Giovani assassini

Ancora giovani assassini: come vengono “usati” dai mass-media

08/03/2001

Mi scuso anzitutto per il tanto tempo trascorso dall'ultima mia predica. Il nuovo gestore del provider mi ha improvvisamente tagliato il sito, con le conseguenze ch'è facile immaginare. Ringrazio il Padrone di tutto che mi è venuto incontro e la persona buona che ne è stata strumento.

Ed eccoci qui.

In questo frattempo, mi sono giunte varie domande circa l'uno o l'altro dei giovani incredibili assassini di cui s'è parlato in questo periodo.Domande se avrei condannato o assolto, cosa se ne poteva pensare e simili argomenti.

A. L. però mi ha internettato anche: "Lei ci crede alla Mucca Pazza?"; e proprio ieri l'altro (3 marzo 2001) M.B. mi internetta: "Ha visto ieri sera a Sanremo cos'è successo con quel cantante straniero che ha scassato chitarra e altoparlante?"

Senza trascurare le due ultime domande (che a mio avviso entrano nella risposta che sto per dare), provo a rispondere.

Anzitutto, non posso che esecrare quanto ne ha riferito la stampa, ma particolarmente i salotti di Vespa (Rai1), Costanzo (Canale5), Fotia (TMC), i quali pur con l'intenzione - dati gli accenni ci compunzione, non so quanto sincera - di chiarire eventi incredibili, non solo hanno cercato di sfruttare commercialmente eventi delicatissimi, da non trattarsi in pubblico se non con un'informazione quanto mai discreta; ma soprattutto hanno esposto il pubblico giovanile alla sollecitazione di imitare quelle azioni per essere citati in tv, come era già successo anni fa col primo parricida e come è successo questa volta con chi tentato (mi pare a Novara) di ripetere l'esempio di Novi.

Senza dire poi, cosa pure gravissima, che - con dei conduttori preoccupati particolarmente dall'audience - quei salotti hanno creato più confusione che chiarezza, circa problematiche difficilissime e complesse che investono tutti: g tenitori, educatori, comunicatori, finanziatori e politici.

Già trent'anni fa sul mensile Edav che dirigo e, prima ancora, dagli anni 60, nei miei corsi in Italia e all'estero, dopo circa dieci anni di attività come organizzatore e regista delle trasmissioni, religiose alla allora nascente Rai-Tv, io annunciavo le conseguenze che i media - e soprattutto la tv - condotti e/o interpretati in certo modo, avrebbero prodotto nella nostra società, e particolarmente nei giovani nati da quel periodo, una particolare mentalità o cultura "massmediale" (da non confondersi con quella "contornuale").

Non è il solito "l'avevo detto io!", perché "Carta cantata"; ma ben pochi l'hanno voluta ascoltare. E oggi, ben pochi sono quelli che hanno il coraggio di dire: "abbiamo sbagliato".

Molti non sanno, o preferiscono ignorare, quello ch'è già stato studiato e avvertito. Come dice il Papa nella già più volte citata "Redemptoris Missio", "i mezzi di comunicazione sociale hanno rag-giunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti in-di-viduali, fa-mi-liari, sociali". Oggi siamo a questo punto e tutti questi casi ne sono la prova.

Occorre sapere che i media influiscono in due ambiti: a) con quello che fanno vedere e sentire; ma b) più ancora con le comunicazioni inavvertite (da non confondere con i messaggi subliminali) che creano mentalità. Gli studiosi seri di queste discipline insegnano che la mentalità è l'origine di gran parte (qualcuno afferma l'80%) dei nostri comportamenti.

Con quello che fanno vedere e sentire, i media influiscono perché danno "informazione" (che spesso è deformata e quindi disinformante) e sollecitano imitatività.( Per anni s'è cercato e si cerca di negare che questo influsso imitativo sia davvero reale; ma i fatti ormai danno prove indiscutibili.) Tuttavia, questo primo tipo di influsso, pur gravissimo, non è il più pericoloso, perché ben più grave e radicale, è la tipica mentalità, cioè modo di considerare il mondo. Questa ci tocca tutti; e con la tv attuale (proprio per il modo di esercitarla) è fenomeno quasi sempre negativo.

Chi è nato dopo il 1953, con un occhio guardava il seno materno e con l'altro la tv. Non capiva niente di quello che vedeva e quindi non si può certo parlare dell'influsso di ciò che la tv faceva vedere e ascoltare, ma ha creato una sorta di confusione, per non dire di identificazione, tra la realtà e l'immagine della realtà

Al punto che, oggi, con una certa frequenza si dà informazione, mescolando immagini documentarie con altre tratte da film di invenzione; e nessuno se ne accorge o quanto meno protesta.

Proprio di questi gironi, ho saputo di un ragazzino della Spezia, vedendo la pubblicità di Fiorello che lancia coltelli, stava per imitarlo e alla mamma che lo ha fermato ha detto: "Ma Fiorello non ammazza mai; è tutto virtuale!" Vedete la confusione? Visto che Fiorello è virtuale, è virtuale anche la mia azione.

Orbene, il ragazzo di Sesto ha detto che non voleva uccidere e io gli credo; anzi lo affermo, per quello che ho potuto sapere del caso: egli non voleva uccidere, ma ha ucciso. Egli amava la musica violenta di Manson e in quei giorni aveva visto il violento film "Hannibal". Aveva già un fondo mentale che a chi non consente a quello che vuoi, l'unico modo di reagire è la violenza.

Nel contesto in cui si trovava, l'ultimo impulso dato dal film di fronte al consenso decisamente rifiutato dalla ragazza lo ha fatto agire, istintivamente, con la mentalità di cui era pieno, senza troppo riflettere se non sul fatto che quella gli si rifiutava. Ha agito con un coltellino (notate bene!), l'arma più violenta di cui disponeva, e ha reagito con violenza: non voleva uccidere, ma ha ucciso.

E' successo a lui; Succede a tutti? Certamente no, perché ci deve essere un concorso di circostanze, ivi compresa una certa abitudine di riflettere prima di agire; ma alla base c'è una mentalità oggi molto diffusa: può succedere non a tutti, ma sì a qualche altro. Il ragazzo di Sesto è responsabile di quello che ha fatto? Io penso solo fino un certo punto. I veri responsabili sono quelli che propagandano (magari per soldi) violenza o secolarismo e, in questo caso, particolarmente chi ha prodotto e diffuso quel film e chi in Italia lo fa fatto entrare o concesso che entrasse, magari in nome della libertà o della cultura!

Ma da quel certo punto il là, quel ragazzo è responsabile, se non altro d'essersi lasciato dominare da quella mentalità, trascurando i pericoli annunciati da chi, anche a Sesto, ha pure cercato di educare al cinema. Egli quindi deve subire una sanzione.

Ma questa deve essere adeguata alla sua colpa, non tanto come durata di carcere, quanto piuttosto come natura di, diciamo, carcerazione. Non un carcere che lo corrompa, trasformando in carattere quello che era solo mentalità; bensì qualcosa che gli purifichi e umanizzi, razionalizzandola, la sua mentalità. Difficile, certo, oggi, in un'Italia (vorrei dire: in un mondo) che anche a certi livelli responsabili non ha accettato (e forse nemmeno ancora conosciuto) le vere leggi della comunicazione di massa e il suo ruolo nella società odierna.

Analogamente dicasi, più o meno, di tutti gli altri casi. Veniamo a Sanremo. Il giovane cantante straniero che ha sfasciato cose non sue, ma anche solo terminando con gesti da energumeno la sua prestazione, non ha subito alcuna sanzione, se non le scuse che la Carrà ha presentato al pubblico.

Troppo poco! I giornali dell'indomani, compresi i cattolici, hanno ricordato il cantante Daniele che ha offeso Bossi, ma dell'energumeno nemmeno un accenno. Eppure è stato un episodio gravissimo, sia socialmente sia educativamente, perché ha teso a creare mentalità: i nostri ragazzi si faranno l'idea che tutto è lecito e che, comunque, anche se non è lecito, non c'è alcuna sanzione che intervenga. Il che è contrario a un'idea corretta di giustizia, prima ancora d'essere pericoloso lì per lì.

Finalmente la Mucca Pazza. Cosa c'entra? C'entra come ambito dei mass media, che noi abbiamo messo alla base del problema dei giovani assassini.

Abbiamo già più volte accennato alla campagna subdola contro le religioni - in Italia: particolarmente contro la religione cattolica e il suo Papa - perché sono le uniche forze che non accettano di mettere il dio denaro al posto del Dio di Abramo e di Gesù. Per vincere la propria battaglia, quei signori hanno bisogno dei mass media che rendano succube la gente ai loro voleri: quindi proprio quella mentalità che, genericamente parlando, crea confusione mentale (come l'aspetto relativo alla violenza di cui s'è detto).

Della Mucca Pazza s'è parlato con una insistenza che non è nei consueti parametri della comunicazione di massa. Adesso poi si è aggiunta l'Afta epizootica.

Pare dunque lecito pensate: "qui gatta ci cova". Può darsi che il futuro viaggio del Presidente Ciampi in Argentina aiuti a chiarire le idee. A noi, intanto, si presenta l'obbligo morale di aprire occhi e orecchi davanti a quello che ci succede attorno, vicino o lontano.

Sempre a disposizione, cordialmente
 
P. Nazareno Taddei sj