Angeli e fantasmi

Si tratta di Angeli e di fantasmi. Ci sono davvero? Chi ci crede fa bene o no?

24/10/2004
La sig.a G.G. mi internetta: 'In una nota periferica del quotidiano "Avvenire" (14 ott. c.a., pag. 23) trovo: "Un cittadino britannico su tre crede agli angeli e uno su 5 è convinto di aver superato un momento difficile grazie a uno di loro. (.) Dei 2000 cittadini, intervistati, le donne si sono dichiarate molto più propense a credere nel mondo del paranormale. Il 43% di loro ritiene che gli angeli esistano, contro il 18% degli uomini. Alla domanda sull'esistenza di una vita dopo la morte, ha risposto che ci crede il 57% delle intervistate e soltanto il 29% della controparte maschile. Ma più della metà delle donne (contro il 28% degli uomini) non mette in dubbio nemmeno l'esistenza di fantasmi. Non stupisce allora che il numero delle donne che credono ai poteri del medium (il 47%) superi di gran lunga quello degli uomini (19%)." Lei sa quello che m'è successo questa estate a proposito di qualcosa che non sapevo se attribuire agli angeli o al caso e Lei è stato propenso per gli angeli. Questo trafiletto del giornale, m'ha fatto pensare che proprio in queste settimane, mi sono lasciata sfuggire la festa degli Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele (29 settembre) e quella degli Angeli Custodi (2 ottobre) e non mi sono nemmeno ricordata  di ringraziarli per il favore fattomi quel giorno e chissà quante altre volte. In tutto questo guazzabuglio, mi dica qualcosa soprattutto su Angeli e Arcangeli per rinfrancarmi un po'!'
Rispondo volentieri: ma c'è poi qualcos'altro ancora che Lei vuol sapere? Ci vogliono dei trattati.
Ma, anzitutto, vorrei dirLe che ha fatto male a non ricordarsi di pregare gli angeli, particolarmente gli angeli custodi, da cui ha avuto evidenti segni di aiuto. D'accordo che è il loro. mestiere aiutare le persone che sono loro assegnate; ma d'accordo anche che tenere buoni rapporti con loro è il modo migliore per renderli favorevoli alle nostre preghiere. È un po' quello che succede anche tra noi, uomini: l'amicizia è un grande aiuto per avere comprensione e aiuto; ma anche l'amicizia va coltivata  e, direi, intensificata, proprio con manifestazioni di stima e di fiducia. Pregare gli angeli, pur in modo semplice, magari anche solo con la recita, tanto meglio se ripetuta, di un 'Angelo di Dio, che sei il mio custode', è coltivarne l'amicizia, perché la preghiera è un intrattenimento efficace col mondo degli spiriti, Dio, angeli e santi compresi.
Altrimenti, se non ti curi di esercitarne l'amicizia, come puoi pretendere che siano lì pronti ad ascoltarti quando ne hai bisogno? Sei degno tu, e pronto, a essere ascoltato?
Subito, però, Le direi anche, che, nel guazzabuglio del giornale, ma anche un po' nella confusione che Lei fa, ci vuole un po' di chiarezza: anzitutto, non confondiamo - cioè: non mettiamo sullo stesso piano - p.e. gli angeli e i fantasmi, gli angeli in genere, gli angeli custodi, e la loro gerarchia (Lei cita tre arcangeli), sensibilità e psicologia delle donne e degli uomini nei loro confronti; non confondiamo corpo e spirito; ma, prima ancora, direi che, con tutto il rispetto per i dati statistici dati dal giornale, non bisogna prenderli per vangelo, bensì richiedono qualche verifica e, comunque, per quello che possono valere, possono suggerire qualche buona considerazione.
Comunque, comincio a rispondere, pur col timore di non saperlo fare adeguatamente in così breve spazio e pur cercando d'essere il più stringato possibile.
 
