanato o sfamato.

Ma quella minoranza non s'è fatta sentire; addirittura Pietro ha rinnegato Gesù per ben tre volte e solo dopo la terza s'è ricordato che Gesù l'aveva avvertito! Quanta somiglianza con nostri eventi politici anche recenti! Qualche accenno.

Anche da noi c'è una minoranza ch'è dalla parte della ragione, ma non ha il coraggio di farsi sentire o crede di non doverlo fare pro bono pacis. Chi non vota si mette da quella parte.

Anche a noi, col voto, si chiede: "Gesù o Barabba?" , "sì" o "no".

Dobbiamo rispondere; non possiamo lavarci le mani come Pilato. Si tratta di fare una scelta, talvolta difficile; ed è più comodo non farla.

Ma non è cristiano.

Anche noi spesso abbiamo a che fare con autorità che stanno col più forte o con chi grida di più o che minaccia di farle saltare; e si lavano le mani. Anche da noi ci sono maggioranze numeriche o anche non numeriche, ma assurte con la forza o con l'inganno o con la furbizia legalistica (comunque discutibili sotto il profilo della giustizia) che portano avanti i delinquenti e opprimono gli onesti che danno fastidio; e poi, con la menzogna mettono le cose a posto!… Diciamo pure che questo è successo e succede anche per colpa nostra: o per il voto sbagliato che abbiamo dato o per quello che non abbiamo dato.

Com'era quel voto che abbiamo dato: secondo "verità, giustizia e carità nella libertà", cioè cristiano o non cristiano? E se non l'abbiamo dato? Gli scagnozzi di quelli che fanno teatrino certamente voteranno e il teatrino continuerà.

Dobbiamo dunque votare. C'è però un vero problema, che è reale e grosso: per chi o per che cosa votare.In principio, la risposta è semplice; in pratica è un po' più complessa. I criteri che devono guidare il cristiano sono "verità, giustizia, carità, nella libertà". In una scelta politica, occorre vedere se la persona o la cosa per cui votiamo dà garanzia di "verità, giustizia, carità, nella libertà".

Per il referendum, si tratta di una scelta di tecnica politica. Come tecnica, di per sé, il "sì" o il "no" non hanno rilevanza morale, salvo che per le conseguenze che ne possono direttamente derivare. Come fare? Si può vedere quanta onestà ci sia in chi propone il "sì" o il "no" e perché lo propone; ma questa volta c'è del buono e del cattivo da una parte e dall'altra.

Certamente, l'attuale legge elettorale non è secondo giustizia e quindi va cambiata; ma basterà l'esito del referendum a farla cambiare? Quindi, direi, che si può votare o "sì" o "no", a seconda che ciascuno avrà pensato essere meglio, attese anche le eventuali conseguenze. Per le elezioni o europee o amministrative, il problema è diverso. È vero che l'attuale sistema elettorale è ingiusto, perché la scelta del cittadino è vincolata a quanto stabilito dai partiti.

Tuttavia e comunque, si deve votare per persone che diano garanzie di "verità, giustizia, carità, nella libertà". E chi sono? Oggi, purtroppo, è più facile dire chi NON sono.

Certamente sono contro verità e giustizia quelli che eletti da una certa parte sono passati alla parte opposta (legittimamente per la legge, ma immoralmente per un cristiano); quelli che badano ai propri interessi personali o di gruppo - ed ecco il teatrino! - e non a quelli dei cittadini e della nazione; quelli che hanno riempito e riempiono di bugie la loro campagna elettorale e la loro condotta; quelli che hanno permesso al comunismo (ch'è ancora vivo come mentalità) di arrivare dov'è arrivato, con la forza di imporsi anche in problemi gravi (come quelli del Kossovo) contro ogni verità e giustizia; quelli che hanno portato i mezzi di informazione a dire solo quello che vogliono loro; quelli che permettono ad alcuni magistrati di fare il buono e il cattivo tempo (il che non vuol dire che la magistratura e i magistrati onesti non debbano fare quello che devono).

Ovvio, oggi crocifiggono moralmente e non in maniera cruenta; però è anche successo che abbiano provocato crocifissioni cruente (i vari suicidi). E le autorità? zitte o addirittura consenzienti. E avanti di questo passo.Occorre stare attenti ed essere decisi. Ci potrà allora essere resurrezione anche per questa società dove, per lo più, è così difficile essere buoni e gli onesti sono spesso emarginati. Altrimenti, sarà sempre peggio.Ma Gesù è risorto, spaventando quelli del drammatico teatrino.

Possiamo, allora, dire: "Ci penserà Lui!"? Nossignori!Il cristiano deve fare come ha fatto Gesù, che, nell'Ultima Cena, dopo la lavanda dei piedi, ha detto: "Vi ho dato l'esempio, perché anche voi vi comportiate come mi sono comportato io." E, sulla terra, Cristo è morto in croce.

La resurrezione appartiene a un altro mondo, quello che attende anche noi dopo la nostra morte. Ma risorgeremo, tutti e ciascuno, se saremo morti al nostro egoismo, che, in questo caso, si manifesta nel non votare, perché è più comodo. Chi può risorgere, qui sulla terra, è la società, come già detto. Che Gesù in croce e la Madonna addolorata ci aiutino e ci diano luce.

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj