Perché si spinge per la separazione della famiglia tradizionale, ma si vuole il matrimonio per i gay?

Risponde Padre Massimo Pampaloni sj

13/10/2007
La Signora M.B. ci chiede: «Come spiega che mentre c’è una continua guerra contro la famiglia di tipo tradizionale e vengono favoriti la separazione e il divorzio, dall’altra parte coloro che non rappresentano una realtà biologica chiedono di essere riconosciuti sotto l’istituzione del matrimonio? Possono fare famiglia? Ho sentito in questi giorni tanti discorsi, ma ho avuto più confusione che chiarezza. Mi può aiutare?»
 
Risponde P. Massimo Pampaloni sj (gesuita)
 
In questa domanda, sebbene si citino all’inizio i Pacs e le coppie gay, mi pare che il “cuore” sia riconducibile a: “se lo stesso matrimonio tradizionale è sotto attacco, come mai una realtà che non pare avere i requisiti biologici per un matrimonio chiede di poter entrare in questa istituzione sociale?”
Siccome mi pare che il lettore sia interessato piuttosto a quest’ultimo elemento, che tra l’altro non necessariamente si lega agli altri due (ed è bene tenere distinte le cose), a questo tenteremo di dare risposta.
Il lettore coglie un aspetto importante che già di per sé condurrebbe a trovare una risposta. Proprio perché la cosa è “strana” ci fa sospettare che dietro ci sia altro. E dell’altro c’è davvero. Però bisogna fare un giro ampio per poter rispondere in modo da non perpetuare la confusione che, giustamente, lamenta il lettore stesso.
Il movimento gay fa parte di un più vasto movimento “rivoluzionario” (i cui inizi possiamo andare a trovare qualche secolo addietro) che alla sua radice ha una rivolta gnostica contro la realtà. Nel profondo del suo essere, lo gnostico odia la realtà così come è; ed esprime il suo odio cercando in tutti i modi di cambiarla. Tutti i grandi movimenti rivoluzionari a partire dalla fine del XVIII secolo hanno queste caratteristiche: imporre un nuovo ordine alla realtà. Cambiare il calendario (dalla rivoluzione francese – brumaio, termidoro, etc.– ai deliri di Chavez ai tempi nostri, che vuol spostare permanentemente di mezz’ora l’orario in tutto il Venezuela), cambiare la realtà attraverso i nomi (è il delirio del linguaggio politicamente corretto: proibendo l’uso di certe parole si vuol far sparire la realtà che quelle parole indicano, o rendere impossibile un dibattito su certi temi... è l’intuizione denunciata da G. Orwell nel suo famoso romanzo “1984”), cambiare la realtà dei generi (“Maschio e femmina? No! I generi sono tre, anzi cinque, è solo cultura, avere due genitori di sesso diverso è solo un fattore culturale, etc.”) Al grido di “è tutto culturale”, si cerca di imporre alla realtà i deliri delle proprie illusioni, e via dicendo.
Ma la realtà, l’ordine dell’essere, naturalmente, resiste; e la violenza che le è fatta porta solo funeste conseguenze. Ogni progetto di società “perfetta” costa sofferenze e morti a non finire, come la storia delle “società comuniste”, con i suoi oltre 60 milioni di morti e la devastazione culturale di intere società dimostrano.
Allora è contraddittorio che il movimento gay chieda il matrimonio tra persone dello stesso sesso? Sì, se il movimento rivoluzionario pensasse secondo la logica con cui siamo stati educati da secoli. Ma secondo la “sua” logica allora no, non vi è contraddizione perché il suo scopo primario non è raggiungere il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, ma la creazione di una nuova realtà. Non si cerca il matrimonio in sé, ma che venga accolta dalla coscienza generale, sempre più spossata, disorientata e incapace di qualsivoglia attenzione critica, addormentata com’è da “preparazioni” culturali di fictions, “talk show”, l’inversione totale della realtà, di cui, ripeto, il movimento gay è solo una manifestazione e la proposta del matrimonio uno dei grimaldelli con i quali far saltare il presente ordine di cose.
Tutto ciò che “aiuta la causa” è utile, anche se a noi sembra (come in realtà è) contraddittorio. Si combatte la famiglia tradizionale e al contempo si vuole un’istituzione simile; si grida all’omofobia nelle società occidentali dove, storia e statistiche vere alla mano, gli omosessuali non godono di alcuna discriminazione significativa, ma non si fa nulla per protestare contro i paesi dove essere omosessuali costa tortura, carcere e pena di morte, come i regimi islamici e comunisti; lo stesso movimento appoggia gli attacchi sguaiati e di pessimo gusto contro la Chiesa nelle parate del gay pride, e al contempo ne vuol dettare le regole di comportamento, perfino nell’indicare le pagine bibliche che non possono essere più lette perché “omofobiche”.
È contraddittorio? Sì! Ma la contraddizione nel movimento rivoluzionario non è segno di debolezza del sistema, al contrario se ne alimenta. Prendiamo ad esempio altre componenti del movimento rivoluzionario, come l’animalismo: fanno delle crociate commoventi per salvare un cucciolo di foca o un cane abbandonato, ma non hanno alcun scrupolo per l’aborto. Un’altro elemento del movimento rivoluzionario è l’ecologismo: fanno delle campagne milionarie contro l’adozione di alimenti ogm (organismi geneticamente modificati) ma non sollevano nemmeno un’obiezione, anzi al contrario le sostengono, contro ricerche genetiche come quelle di cui si è recentemente parlato in Inghilterra (tristemente all’avanguardia, in questo) dove si sta tentando di incrociare geni umani con geni animali. La storia del comunismo è un esempio inesauribile di queste contraddizioni. Il lettore faccia questo esperimento: la contraddizione è sempre presente, perché vitale, per tutte le componenti del movimento rivoluzionario.
Il movimento rivoluzionario vuol semplicemente invertire la realtà. Questa inversione è già in atto, ed è spaventosa. Pensiamo allo strumento legislativo e di come viene usato da questi movimenti rivoluzionari. Il diritto nasce per regolamentare delle situazioni che esistono e che si presentano come non più regolamentabili con lo strumento delle leggi vigenti e che, di conseguenza, chiedono un intervento del legislatore. Il movimento rivoluzionario ha totalmente invertito la cosa: tenta di imporre delle leggi che poi creino una situazione di fatto.
Però, non sempre questo riesce subito (come il famoso referendum sulla legge 40 e la reazione contro i Pacs hanno recentemente mostrato), a causa di salde resistenze che ancora ci sono, grazie anche alla Chiesa e ad una tradizione morale e giuridica che per il momento tengono. Non riuscendo a fare subito la legge-che-crea-la-realtà (come è riuscito a Zapatero in Spagna, per intendersi), si attaccano le fonti di resistenza e, contemporaneamente, si crea l’illusione delle situazioni, soprattutto a livello mediatico, che giustifichino tali leggi. Questo fa capire l’offensiva incredibile contro la Chiesa che si è scatenata, a livello mondiale (perché queste leggi sono le stesse in tutto il mondo imposte da organismi sovranazionali come Unione Europea e ONU) negli ultimi anni a tutti i livelli. E ci fa capire l’invasione di film e fiction nei quali si fa passare come normale, bello, sentimentalmente coinvolgente tutto ciò che deve preparare l’inversione. Quanti film e trasmissioni televisive, negli ultimi decenni hanno iniziato a screditare la “borghesia”, ridicolarizzare i tanti servitori dello Stato, a squalificare le forze dell’ordine, a far passare sempre come i più sensibili, i più comprensibili, i più affettivamente coinvolti personaggi con comportamenti morali deleteri per la convivenza civile; tutto questo è “preparazione del consenso”: quando si è creata la mentalità, allora si può far passare qualsiasi legge che, altrimenti, troverebbe dei forti ostacoli in coscienze sane.
 