Anzitutto, allora, non mettiamo insieme angeli e fantasmi!
'Angelo', in greco aggelos dal verbo aggellw  (annuncio, quindi messaggero) significa: 'Creatura spirituale, messaggero di Dio e suo ministro nelle relazioni con gli uomini' ('Enciclopedia cattolica' alla voce), oppure 'L'italiano per tutti - Dizionario linguistico' del De Agostini: 'spirito celeste creato da Dio come messaggero presso gli uomini, rappresentato in arte come un giovane alato (.); in senso figurato, persona che tutela ', spirito celeste che veglia su ciascun uomo. Gli si contrappone il demonio, che è l'angelo. cattivo, quello che, al momento della libera prova, s'è rifiutato di aderire alla volontà di Dio con lo spaventoso 'Non sèrviam (Non servirò)'
C'è un'intera scienza che tratta degli angeli: è la 'angelologia', per la quale:
1.      l'angelo nel Vecchio Testamento (l'ebraico mal'ãkh [messaggero] significa spesso un essere intermedio che è tramite tra l'uomo e Dio. I Settanta traducono il concetto col termine greco di aggelos, quindi fa il confronto. Pur non parlando di creazione degli angeli, si dice che essi esistevano prima che l'uomo peccasse nel Paradiso terrestre; che essi sono innumerevoli; che appaiono agli uomini in forma umana; non risulta con chiarezza che siano puri spiriti [in alcuni codici dei Settanta, si chiamano angeli anche i 'figli di Dio' che hanno commesso peccati carnali con le figlie degli uomini; ma nel Nuovo testamento di afferma che gli angeli sono spiriti invisibili che non hanno rapporti carnali, ma anche che alcuni sono caduti nel giorno del 'Non sèrviam']);
2.      per 'l'angelo di Jahweh', in qualche passo scritturale, pare si tratti dello stesso Jahweh  (Dio) e non di un suo messaggero;
3.      nel Nuovo testamento in sostanza si trovano le stesse idee dell'Antico Testamento; ma il loro ministero figura in un quadro nuovo: gli angeli a) sono sempre la corte di Dio; b) sono sempre subordinati al Figlio Gesù; c) la loro mediazione, pur subordinata, è sempre di grande importanza sia sociale sia individuale; d) gli angeli buoni appaiono sempre in vesti bianche e splendenti, per significare la loro natura celestiale; e) Gesù afferma che godono della perpetua visione del Padre eterno, il che, per alcuni, dà la convinzione che essi godano della visione beatifica; sono  raggruppati in nove Cori (gruppi di cantori): angeli, arcangeli, troni, potenze, dominazioni, virtù, principati, cherubini e serafini; cioè potenze che abitano nelle regioni ultreterrene.
4. La tradizione patristica: L'influsso ellenistico fu maggiore nella demonologia che nell'angelologia e mostrò varie tendenze di pensiero circa la spiritualità (lo pseudo-Dionigi), l'illuminazione (S. Agostino); ecc.
Da ricordare anche l'apporto all'angelologia della cosiddetta 'teologia scolastica', con l'applicazione ai dati tradizionali della metafisica e della psicologia aristoteliche e di alcune teorie di filosofi arabi circa le sostanze separate e loro correnti. P.e. Duns Scoto rappresenta la tendenza opposta a quella di S. Tomaso, mentre Suarez prese una posizione intermedia, quasi eclettica. L'angelologia prende così un aspetto molto metafisico e dà occasione di chiarire i concetti di spirito, materia e forma, conoscenza intellettiva e volontà.
La dottrina della  Chiesa conclude: a) l'esistenza degli angeli, come nature personali, create da Dio, è di fede, perché attestazione unanime della Scrittura e della tradizione interpretate  dalla Chiesa. Quindi è peccato mortale il non credere o il rifiutarsi di credere.
Contrario alla fede cattolica è quindi
. non vedere negli angeli altro che modi poetici di esprimersi o personificazioni di virtù e vizi morali o di forze della natura;
. non ritenere che siano stati creati da Dio (il 'visibilia et invisibilia'[visibili e invisibili] del simbolo niceno-costantinopolitano e dei Concili Lateranense IV e Vaticano II);
. non credere che gli angeli siano puri spiriti.
È rimasto in discussione se l'affermazione simul ab initio temporis (assieme con l'inizio del tempo) usata dai Concili Lateranse IV e Vaticano sia da intendersi che è di fede ritenere che gli angeli siano stati creati prima della creazione del tempo materiale.
È invece solo teoria teologicamente  'certa', ma non 'di fede', che ci sia una categoria di 'angeli custodi'; ma si tratta di preziosismi dottrinali, che - se non erro - non incidono sulla nostra credenza: cioè, gli angeli sono sempre messaggeri di Dio presso tutti gli uomini, quindi anche presso ciascuno di noi.
 
