Gay e Sacra Congregazione

Viene esaminato - su richiesta - il documento della Congregazione della Fede sulle unioni tra persone dello stesso sesso

15/09/2003
C.Z. mi internetta: «La prego di sprecare due parole di commento al documento della congregazione
per la dottrina della Fede circa le unioni tra persone dello stesso sesso. Prego per lei.»
 
Ringrazio molto delle preghiere, perché sento che nel mio lavoro (non è solo quello di queste «prediche», benché tutto nello stesso ambito) c'è molto bisogno dell'aiuto anche diretto di Dio.
E rispondo volentieri alla Sua domanda.
 
Noto anzitutto che mi si chiedono solo «due parole di commento al documento della Congregazione» circa i gay. Penso quindi che interessi solo quel documento e non le varie implicazioni  nei media, perché – immagino - desidera essere informato.
 
Eccomi, dunque.
Il documento è di 8 pagine con 3.214 parole, equivalenti a 227.810 battute comprese le vuote. È stato «approvato» il 28 marzo 2003 dal Papa Giovanni Paolo II, che ne ha ordinato la pubblicazione. Firmato dal card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione della Fede (già S. Ufficio) e da mons. Amato , salesiano, Segretario, la pubblicazione è avvenuta il 3 giugno successivo, nella memoria dei SS. Martiri giapponesi gesuiti Carlo Lwanga e compagni.
È composto di una Introduzione, di quattro Parti e di una Conclusione.
 
Nell'Introduzione, si dichiara che «diverse questioni concernenti l'omosessualità sono state trattate recentemente piú volte dal S. Padre Giovanni Paolo II e dai competenti Dicasteri della S. Sede» (elencati in Nota), quindi il presente Documento «non contiene nuovi elementi dottrinali, ma intende richiamare i punti essenziali del problema e offrire alcune argomentazioni (…) per interventi piú specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo; interventi destinati a proteggere e a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale è parte costitutiva.»
Il Documento nota anche che le argomentazioni sono proposte a tutti anche non credenti, perché - molto importante - «la materia riguarda la legge morale naturale».
 
1ª Natura e caratteristiche irrinunciabili del matrimonio.
Si sviluppa il pensiero: «L'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla complementarietà dei sessi ripropone una verità evidenziata dalla retta ragione e riconosciuta come tale da tutte le culture del mondo». Specifica che «non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, nemmeno remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia.» Si nota che le argomentazioni sono proposte a tutti anche non credenti, perché - molto importante -«la materia riguarda la legge morale naturale».
Si sviluppa il pensiero: «Nella S. Scrittura le relazioni omosessuali "sono condannate come gravi depravazioni", ma questo giudizio non permette di concludere che quanti soffrono di questa anomalia ne siano personalmente responsabili» e «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza».
 
2ª Atteggiamenti nei confronti del problema della unioni omosessuali.
Parla delle diverse situazioni nell'ambito legislativo e giuridico: annota che la tolleranza del male non si può confondere con la sua approvazione o legalizzazione; che a simili equiparazioni ci si deve opporre in forma chiara e incisiva e che ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale a simili iniziative.
 
3ª Argomentazioni razionali contro il riconoscimento legale delle unioni omosessuali.
Elenca alcune considerazioni etiche specifiche, che sono contrarie alla legalizzazione delle unioni omosessuali e che sono di diverso ordine.
E precisamente:
ordine relativo alla retta ragione
ordine biologico e antropologico
ordine sociale
ordine giuridico.
 
4ª Comportamenti dei politici cattolici nei confronti di legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali.
Nei casi di proposte legislative favorevoli alle unioni omosessuali, i politici cattolici devono ovviamente opporsi, «esprimendo chiaramente e pubblicamente il loro disaccordo e votare contro il progetto di legge.»
 
Conclusione
«La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale di quelle unioni. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società.»
 
***
 
Come si può vedere, è un documento pacato e fondato; ben lontano da certe apparenze di ukase di altre circostanze.
Si può notare, anzitutto,  che egli considera solo i veri portatori del disagio omosessuale, ben distinguendo tra tendenza e comportamento; e ne ha tutta la comprensione possibile, arrivando a chiarire bene che «non ne sono personalmente responsabili», con tutto ciò che ne consegue; in secondo luogo, che il violare la legge naturale è sempre male, quand'è tale; il che vale per tutti, sani e ammalati, fermi restando i principi della morale: «materia grave, piena avvertenza, deliberato consenso».
Benché non si riferisca direttamente al problema, il documento porta a distinguere anche tra i veri portatori del disagio e quelli – e direi che sono gran parte dei cosiddetti gay – che ne approfittano per proclamare licenze e diritti morali che non ci sono. Questi gay sono già miserevoli per loro stessi sotto il profilo morale e sociale: approfittano della minorazione fisica di alcune persone, pur degne di ogni rispetto, per trarre vantaggi indebiti: vero cancro sociale, come i ladri e i profittatori della società.
I veri omosessuali, come io ho potuto costatare nei lungi anni della mia esperienza sacerdotale (ivi compreso lo stesso Pier Paolo Pasolini, così sbandierato), soffrono per quel disagio che la natura ha loro imposto e, se veri cristiani, lo sanno sopportare con serenità, senza aderire a manifestazioni pretenziose e quindi sciocche, piú dannose che utili agli stessi manifestanti. Dietro le quali, inoltre, si celano tentativi d'eversione anche politica.
Quindi, stiamo bene attenti e apriamo occhi e orecchie, per lo stesso bene di tutti e quindi anche nostro.
 
Sempre a disposizione. Cordialmente.

 

 
P. Nazareno Taddei sj