Tornando allora alla domanda del lettore: la risposta è che sì, c’è contraddizione ma il punto non è questo. Sarebbe assai miope limitare la nostra attenzione solo al problema della proposta di matrimonio tra persone dello stesso sesso. Il fenomeno è molto più vasto e nella sua complessità va affrontato e combattuto. Animalismo, ecologismo, progressismo, comunismo, no global, etc. sono le varie “incarnazioni” dell’unico movimento rivoluzionario che ha dato corpo, in questa forma negli ultimi tre secoli, ad una tentazione permanente del cuore dell’uomo: quella di odiare la realtà del mondo e pensare di poterla trasformare, nonostante la realtà stessa. Il movimento gay, che alcuni studiosi già giustamente chiamano gaysmo, fa parte di questa grande lotta di inversione della realtà. In questo quadro va compreso e combattuto culturalmente.
 
Attenzione, movimento gay e omosessualità sono due cose profondamente differenti! Sarebbe deleterio, e sarebbe fare il gioco di questo movimento, mettersi a combattere l’omosessualità. Quest’ultima è sempre esistita, è un’inclinazione dell’uomo (che la Chiesa considera oggettivamente disordinata, ma che non condanna in sé in quanto inclinazione). Il movimento gay, invece, è un movimento politico “rivoluzionario” (nel senso che abbiamo illustrato) che va compreso, e combattuto, in un altro quadro di riferimento. Opporsi al movimento gay non è condannare l’omosessualità: è opporsi al movimento di inversione della realtà.
Confondere le cose è fare il gioco del movimento rivoluzionario che nel suo odio per la realtà è, senza ombra di dubbio, diabolico.
Cordialmente
P. Massimo Pampaloni sj