Tutto quello detto fin qui è quanto ci dice la dottrina della Chiesa e la fede; ma all'esistenza degli angeli e alla loro spiritualità possiamo giungere anche per via filosofica (pur meno solenne) e non necessariamente teologica: considerando la gerarchia degli esseri, ci rendiamo conto che esistono due mondi diversissimi e distinti, ma in relazione tra loro: il mondo della materia e il mondo dello spirito, cui corrispondono il mondo della quantità e della qualità, il mondo del concreto e dell'astratto.
Tra questi estremi, pura materia e puro spirito, ci sono due gamme, al cui centro c'è l'uomo che è corpo (vivente, vegetale e animale [con vita di relazione]), ma con intelletto e libera volontà, 'creato a  immagine e somiglianza di Dio', quindi materia dotata di spirito; p.e. noi ci comportiamo (azione anche fisica e materiale) sulla base della mentalità (che appartiene al mondo delle idee, quindi spirituale).
L'uomo come specie animale è quindi al centro dei due opposti estremi, purissima materia (p. e. sasso) e purissimo spirito (Dio). Quindi, da una parte c'è tutta la gamma degli esseri puramente materiali, dove la materia, pura materia, - il regno minerale ­- dal sasso all'uomo, attraverso  la gradualità dei regni vegetali e animali, per così dire si raffina e s'avvia  verso la spiritualità, dove, nell'uomo appunto, materia e spirito s'incontrano, quali le due fondamentali caratteristiche essenziali della specie umana.
Ma c'è anche l'altra parte, costituita dalla gamma degli esseri dove lo spirito, materiato, per così dire, dal e nel corpo, si libera dall'aspetto materiale e corporeo,  in gradazioni sempre più elevate ed è il mondo degli spiriti, senza corpo, ma distinti l'uno dall'altro da quello che nel regno umano e anche inferiore è la quantità materiale, mentre qui è una sorta di materia,  che non è materiale, bensì spirituale, cioè differenze non di quantità, bensì di qualità; ed ecco tutto il mondo degli spiriti, praticamente degli angeli, che sono 'puri spiriti', nel senso che sono esenti da componenti materiali e si differenziano per livelli o componenti di qualità (diversità di esistenza per differenza di essenza, cioè per modi di essere). Tra gli angeli, si distinguono anzitutto quelli fedeli a Dio, gli angeli buoni, nelle loro varie categorie (i nove Cori: angeli, arcangeli, principati, potenze, virtù, dominazioni, troni, cherubini, serafini), che, nel momento della libera scelta hanno accettato di servire e di essere fedeli a Dio e quelli che in quel fatidico (e misterioso) momento hanno deciso: 'non sèrviam', cioè non fedeli per l'eternità; e sono i demoni, i diavoli, avversari per l'eternità di Dio e di chi (gli uomini) Gli appartiene o vuole (sceglie di) appartenerGli.
Sono i due mondi che sono anche dentro di noi e che noi avvertiamo nelle spinte interiori verso il bene o verso il male. E da chi ci arriva il rimorso del male fatto o la consolazione per il bene compiuto? Ci accorgiamo che siamo noi a decidere, ma che quella decisione c'è venuta da qualcosa di fuori o di più alto di noi.
 
L'angeologia si sviluppa in altri tre capitoli:
5°    La devozione agli angeli;
6°    Le feste degli angeli;
7°    L'angelo nell'archeologia;
8°    L'angelo nell'arte.
       Argomenti certo interessanti, che, in questa sede ci limitiamo a indicare.
 
E ora i fantasmi.
La sola parola ci suscita le generalmente paurose storie letterarie, teatrali  o cinematografiche dei castelli inglesi o sassoni.
La parola viene detta dal vocabolario (il citato 'L'italiano per tutti' del De Agostini): '1° immagine illusoria, prima di corrispondenza reale; frutto di fantasia, chimera; 2° spettro, apparizione paurosa'. Tutti i vari vocabolari collegano o fanno derivare la parola 'fantasma' da 'fantasia', che definiscono (ivi): '1° capacità della mente di creare immagini o di attribuire alla realtà aspetti e significati soggettivi, diversi da quelli che le vengono solitamente e universalmente attribuiti (.); 2° concr.: l'immagine, la visione che la mente si crea; più come cosa immaginaria, priva di fondamento reale e, quindi, falsa'.
In un'Enciclopedia (non ricordo quale) ho trovato almeno un decina di significati di 'fantasma', tutti esprimenti il concetto di frutto di fantasia, senza corrispondenza con la realtà e uno solo di questi accennava  al significato che generalmente noi diamo: apparizioni più o meno paurose, sempre frutto di fantasia, cioè soggettive.
Ho cercato di approfondire, ma non sono riuscito a trovare niente di più: fantasia, fantasia, fantasia, tutto soggettivo, senza nessun contatto con la realtà.
 
Non penso di dover insistere oltre: gli angeli sono realtà, alla quale realtà dobbiamo credere per fede; i fantasmi sono sempre e solo frutto di fantasia. Vorrei dire, forse travalicando un po': è peccato mortale non credere agli angeli, così come forse è altrettanto peccato credere ai fantasmi.
Mettiamoci tranquillamente dalla parte di quell'uno su 5 inglesi, convinti d'aver notato un aiuto degli angeli; e stiamo attenti a non trascurare questi nostri potenti accompagnatori, dimenticandoci di osservarne l'aiuto, che è pressoché quotidiano anche per noi e sempre benefico, ringraziandoli e pregandoli. Non buttiamoci invece - ridicolmente - dalla parte delle vuote fantasie, nostre e altrui.
 
Sempre a disposizione e molto cordialmente

 

P. Nazareno Taddei sj